Hanno visto Marzolio in vacanza con una bionda: era proprio lui? di Gigi Ghirotti
Hanno visto Marzolio in vacanza con una bionda: era proprio lui? Ancora mistero a due mesi dalla fuga dell'agente di borsa Hanno visto Marzolio in vacanza con una bionda: era proprio lui? Il finanziere veneziano sarebbe stato scorto in «Mercedes» presso Interlaken; poi sul trenino della Jungfraujoch - E' stata anche scattata una fotografia: l'uomo ha la barba e gli occhiali scuri, che lo rendono irriconoscibile (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 16 agosto. Dopodomani saranno passati due mesi dalla fuga di Attilio Marzolio, l'avventuroso agente di Borsa veneziano che ha lasciato dietro di sé un « buco n di miliardi, non si sa ancora quanti. Nei primi giorni, i veneziani lo davano per probabile suicida all'estero, oppure sequestrato dalla mafia, oppure in buona salute, si, ma in rotta verso mete lontane: Libano, Libia, Australia o Sud America. Con il passare delle settimane, si sono allargate le dimensioni del « buco » e si è accorciata la traiettoria della fuga. Nei giorni scorsi, veneziani di ritorno dall'Oberland bernese riferirono di averlo visto e riconosciuto a bordo una « Mercedes » scura, con una bella signora bionda al fianco, nei pressi di Interlaken. Giacca a vento, calzoni neri, cinepresa giapponese al fianco, altrL l'avrebbero invece visto sul trenino che porta alla Jungfraujoch; viaggiava in uno scompartimento di prima classe, è naturale, e sfogliava distrattamente un quotidiano di Francoforte; e sempre con la bionda al fianco. Un settimanale veneto ha anche pubblicato una fotografia del fuggiasco, che sarebbe stata scattata in una località di villeggiatura delle Prealpi venete. Ma l'immagine è sfo- di i cata, l'uomo ha la barba e gli occhiali scuri, irriconoscibile. In ogni modo, le ultime indicazioni convergono nel collocare il fuggitivo in un ambiente di vacanza, fresco e distensivo. Soffocante è stata invece la stagione per i due ragionieri, Pietro Baldanello, addetto all'ufficio titoli del Banco Ambrosiano, e Leo Tomasella, capo dell'ufficio titoli del Banco di San Marco, entrambi rinchiusi nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia, sotto l'accusa di concorso in truffa e falso. Gli interrogatori dei due ragionieri hanno messo in luce un curioso rapporto, si direbbe di sudditanza morale o di plagio, tra il Marzolio, il Baldanello e il Tomasella. L'agente di Borsa, anni fa, aveva prestato del denaro al rag. Baldanello, in un momento in cui questi si trovava in difficoltà economiche e necessitava di una delicata e costosa operazione al cuore. Di qui quella confidenza, quella solidarietà tra il ragioniere del Banco Ambrosiano e il Marzolio che poi si sarebbe tradotta in vera e propria complicità. L'agente giocava al rialzo in Borsa; sperava, si dice, nell'abolizione dell'imposta cedolare sui titoli, ipotesi che, nella sua immaginazione, avrebbe dovuto, se verificata, risollevare d'improvviso il valore delle azioni e ripagarlo cosi delle grosse perdite che aveva accumulato in questi ultimi tempi. Chi teneva il sacco era il Baldanello, che falsificava « buoni di cassa » e altri documenti, intestati al Banco Ambrosiano. Li passava poi all'amico del Banco di San Marco, il rag. Tomasella, che non sapeva dir di no. Costui, invece di esigere di volta in volta la verifica contabile dei documenti, si accontentava di molto meno. Bastava una telefonata del Baldanello e tutto, tra i due, era combinato. Combinato in apparenza e provvisoriamente: anche, il Baldanello, anche il Toma sella credevano ciecamente nel genio finanziario del Marzoilo. Confidavano anche loro nella abolizione imminente della cedolare che, con un tocco di bacchetta magica, avrebbe potuto rovesciare il corso sventurato delle operazioni. Tutto, insomma, avrebbero potuto i due ragionieri immaginare, fuorché di essere travolti nel crack ad opera dell'agente di Borsa che, un mese prima della fuga, era stato definito su una rivista milanese « uno dei più brillanti uomini di finanza italiani ». E come si poteva dubitare di Attilio Marzolio? Non a tutti gli agenti di Borsa riesce di andare a cena con il consigliere delegato del Banco di Roma; non a tutti riesce di avere per clienti abituali alcune aziende dell'Iri. Venezia è la città del ministro del Tesoro, FerrariAggradi. Possibile, si domandavano i veneziani, che le grandi banche di interesse nazionale lasciassero libero il Marzolio di trattare titoli per decine di miliardi, senza un'adeguata copertura, senza una qualsiasi garanzia che tftzrcvsrMrcnzisd«i tutto sarebbe andato a buon fine, un giorno o l'altro? I suoi clienti più affezionati non domandavano al Marzoilo che di accettare danaro in prestito: il Marzolio accettava, e quelli lo ringraziavano anche. E, a fine mese, aspettavano (e ricevevano regolarmente) gli interessi. E' finita per ora, con il Marzolio in vacanza all'estero, a tempo indeterminato; con due ragionieri in prigione e con i due istituti veneziani, il Banco Ambrosiano e il Banco di San Marco, che si guardano in cagnesco. I due istituti si preparano al « match » in tribunale, fissato per il giorno 27 agosto, data della prima udienza civile nella causa promossa dal Banco Ambrosiano contro il Banco di San Marco per sentire dichiarate dal giudice infondate le pretese del Banco di San Marco di rivalersi su di esso, Banco Ambrosiano, per l'importo di 8 miliardi. Ma questo « match » ci sarà? Fino a ieri sembrava di sì; oggi l'avv. Antonio Casellati, legale del Banco Ambrosiano mostrava qualche perplessità. In attesa del giudizio penale, è assai probabile che il-giudice decida di rinviare lo scontro. Gigi Ghirotti
Persone citate: Antonio Casellati, Leo Tomasella
Luoghi citati: Australia, Francoforte, Libano, Libia, Sud America, Venezia
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