Mafia dei cimiteri nell'Urss
Mafia dei cimiteri nell'Urss Mafia dei cimiteri nell'Urss Denunciali casi di «ripugnante corruzione»: loculi venduti sottobanco (Dal nostro coi rispondente) Mosca, 13 agosto. «Anche i morti devono fare la fila», scriveva VEkonomiceskaja Gazeta in un'inchiesta sulle pompe funebri, pubblicata nel 1967. In quattro anni, la situazione non è migliorata e le Izvestìja denunciano casi di «ripugnali te corruzione» a Minsk, Kiev, Erevan e Kishinjov, dove i funzionari delle pompe funebri «vendevano sottobanco i pochi loculi disponibili nei cimiteri centrali». Il giornale riferisce che perfino gli uomùd degli uffi- ci che dovrebbero combattere la corruzione accettavano il ricatto, perché di fronte alla mafia dei cimiteri «si sentivano anche essi comuni mortali». Ma le stesse Izvestija scrivono che «è inutile gridare allo scandalo», perché i casi di corruzione di Minsk, Kiev e delle altre città derivano dalle numerose imperfezioni del sistema dei servizi funebri, che favoriscono «individui senza scru¬ poli, pronti a spellare i vivi e i morti». Non è la prima volta che la stampa sovietica denuncia la inefficienza e la corruzione delle pompe funebri. Dal caso del direttore dei servizi funerari moscoviti — accusato da un giornale di aver usato come vettura personale un carro funebre — al severo articolo delle Izvestìja sono passati dieci anni, durante i quali sono apparse diverse inchieste sull'argomento. Anatolij Gudimov, uno dei più brillanti giornalisti della vecchia generazione, descrisse con toni drammatici, quattro anni fa, l'aspetto indecoroso dei cimiteri alla periferia di Mosca. Gudimov proponeva come soluzione un uso più largo della cremazione, per «guadagnare spazio». Ma, al tempo stes I so, notava che il crematorio di Mosca, unico in tutta l'U- : nione Sovietica, usava anco- l ra forni di un modello vecchissimo, ignorando che in i Occidente da tempo erano stati introdotti « fornì più potenti e perfetti ». Ma anche Anatolij Gudimov, morto una settimana fa, è stato cremato in un forno costruito nel 1927. L'anno scorso, la Literaturnaja Gazeta criticò ferocemente quei sedicenti impresari delle pompe funebri che, «presentandosi quasi sempre alticci e con la barba di due giorni», estorcono favolose somme di denaro ai «parenti storditi dal dolore». Ora, le Izvestìja propongono che le pompe funebri non si occupino soltanto del trasporto dei morti dall'abitazione al cimitero, ma anche di tutte le formalità rituali e delle pratiche burocratiche, che i parenti ignari e addolorati affidano spesso ad avventurieri, «favorendo un traffico sacrilego» Parafrasando un celebre verso di Pushkin («Il servizio delle muse non tollera futilità»), le Izvestìja concludono: «La requie eterna non tollera futilità». p. g.
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