Dura da 18 mesi la stasi produttiva di Giulio Mazzocchi

Dura da 18 mesi la stasi produttiva Nota Iseo per il primo semestre Dura da 18 mesi la stasi produttiva | E' la più lunga subita dall'Italia nel dopoguerra 'Nostro servizio particolare) Roma, 9 agosto. L'Istituto per lo studio della congiuntura l Iseo ) ha espresso oggi il suo giudizio sullo stato dell'economia al termine del primo semestre (tutti i principali dati sono noti) e sulle sue possibilità di sviluppo per il prossimo periodo. Il reddito nazionale lordo è stato pari a quello del corrispondente periodo 1970, non perché l'aumento nell'agricoltura e nei servizi (che pure v'è stato) compensi in pieno la perdita della produzione industriale, quanto perché la perdita reale nell'industria sarebbe inferiore a quella teorica denunciata dagli indicatori economici. Gli indicatori infatti, come l'Iseo ricorda, sono stati costituiti nel 1966 sulla base del potenziale allora esistente nell'industria. Ma l'evoluzione più accentuata di singoli .settori ha portato, nel frattempo, a un aumento del 38 per cento del valore reale aggiunto, contro un aumento degli indicatori statistici limitato al solo 27 per cento. Tuttavia, se l'anno scorso si era alla presenza di un andamento alterno fra i vari settori dell'industria, quest'anno gli andamenti di stagnazione sono sempre più sincroni. Sembra inoltre che tra gli ostacoli alla produzione vada emergendo una carenza di domanda. La domanda delle famiglie resterebbe ancora alta, quasi esclusivamente in alcuni speciali settori come i viaggi, il turismo, il complesso dei servizi domestici sosti¬ tutivi ( lavabiancherie, lavapiatti, eccetera). Si sarebbe insomma alla presenza di una «ristrutturazione dei con- \ sumi familiari». Conseguenze di tutti questi fattori sono l'attenuarsi de- ! gli aumenti di prezzo all'ingrosso (solo 41,1 nel primo semestre), cui tarda ancora ad adeguarsi il settore al mi- : nuto e l'attenuarsi del disavanzo commerciale e di quellp della bilancia dei paganienti valutaria. Tuttavia il i « ristagno produttivo » è il più lungo (18 mesi) che mai la nostra economia abbia subito nel dopoguerra e contrasta con le larghe disponibilità dei fattori di fondo. A parere dell'Iseo, causa | del perdurare del ristagno è, da una parte, la riduzione dei tassi d'aumento del monte salari complessivo, non tanto per riduzione d'impiegati quanto per riduzione delle ore di lavoro complessivamente prestate; dall'altra, vi è l'attesa delle aziende di conoscere il momento d'applicazione dell'Iva (più favorevole agli investimenti) e delle contromisure fiscali decise dal governo (il Senato le ha approvate sabato). L'Iseo ritiene anche che il passaggio tra Ige e Iva determini un alleggerimento delle scorte in tutti i settori economici: se così fosse davvero, appena in vigore la riforma tributaria, dovrebbe esserci un motivo in più per la ripresa (tra ottobre e dicembre) oltre a quelli che l'Iseo stesso indica. Giulio Mazzocchi

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