Connally: pieno accordo negli Usa sulle misure annunciate da Nixon

Connally: pieno accordo negli Usa sulle misure annunciate da Nixon Primi commenti e ripercussioni delle norme adottate a Washington Connally: pieno accordo negli Usa sulle misure annunciate da Nixon Secondo il responsabile del Tesoro, gli altri ministeri sono « entusiasti » - Divisi i pareri degli economisti : secondo Galbraith e Samuelson ora c'è da temere la « guerra fredda » commer .^le - Roche, presidente della General Motors: «Nixon ha individuato i problemi più gravi e li ha affrontati. Siamo soddisfatti» (Dal nostro corrispondente) New York, 16 agosto. Il presidente Nixon ha riunito stamani il gabinetto per discutere le misure monetarie, commerciali ed economiche decise ieri. Il ministro del Tesoro Connally ha definito la reazione dei vari dicasteri « entusiasta ». « Siamo tutti in pieno accordo su Questo coraggioso programma di riforme », ha dichiarato. Connally, che è emerso dalla crisi come il braccio destro del Presidente, ha aggiunto che « migliaia di telegrammi e telefonate di approvazione » sono giunti alla Casa Bianca da tutte le parti degli Stati Uniti. E' un segno degli orientamenti del Paese — isolazionista e protezionista — che l'accento sia stato posto non sulla « fluttuazione-svalutazione del dollaro », ma sul blocco dei prezzi e dei salari, il primo dai tempi di Truman, la cui violazione comporta multe di 5000 dollari. Dei grandi quotidiani, solo il Wall Street Journal, il New York Times e la Washington Post fanno riferimento alla auestione valutaria in una parte del titolo. Il Wall Street Journal dice: « Nixon svaluta ». Il New York Times: « Tagliato il legame tra il dollaro e l'oro ». La Washington Post: «Il dollaro fluttua)). Neppure i grandi economisti si sottraggono a questa « psicosi di casa ». Essi conservano però un maggior senso delle proporzioni. E la maggioranza sembra approvare incondizionatamente i provvedimenti interni, auspicando anzi un ulteriore « giro di vite », ed esprimere invece dubbi su quelli internazionali. E' specialmente oggetto di critiche la tassa del 10 per cento sulle importazioni, che espone il mondo al pericolo di una « guerra fredda » commerciale. Arthur Okun, l'ex consigliere economico del presidente Johnson, ha affermato: «Per 25 anni, siamo vissuti sul legame tra il dollaro e l'oro. Nixon ha ieri tagliato questo nodo gordiano. Egli ha 'distrutto il sistema monetario internazionale. Abbiamo ora una tariffa doganale straordinaria del 10 per cento e il dollaro fluttuante. E' un passo verso un sistema nuovo, ma non una soluzione definitiva. Per trovare tale soluzione, occorrerà indire una nuova conferenza di Bretton Woods. Per il momento, siamo alla fine di un'era, non all'inizio dì una nuova ». John Galbraith sostiene « In politica interna, il Presi dente sta facendo quello che io ho sempre predicato, e che fino a due settimane fa egli condannava come diabolico. Ma dobbiamo essere caritatevoli con i peccatori pentiti ». Ha quindi aggiunto: « I provvedimenti in campo internazionale rappresentano però dei passi indietro. L'introduzione di una soprattassa sulle importazioni capovolge il principio liberista che ha prevalso per treni'anni ». Milton Priedman, leader dei monetaristi e della scuola di Chicago, ha manifestato una recisa opposizione non solo alla tariffa del 10 per cento, ma anche al congelamento dei prezzi e dei salari. A suo parere, la ripresa dell'economia era costante e sicura. « Finora il presidente Nixon si era comportato magnificamente — ha commentato — ma ieri sera ha compiuto uno scivolone ». Friedman è favorevole, comunque, alla fluttuazione del dollaro: « Ho sempre predicato una maggiore flessibilità dei cambi — ha spiegato — ma avrei preferito ci fosse stato qualche accordo internazionale ». Gli stessi timori — di sfavorevoli reazioni dall'Europa — ha espresso Paul Samuel¬ son. Secondo il « Nobel » dell'economia c'è da augurarsi che, in seno al Fondo monetario internazionale, possa essere elaborata una « oculata riforma ». Samuelson teme soprattutto « l'istituzionalizzazione » di controlli ai movimenti di capitali, e la guerra fredda commerciale. Egli non è contrario a una svalutazione del dollaro, « che però andrebbe mantenuta in limiti modesti, e risulterebbe comunque inutile se gli interventi sui prezzi e sui salari non fossero efficaci ». Dal blocco, Nixcn dovrebbe passare a una « loro guida continua ». Wall Street, nella seduta di oggi, ha registrato un rialzo di 32,93 punti, il massimo della sua storia, con un volume record di 31 milioni 720 mila titoli trattati (quello precedente fu di 28 milioni 250 mila a febbraio). Come il « boom » della Borsa ha confermato, l'industria ha accolto molto favorevolmente le decisioni della Casa Bianca. A nome di tutte le imprese, il presidente della General Motors, James Roche, ha detto: « Il presidente Nixon ha individuato ì problemi più gravi e li ha affrontati con decisione. Siamo soddisfatti ». Le case automobilistiche avranno i maggiori vantaggi dalle misure di ieri. La concorrenza giapponese ed eu¬ ropea si faceva sempre più sentire: ora esse potranno diminuire i prezzi, mentre gli altri dovranno aumentarli. I sindacati per ora si rifiutano di prendere posizione, e preferiscono « studiare i documenti prima di pronunciarsi». Tra gli uomini politici, i più approvano l'operato del presidente Nixon. Il potente leader della commissione Finanze del Senato. Wilburn Mills, ha avuto una conversazione definita « molto amichevole » con il Capo del governo. In verità, molte delle misure erano contenute in certi suoi progetti di legge, a cominciare dalla soprattassa sulle importazioni. Mills ha detto che « Nixon è sulla strada giusta: l'unico dubbio è se saprà andare fino in fondo ». Mills, un democratico, è stato fino a ieri il più feroce critico del Presidente. L'unico attacco spietato sferrato alla Casa Bianca è stato quello del senatore democratico George McGovern, uno dei candidati alla presidenza: « Questo maldestro tentativo di proteggere il dollaro finirà per danneggiarlo gravemente, e distruggerà il credito di cui godiamo nel mondo ». « Il modo in cui abbiamo posto fine alla convertibilità del dollaro in oro è una vergogna ». ha concluso McGovern. « Questa è svalutazione dalla porta di servizio ». e. c.

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