Fucilate nella notte, cresce la collera di Renato Proni

Fucilate nella notte, cresce la collera Fucilate nella notte, cresce la collera (Dal nostro inviato speciale) Belfast, 11 agosto. E* nuovamente sera a Belfast c a tre chilometri dal centro crepitano i fucili dei repubblicani, dei soldati inglesi e dei protestanti. Si spara contro tutti. I repubblicani cattolici, divisi tra di loro, si sparano anche a vicenda. I protestanti si sono pure gettati nella mischia, sparacchiando contro le case dei cattolici. Sarà probabilmente un'altra notte di sangue. Neppure la luce .del giorno porta più una pausa. In città scoppiano bombe, si lanciano bottiglie di benzina infiammate e si spara ininterrottamente da domenica. I morti di oggi sono tre civili, che hanno partecipato al- le battaglie contro l'esercito nella zona cattolica del mercato e della Springfield Road, ove avevano espugnato il for no più importante della città Il totale delle vittime sale co si a 21, ma secondo l'esercito i morti" sono 23. Mentre trasmetto giunge notizia che un altro civile è stato ucciso a Belfast, ma non c'è conferma ufficiale. Nella Whiterock Road si è combattuto sino alle 7 di stamattina. Seicento soldati hanno preso d'assalto le barricate difese da una ventina di uomini dell'esercito repubblicano irlandese. Le truppe sono convinte di avere ucciso un altro repubblicano. Anche nelle altre città i soldati hanno cominciato a rimuovere le barricate. Cosi a Londonderry ove ne erano state erette almeno 40. Qui, un capitano dell'esercito mi ha detto: «Siamo in controllo di tutti i Quartieri, le nostre truppe si muovono con un certo grado di libertà» Nella zona della Palls Road ho sentito molta gente lamentarsi del trattamento dei soldati impegnati nella distruzione delle barricate. Alcune donne hanno dichiarato di essere state percosse con i calci dei fucili e di essere state volgarmente insultate. Otto civili infatti sono ricoverati all'ospedale per choc e per lievi ferite. L'esercito ha arrestato circa 50 persone, alcune delle quali avrebbero preso parte ai combattimenti. Nella Springfield Road i repubblicani hanno anche deposto delle mine ma le truppe le hanno disinnescate. In questa azione un soldato è stato ferito a una spalla. Un altro militare è stato colpito non gravemente nelle operazioni odierne a Belfast. Nella Eliza Stieet, la battaglia per il forno è stata la più lunga. I repubblicani hanno resistito agli attacchi dei soldati per quattordici ore con un fuoco molto intenso. Alla fine sono stati costretti ad evacuarlo, lasciando sul terreno un morto e due feriti. E' chiaro che nonostante l'imprigionamento di 230 sospetti terroristi (altri 70 sono stati rilasciati oggi), i quadri dell'Ira (il cosiddetto «Esercito di liberazione irlandese») sono ancora così consistenti da rappresentare una minaccia per la provincia. Si ritiene che l'Ira abbia almeno cinquemila sostenitori di cui cinquecento sono guerriglieri urbani. Qua e là in città si ritrovano ancora morti, vittime delle battaglie dei giorni scorsi. Durante la notte e stamattina sono state ritrovate altre due salme. Nella zona del mercato è entrata in funzione anche una radio trasmittente clandestina dei repubblicani. Durante la notte, girando per la città, lo spettacolo era il medesimo: fucilate, a intervalli, con i soldati che non risparmiavano munizioni, ben protetti dai loro automezzi e dai giubbotti antipallottole. Al mattino la scena è cambiata; escono dalle case donne e bambini, che vogliono fuggire e non sanno dove. I profughi sono più di quattromila, duemilacinquecento sono partiti per la Repubblica d'Irlanda, altri per Manchester in Inghilterra, altri ancora sono andati ad occupare case disabitate. La gente piange e si chiede perché, ma l'odio di parte non si è spento in seguito ai tragici avvenimenti di questi giorni. Ciascuno impreca contro l'altro. Questa situazione, in chiave minore, si ripete a Newry, a Londonderry, ad Armagh. Oggi sono giunti a Belfast altri 550 soldati, portando così il totale ad oltre 12 mila ma si teme che non basteranno perché a Belfast si sta ormai assistendo allo sviluppo di una guerra popolare le cui conseguenze sono imprevedibili. Alle due di questo pomerig¬ gio è stato sepolto il reverendo padre HughMullan, ucciso mentre .stava somministrando gli Ultimi riti ad un uomo morente. I suoi parrocchiani hanno eretto una croce con un drappo nero nel punto in cui è caduto e le donne si inginocchiano per pregare per lui ed invocare una improbabile pace. I negozi e i centri sociali bombardati a Belfast e a Londonderry non si contano. A mezzogiorno di oggi ho sentito un forte scoppio nel centro ma di esso non è stata data notizia dalla polizia o dall'esercito trattandosi di cosa di ordinaria amministrazione. Molte strade sono ancora bloccate dalle barricate costituite da grossi automezzi bruciati e capovolti. Appena le truppe cercano di rimuoverle, i cecchini aprono il fuoco. Anche a Londonderry la Ira è stata molto attiva durante la notte. I tiratori repubblicani hannp ferito tre soldati. Se non fosse per le giubbe antipallottole i morti tra l'esercito sarebbero molti di più. Le battaglie di questi giorni hanno reso drammatica, per tutta la popolazione dell'Ulster, la questione della unificazione con il Sud. Sono molti ormai i giornalisti i quali prevedono che, entro qualche anno, l'Inghilterra non potrà più sostenere il costo politico e materiale della sua partecipazione alla vita nazionale dell'Ulster. L'uscita della Gran Bretagna, mi ha detto un giornalista della Bbc di Belfast, condurrebbe quasi sicuramente alla guerra civile, perché i protestanti non accetterebbero di essere governati da Dublino. Eppure la gravissima crisi nordirlandese dovrà essere risolta in chiave politica. Oggi a Lon¬ dra il dottor Patrick Hillery, ministro per gli Esteri della Repubblica di Irlanda, si è incontrato pei1 un'ora e mezzo con il ministro per l'Interno inglese, Reginald Maudling. I due uomini di governo hanno esaminato tutio il problema dell'Ulster, mentre Dublino chiede «un nuovo tipo di amministrazione» per la provincia. Dublino ha anche sollecitato una conferenza a tre per discutere una soluzione ed arrestare in qualche modo «la strage». Questa proposta potrebbe anche essere accolta da Londra, non essendo stata trovata irragionevole neppure da Callaghan, ex ministro laborista per l'Interno. Bernadette Devlin, la giovane deputatessa cattolica, ha riaffermato oggi che la lotta deve continuare ed ha annunciato che intende promuovere uno sciopero generale. Renato Proni -Belfast. Bernadette Devlin sta organizzando uno sciopero di protesta (Tel. Ap)

Persone citate: Bernadette Devlin, Callaghan, Patrick Hillery, Reginald Maudling