Un milione di persone nella città abbandonata

Un milione di persone nella città abbandonata Il problema delle metropoli a Ferragosto Un milione di persone nella città abbandonata Milano non è stata lasciata da tutti: quasi la metà degli abitanti è rimasta Però non si trova nulla: negozi e ristoranti chiusi, pochi i tram - Guai ad ammalarsi - Vivace la stazione per un traffico di transito - Visita al Museo delle cere (Dal nostro inviato speciale) \ Milano, 13 agosto. Nelle grandi vie e nei più importanti corsi — quelle arterie che fanno battere il cuore di una metropoli — capita oggi di trovarsi più soli che un gatto in un vicolo. Tutto è chiuso. Lo sarà fino a martedì. Percorro una delle strade che Milano vanta tra le più vivaci, ma il solo segno di vita lo trovo in una pizzeria — chiusa, naturalmente — che ha lasciato nella vetrina una vaschetta di pesciolini. I pesciolini guizzano, sembrano malinconici. Viste così le cose, si potrebbe concludere frettolosamente dicendo che « Milano è deserta ». Ma dirlo, è falso. Oggi non è deserta Milano, non lo è Torino, non lo sono Roma e qualsiasi città grande o piccola. Un'indagine dice che « su 54 milioni di italiani, 20 milioni 325 mila vanno in vacanza, 33 milioni 675 mila restano a casa ». Probabilmente questa proporzione va bene per il territorio nazionale, ma non si può applicare a una città come Milano. Comunque si può dire che più di un milione (chi afferma che sono addirittura un milione e mezzo) di abitanti della « grande Milano » sono qui. Dove tutto è chiuso e sono insufficienti i servizi, il disagio è pesante, la sola cosa buona è che verso sera viene una brezzetta e si dorme. Un milione, un milione e mezzo di persone sono nel disagio più completo. Arrangiarsi, è la parola. Mi dice un amico: « Per mangiare, oggi sono andato in giro con la famiglia, ma le pochissime tavole calde aperte avevano davanti una lunga, scoraggiante coda. Abbiamo girato finché abbiamo trovato un posto in un ristorantino a Melzo ». Sono vere le cifre che mi danno: che il settanta per cento dei tranvieri sono in ferie? Vedo, in realtà, passare pochissimi tram e sono gremiti di gente scocciata e sudaticcia. E pensare che chi resta in città — chi non se ne è andato sull'Adriatico o in qualche posto della Riviera Ligure o in una fresca valle — è in genere gente che non ha possibilità di fare vacanze, che non ha l'auto (non può arrivare a Melzo per trovare da mangiare) e che se deve andare di qua o di là ha bisogno del tram o del metrò. ' Bisogna dire che non è vero che le città sono deserte nei giorni di Ferragosto. In questi giorni mancano, sì e no, la metà degli abitanti. |,Quello che manca veramente sono i servizi. Perché, per esempio, un tale che per motivi suoi non ha potuto andare via da Milano, e a questo tale viene male a un dente, perché egli deve sbattere la testa contro un muro non riuscendo a trovare un dentista? Proprio dieci minuti fa una donna ha telefonato con il pianto in gola alla cronaca di un giornale: « Il rubinetto perde. Allaga. Da ore cerco un idraulico, non lo trovo. E l'acqua è già alta un palmo in casa ». Che cosa risponderle? Provi, signora, a chiamare i pompieri. Non è vero che una città si spopola d'agosto. Adesso le panchine nell'ombra sono affollate, c'è gente nei cinema, si va per strade vuote, ma si sente dalle finestre aperte lo speacker della televisione che da Helsinki dà la cronaca dei campionati europei di atletica leggera. Si gira per trovare un bar per un'aranciata o un caffè. I turisti stanno lontani da una città che non gli offre più niente. Sì e no essi arrivano in piazza del Duomo e danno un'occhiata alla chiesa. Per vedere un po' di movimento si va alla stazione. Qui c'è un vivace traffico, ma è « di transito ». Gente che tra un treno e l'altro non sa che cosa fare, non ha coraggio di uscire allo scoperto e cacciarsi nella morsa dell'afa. Ciondola tra il giornalaio e il bar, qualcuno scende al museo delle cere. Dove ci. sono Coppi ed Einaudi, Landru e Rivera, c'è Hitler nel bunker sparato su un tavolo con Eva Braun anche lei fulminata per terra, ci sono Herrera e Kennedy, Verdi e Papa Giovanni. Dante sta per entrare nell'inferno accompagnato da Virgilio. « Se Dante era così — dice un ragazzo — ecco: per me era uno di quelli», e incomincia anche lui a far andare quelle odiose palline: clic-ciac. i cun

Persone citate: Coppi, Einaudi, Eva Braun, Herrera, Hitler, Kennedy, Papa Giovanni, Rivera, Verdi