Il bardo di Missolungi

Il bardo di Missolungi Byron stimola ancora la fantasia Il bardo di Missolungi Frederic Prokosch: « Il manoscritto di Missolungi ». Ed. Longanesi, pag. 437, lire 3300. Il 5 gennaio 1824, dopo aver toccato Metaxata e Itaca, lord Byron raggiunse Missolungi, accompagnato da una confusa leggenda di gloria e di sregolatezza. La spedizione, incoraggiata da un influente comitato filoellenico, che godeva le simpatie di autorevoli pensatori e politici inglesi, doveva durare appena poche settimane. Ma il destino, che si mostrava da qualche tempo avverso al poeta, volle il peggio. Il 19 aprile, appena trentaseienne e senza aver rivisto la sua terra, Byron si spense stremato dalle febbri e dagli strapazzi. n i l Si tratta di circostanze assai note, almeno nella loro sostanza, che hanno trovato spazio in decine di pubblicazioni. Accanto ai saggisti del calibro di un Du Bos e ai più specializzati scrittori di vite come il Maurois, la figura del Byron ha ispirato infatti la più svariata pubblicistica. In questo disordinato panorama, tra una confusa vegetazione di opere a tutti i livelli, il lavoro di Frederic Prokosch trova una sua marginale ma precisa collocazione. Narratore a tratti ricercato, non insensibile al fascino di certi ostentati e morbosi atteggiamenti romantici, Prokosch ha voluto vedere nel Byron il modello del moderno avventuriero che nell'azione cerca gli stimoli dell'arte. In altri termini, pur rendendo merito al dono poetico, egli tenta un recupero sul piano della più aggiornata sensibilità di questo « corsaro gentiluomo ». Un programma ambizioso, occorre precisare, che non sempre appare realizzato nel libro. La narrazione ha una sveltezza e un taglio quasi cinematografici. A Missolungi, nell'imminenza della fine, oppresso da una malsana atmosfera che alimenta i più cu-, pi presentimenti e terrori, Byron, spossato, pieno di tristezza, ripercorre la parabola del proprio destino. Si rivede nelle sue pose più atteggiate e sataniche, rivive la sconcertante vicenda sentimentale della quale è stato il protagonista insieme alla sorella Augusta. Con grande risalto di elementi romanzeschi, viene inoltre rievocato il suo sventurato matrimonio con lady Milbanke. A questi intimi segreti, ricostruiti senza'la pretesa di risalire alla verità quale fu, si mescolano i gustosi (anche se troppo disinvolti) ritratti di alcuni celebri amici e illustri personaggi del tempo di Byron, dallo Shelley a Madame de Stael. (Di lei si legge: « aveva ì denti taglienti e grigiastri, la lingua ricoperta di malva e le sue mani parevano di velluto, simili a zampe »). Americano del Wisconsin, laureato a Yale e a Cambridge, Prokosch ha finora pubblicato una quindicina di romanzi, numerosi saggi e traduzioni. L'opera, adesso proposta al pubblico italiano, appare il frutto di un ambizioso lavoro letterario. Come si diceva, sottolineando con indulgenza programmatica i sentimenti alterati e i gesti eccentrici del Byron, Prokosch vuol mettere a fuoco gli aspetti più sconcertanti di una personalità, che a un fondo generoso mescolava una mdefinibile sfrenatezza e ferocia. Come era forse inevitabile, considerate le intenzioni dell'autore, il presente ritratto finisce purtroppo per eccedere nelle tinte forti o troppo suggestive. Antonio Debenedetti iPgztdakBnde Lord Byron in Grecia, visto da Levine (Copyright N. Y. Rcvicw of Books, Opera Mundi e per l'Italia La Stampa)

Persone citate: Antonio Debenedetti, Frederic Prokosch, Levine, Longanesi, Lord Byron, Maurois, Prokosch

Luoghi citati: Cambridge, Grecia, Italia, Missolungi, Wisconsin