I "due fronti" americani

I "due fronti" americani I "due fronti" americani (Segue dalla V pagina) ta il Premio Nobel dell'economia Paul Samuel.son « una mano lava l'altra ». Scrive oggi il « New York Times » che in questa ricetta v'è qualcosa di precario, e lo stesso Nixon lo rivela con le sue esortazioni ai « sacrifici volontari ». L'incontro — o meglio lo scontro — odierno tra Shultz e Hodgson e i 35 sindacalisti con George Meany, ha esasperato tutte le incognite della nuova politica economica. Il direttore del Bilancio e il ministro del Lavoro hanno rinnovato la richiesta che si sospendano gli scioperi in corso, e non se ne indicano di nuovi. La maggioranza dei loro interlocutori l'ha respinta. Meany, furente per alcune critiche personali rivoltegli (Hodgson lo ha definito « incapace di tenere il passo con l'opinione pubblica»! ha accusato il governo di « togliere il pane agli operai per fare ingrassare l'industria ». La «Washington Post» parla di « dichiarazione dì guerra tra i sindacati e la Casa Bianca » e della « più grave crisi degli ultimi vetil'anni nel mondo del lavoro ». La Casa Bianca ha poteri coercitivi — 5000 dollari di multa — ma senza la collabo- razione dei sindacati non può far molto A riunione conclusa, Meany ha assunto un tono persino offensivo nei confronti del governo, sfidandolo a ricorrere alla forza, invitando i colleglli ari annullare i con- , n tra'ti nazionali «iniqui», invocando l'intervento del congresso contro il « mismanagement» (la pessima gestione) di Nixon. «Il Presidente ha tentato di ingannarci per dei mesi sull'economia ». ha dello. « Non collaboreremo con lui. Per colpa sua, abbia mo più. di 5 milioni di disoccupali. 14 milioni di assistili dallo Stato, 25 milioni di po veri, oltre 800 comunità descrìtte come sottosviluppate». Meany ha infine minacciato una serie di scioperi a catena. Su un solo minto s'è prolessato d'accordo con Nixon, la fluttuazione del dollaro « clic sarebbe stato tuttavia più onesto chiamare svaluta ziónc ». E' imo sviluppo imprevisto, rispetto' a qualche giorno fa, perché a Washington si credeva che i sindacati avrebbero appoggiato il governo. Per di più, da parte di Nixon e di Connally — il quale, sebbene democratico, potrebbe essere il prossimo vicepresidente del partito repubblicano — si compie un tentativo scoperto di trarre vantaggi elettorali e politici da quest'emergenza. La retorica del Presidente, che in maniera velata si è paragonato a Lincoln, spiace ora ad alcuni giornali e rappresentanti del Congresso. Non si può ignorare, osserva il i « New York Times », che è. miche Nixon ad averci infilato nell'attuale situazione. Gli interrogativi sul riassestamento economico interno degli Stati Uniti si riflettono, fatalmente, sull'opera di riassestamento monetario internazionale. Non v'è dubbio che la crisi verrà superata: ma qualsiasi soluzione sarà valida solo se sorretta dalla « guarigione » di questa economia. Forse per tale ino'ivo, il presidente Nixon e John Connally sembrano volersi limitare inizialmente a una rivalutazione forzata delle monete più forti vis-a-vis al dollaro. Il Presidente ha dichiarato ieri a Springfield, nell'Ili!- nois, durante la sua tournée, che essa è la « necessità » più impellente. Con l'ambasciatore giapponese Ushiba e il ministro delle Finanze canadese Benson, Connally è stato oggi più preciso: egli ha affermato che le rivalutazioni dovrebbero essere ottenute tramite una fluttuazione generale, e che successivamente si potrebbe preparare una « nuora Bretton Woods » con incontri prima bilaterali poi multilaterali. Si avrebbe, quindi, un lungo e controverso processo consultivo. A Washington si guarda con ansia ai Paesi del Mercato Comune, il cui comportamento influenzerà anche il potente Giappone; il vero bersaglio dei provvedimenti di Nixon. Rivalutazioni dell'ordine del 10-12 per cento, a parere di Edward Bernstein, farebbero riaffluire nei prossimi sei mesi dai 7 ai 10 miliardi di dollari negli Stati Uniti, ricquilibrando cosi in gran parte la loro bilancia dei pagamenti. Sulla base dei nuovi rapporti di fallo tra le divise, si discuterebbe il tallone sostitutivo del dollaro-oro. Lo stesso Bernstein propone il tripolarismo orodollaro-diritti speciali di prelievo, secondo una formula ancora ria definire. La riunione di oggi a Bruxelles dei Sei più l'Inghilterra è consi rterata cruciale. Così ]o sono quelle del « gruppo dei Dieci » e del Fondo monetario internazionale in programma a settembre. Sull'agenda, se tutto andrà bene, vi è l'aliar".am-mn dei margini rii oseil Iasione. La «race commerciale, finita eon l'introduzione dell'imposta del 10 per cento sulle importazioni in America, viene subordinata da Nixon e Connally al riallineamenlo ridile mnn"'e. Il Presidente ha assicurato che l'America non | priverà intorno a sé «una mitmoli-' protezionistici »: l'imposta' verrebbe abolita eoi ri¬ dpionio alla normalità. Nixon li* anche garantito che l'Arne- rica non rinuncerà allo sue r"snnns:ibilità militari. Ma a Washington si insiste su una Imminente riduzione delle truppe in Europa. e. c.