Parigi ha saldato con due anni di anticipo i debiti col Fondo monetario internazionale di Carlo Cavicchioli

Parigi ha saldato con due anni di anticipo i debiti col Fondo monetario internazionale Mentre il governo avalla forti aumenti dei prezzi all'interno Parigi ha saldato con due anni di anticipo i debiti col Fondo monetario internazionale Le ultime due rate (per 609 milioni di dollari) sono state versate ieri - Una pagina pubblicitaria sui principali quotidiani per sottolineare l'avvenimento - Al primo agosto '69 le riserve erano di poco superiori a 6 miliardi di franchi, alla stessa data di quest'anno sfiorano i trentacinque miliardi (Dal nostro corrispondente) Parigi, '9 agosto. A due anni dalla svalutazione del franco, Parigi ha finito di pagare i debiti che aveva contratto con il Fondo monetario internazionale, con le banche centrali straniere, con le banche commerciali: e nello stesso tempo le sue riserve si sono consistentemente accresciute. Le ultime due rate al Fondo monetario, in totale 609 milioni di dollari, sono state versate oggi, con largo anticipo sulla scadenza fissata, la quale avrebbe consentito d'aspettare fino alla primavera del 1973. Il governo francese è così compiaciuto della performance, così apparentemente euforico, che non ha esitato a spendere un po' dei suoi risparmi in pubblicità e fare partecipi cosi della sua esultanza i cittadini che ha voluto elogiare ed adulare un poco. Su tutti i giornali della capitale, dal socialista Combat all'indipendente Le Monde ed al conservatore Figaro è apparso un annuncio a pagina intera, a cura del ministero delle Finanze, con molto spazio bianco (ma vi una simile occasione non è il caso di economizzare lo spazio) raffigurante un franco con la laboriosa Marianna scalza, intenta a seminare un campo all'alba. Sotto l'illustrazione, nella metà inferiore della pagina, il testo in caratteri vistosi dice che il 1" agosto 1969 le riserve nette della Francia in oro e valute pregiate erano di 6 miliardi e 714 milioni di franchi (1 miliardo e 360 milioni di dollari) mentre alla data del 1" agosto 1971 la cifra è di 34 miliardi e 891 milioni di franchi, pari a 6 miliardi 282 milioni di dollari. Nascerebbe a questo punto il dubbio che dalla seconda somma vada detratto il versamento al Fondo monetario. E invece no: « Grazie al lavoro dei francesi la Repubblica ha rimborsato il 9 agosto il totale dei debiti contratti negli ultimi anni e ha accresciuto le sue riserve di oro e valuta di 5 miliardi di dollari. Lo sforzo continua...». Il ministro delle Finanze. Valéry Giscard d'Estaing ha poi precisato meglio la situazione in una dichiarazione alla stampa: « Il rimborso al Fondo monetario — ha spiegato — ha certe caratteristi- che e s'ispira alle seguenti considerazioni: alla svalutazione dell'8 agosto 1969 l'avere netto in oro e divise pregiate del nostro paese si era ridotto a 6369 milioni di franchi, 1292 milioni di dollari; perciò Parigi chiese al Fondo di utilizzare le proprie facoltà di prelievo condizionale per pagare in parte debiti a. breve termine contratti con le banche centrali straniere; ottenemmo un credito di 984 milioni di dollari; il rapido riassestamento delle nostre finanze esterne ci ha indotti a iniziare il rimborso nel mese di aprile 1970. « Prima dell'operazione odierna — ha proseguito Giscard — ci rimaneva verso il Fondo monetario un debito di 234 milioni di dollari; inoltre la ricostituzione della nostra facoltà di credito internazionale, la cosiddetta "fetta d'oro", esigeva il versamento di 375 milioni di dollari, parte in metallo prezioso. Dunque sono 609 milioni di dollari, anzi per essere precisi 608,8 che la Francia ha pagato oggi: senza che le riserve pubbliche se ne trovino diminuite, grazie alle deduzioni fatte in precedenza nei rapporti delle banche commerciali francesi. Trascorsi esattamente due anni dalla svalutazione, grazie all'attività dei francesi e al loro sforzo encomiabile nell'esportazione, la Repubblica non ha più alcun debito né. a corto né a medio termine verso l'estero ». - L'insistenza nell'elogio al lavoro dei francesi è un poco sospetta. L'inconsueto trionfale annuncio pubblicitario governativo figura sui giornali a poca distanza dagli articoli, pur essi vistosi, su una serie di robusti aumenti di prezzi voluti e avallati dal governo: salgono del dieci per cento i trasporti pubblici, e di poco meno l'elettricità ed i telefoni. Carlo Cavicchioli

Persone citate: Giscard D'estaing

Luoghi citati: Fondo, Francia, Parigi