Condanne per tre comandanti di petroliere che inquinarono il mare nel Golfo di Trieste

Condanne per tre comandanti di petroliere che inquinarono il mare nel Golfo di Trieste Ieri per la prima volta davanti ai magistrati Condanne per tre comandanti di petroliere che inquinarono il mare nel Golfo di Trieste Uno è il capitano di una turbocisterna russa - Gli altri due comandano navi che battono bandiera liberiana - II p. m. aveva chiesto condanne severe ed esemplari - A tutti una multa di mezzo milione (Dal nostro corrispondente) Trieste, 10 agosto. I comandanti di due petroliere e di un « cargo », sono stati condannati dal pretore dott. Losapio, per avere inquinato il golfo di Trieste. E' la prima volta in Italia che, comandanti di navi sono chiamati a rispondere per reato di inquinamento davanti alla magistratura. I tre capitani, Armandy Maslon, della turbocisterna russa « T. C. Bucarest », Nicolas Kokkalis, del cargo liberiano « Faros » e Dimitrios Xenos, comandante della motocistema liberiana « Souvretta », sono stati condannati, in contumacia, ciascuno al pagamento di una multa di mezzo milione di lire e di un'ammenda di trentamila lire, perché riconosciuti colpevoli di inquinamento delle acque e violazione del codice di navigazione. I tre comandanti dovevano rispondere di, violazione del la legge 1965 sulla pesca la quale stabilisce che « chimi que immetta direttamente o indirettamente nelle acque sostanze inquinanti che prò vocuno danno alle risorse biologiche ed al patrimonio ittico, è punibile con la reclusione fino a due anni e con una multa fino ad un mi¬ lione di lire », nonché di infrazione dell'articolo 711 del codice della navigazione, secondo il quale « nei porti è vietato gettare materiale di qualsiasi specie ». Nei mesi scorsi, al comandante Maslon, la cui turbocisterna è una delle petroliere che più frequentemente attraccano al pontile dell'oleodotto Trieste-Ingolstadt, era stata fatta una contravvenzione dall'equipaggio di una motovedetta della capitaneria per la presenza di un grosso quantitativo di nafta nel tratto di mare intorno alla sua unità. La « Bucarest » si trovava attraccata al pontile numero due dell'oleodotto, assieme ad altre due navi. Il capitano Xenos, comandante della « Souvretta » si è visto contestare un'ammenda per avere immesso in mare, sempre al « terminal » dell'oleodotto, i50 chilogrammi di olio di macchina, a causa della rottura di un manicotto di scarico. 11 capitano Nicolas Kokkalis, comandante del mercantile « Faros », è stato invece condannato a pagare una multa per avere immesso in mare, al porto nuovo, una quantità imprecisata di nafta fuoruscita da una valvola di scarico a causa dell'immissione nei serbatoi di una quantità di olio superiore al necessario. Per tutti e tre i comandanti il pubblico ministero, dott. Bidoli, aveva richiesto -condanne « severe ed esemplari » e « tali da costituire — ha detto — una tappa importante nella lotta contro gli inquinamenti ». Nel caso del comandante della « Souvretta », il pubblico ministero, aveva chiesto addirittura il sequestro della nave non appena l'unità fosse entrata in acque territoriali italiane. I tre avvocati difensori avevano chiesto l'assoluzione dei comandanti, affermando | che in tutti e tre i casi la legge non era applicabile « in quanto gli inquinamenti non erano stati provocati volontariamente, ma per guasti meccanici imprevedibili ». Nel caso della motocisterna sovietica, poi, la difesa aveva chiesto l'assoluzione « per non aver commesso il fatto, in quanto — aveva affermato — non è stalo dimostrato con certezza che la nafta rilevata dall'equipaggio della motovedetta della capitaneria di porto era fuoruscita dalla "Bucarest" ». i. s.

Persone citate: Bidoli, Dimitrios Xenos, Faros, Nicolas Kokkalis

Luoghi citati: Bucarest, Italia, Trieste