Furono bloccati a 7 mila metri di quota i torinesi sulle montagne del Pakistan

Furono bloccati a 7 mila metri di quota i torinesi sulle montagne del Pakistan 1ii: 111l i :l;.,1l11ll :1111l i l !: : h 11 ? l, i; 11l i1 i i !; l ; ! ] 111,11 [: 111. l ;l.ì 11111111! l:i1 i : i i; : : 11 :. i i ! i :i11 : i ii., : : : :. iFallito in extremis il tentativo di scalare la cima del Tirich Mir Furono bloccati a 7 mila metri di quota i torinesi sulle montagne del Pakistan Uno dei componenti la spedizione si è sentito male e ha dovuto essere trasportato al campo base con una slitta - Gli scalatori, tornati a Caselle, hanno dichiarato: «Sarà per un'altra volta» , E' rientrata ieri a Torino la spedizione alpinistica che ha l'ai- ilio il tentativo di scalare il Ti- rich Mir che con i suo: 7700 me- tri è la montagna più alla del Pakistan occidentale, l'impresa non è riuscita perché uno dei componenti è stato colto da ma- tllllliiltaiiit)iiiiiiiiiiiiiiitiiiiiitlifiiliiiiliiir(ti: i lore quando ormai erano vici russimi alla vetta. Gli alpinist'sono scesi a Caselle ,alle 15.30 dal «Caravelle» provenienti da Ro ma; erano tutti sorridenti anchei se avevano dentro l'amarezza deli le sconfitta. Sono gli ingegnerI Pier Franco Giraudi. 40 anni, lJl Riccardo Varvelli, cli .'16; il prof Paolo Mosca, 'Mi anni, e i fratell Agostino e Giuseppe Perrod, 26 31 anni, due note guide di Cour mayeur. Avevano tutti il volt cotto dal sole e una profond stanchezza negli occhi. Hanno ab bracciato i familiari che eraniirriiiiiiii(iiiiiiiitiiiitiiiiliir iniiiiiiiiiiiii ad attenderli, poi hanno parlato ' con 1 giornalisti. L'ing. Varvelli. capo della speI dizione, ha raccontalo con minuziosa precisione la loro sform¬ nata avventura. « L'impresa era , stata finanziata dal Cui e dalle Regioni Piemontese e Valdoslu- no. Dovevano scafar? il Tirich Mir dalla cresta occidentale. Lu punta era già stata vinta nel 1958 da ulplnisti norvegesi, ma dalla parte orientale, che è altrettanto difficile. La via che dovevamo fare noi. quattro anni fu I era sfafa tentata da due tmstriai ci; ma di foro non si sa più nien! le, devono ancora trovarli. Siamo i partiti du Torino in aereo — con; Unua l'alpinista — e if H luglio siamo atterrali a Peshuiour, che \ e a Nord del Paese. Qui abbiaimo ufjiltulo delle "jeep,' e dopo un vtuggio di 5511 chilometri j t'ite è durato tre giorni siamo j arrivati a Chilral dove ci siamo I riposali e abbiamo fatto rifar\ nimento. Poi ancora un balio di 150 chilometri e abbiamo rag; giunto la valle di Kuragh; la stra! da era finita e abbiamo dovu:o i organizzare uno carovana di asini 1 e cavalli con 2li portatori. Il lem, po s'è sempre mantenuto buono. \ ottimo per un'impresa alpinij stia. ». Dopo alcuni giorni di marcia la spedizione è arrivata ad Atak, del Tirich Mir, che ha una lunghezza di 10 chilometri e una larghezza di 6. La valle In cui si trova è difesa dal monsoni, non c'è pelicelo di un repentino cambiamento di tempo. Continua ring. Varvelli: « .dòbiaino stabilito il campo base a quota Sfilili metri e abbiamo iniziato lu scaialu della montagna. L'uria era frizzante, penetrava nelle ossa. Arrivati a 5300 metri abbiamo rizzato la tenda e trascorso la notte. Il giorno dopo abbiamo raggiunto la quota 60.10 metri e verso sera ci eravamo innalzati di altri 370 metri. Tra una tappa e l'altra dovevamo sostare a lungo per permettere ai I polmoni di acclimatarsi. L'aria [cominciava a essere rarefatta, si i luceva fatica a camminare. Ers ; vanto ormai a 6400 metri e aveva | mo calcolato che in tre giorni dovevamo raggiungere la vetta' | piantare la bandiera e '.ornare i indietro. Ma II diavolo ci ha mes ! so fa coda ». Giuseppe Peircd ha cominciato ad accusare i primi sintomi di malessere: capogiri violentissimi che gli facevano perdere l'equilibrio. Non voleva rinunciare all'impresa: credeva fosse un guaio passeggero che si sarebbe presto risolto. Ma sbagliava. I suoi compagni hanno dovuto fabbricare con gli sci una slitta-barella, portarlo al campo base e lasciarlo alle cure del prof. Mosca. Poi Varvelli, Giraudi e Agostino Perrod sono risaliti a quota 6400 metri, ma ormai l'impresa era a compromessa 9, L,, Q, ud| h prosegulto da e , g raggiunto una punta vera | ,,0j,,,' ,V,w' D ""aD *T , ,ni, o , 2^.'.^'*,..','. 8Snci?..8.,?iacc.,ai0 i Ine, l'Arkari P., che è a 7030 metri, ha piantato la bandiera ed è tornato. « Il Tirich Mir è sempre li — ha concluso amaramente l'ing. Varvelli — sarà per un'ultra volta ». -f capo e poi, aiutato dall'avv. Oberi ila firmato il documento. Respirando a fatica, ha mormorato: « Sono innocente, potrò aver fatto delle speculazioni sbagliate, ma non mi sono impossessato di una lira. Ho le mani pulite. Comunque, sono a disposizione delia giu¬ stlzla ». Nei prossimi giorni il doti. Mi letto trasmetterà gii atti al giudi ce istruttore, il quale dovrà approfondire l'aspetto penale della vicenda. I fratelli Agostino, a sinistra c Giuseppe Perrpd fotografali dopo l'arrivo a Caselle

Luoghi citati: Atak, Mosca, Pakistan, Torino