Sveglia all'alba e marce forzate Cura-Seghedoni per il Catanzaro di A. Giulio Accatino
Sveglia all'alba e marce forzate Cura-Seghedoni per il Catanzaro Nel ritiro di Platania si lavora già a ritmo serrato Sveglia all'alba e marce forzate Cura-Seghedoni per il Catanzaro L'allenatore pretende dai suoi uomini « tenuta», slancio e grinta per sopperire alle deficienze tecniche - Ieri la preparazione ha avuto inizio alle 5,30 - Il presidente Ceravolo giudica soddisfacente la situazione finanziaria - L'ampliamento dello stadio consentirà maggiori incassi (Dal nostro inviato speciale) Platania, 7 agosto. «Mazzola 4- Rivera = Franzon». Franzon. per chi non lo \ sapesse, è il capitano-regista del Catanzaro, uno degli uomini chiave nel gioco che hanno portato i calabresi in serie A. La scritta, in calce bianca, spicca sul grigio dell'asfalto della strada proprio davanti all'albergo di Platania che da ieri ospita i giallorossi catanzaresi. E' opera di un tifoso in vena di facezie, ed i giocatori (Franzon compreso) sorridono alla battuta che resta comunque una prova della grande considerazione degli sportivi della Calabria per la loro squadra. Le macchine, ostentano un disco giallo con una grande «A» stampata in rosso con la scritta « Si sta, si sta in serie A ». L'entusiasmo, diremmo quasi le feste per il grande avvenimento, sembrano durare all'infinito. In questo clima di entusiasmo i vecchi ed i nuovi giallorossi lavorano agli ordini di Seghedoni che è un allenatore giovane, autodidatta, ma preparato, serio e intelligente. Parla di calcio con competenza, discute di preparazione atletica utile a favorire la circolazione, fatta per aiutare la respirazione e per aumentare il ritmo. E se discute della sua squadra non teme di contraddirsi affermando 1 con orgoglio: « Se non credessi in questi uomini me ne sarei andato. Sono rimasto perché sono convinto delle loro possibilità ». « E' bene precisare — continua Seghedoni— che ci sono almeno dieci squadre tecnicamente più forti di noi. Anzi, attenendoci alla logica, il numero sarebbe ancora superiore. Ma questo non ci fa paura. Noi del Catanzaro risponderemo con la grinta, con la velocità e con il ritmo alla inferiorità tecnica. L'impegno è la nostra dote migliore ». Ed è per creare questo siato d'animo di strenui combattenti e di gente che non rinuncia alla fatica che stamane i giallorossi si sono svegliati alle 5.30. Con l'ora legale significa alle 4.30, una alzataccia che farebbe inveì- re certi atleti e certi trainers abituati all'ut alba del mezzodì ». Ancora prima delle sei la comitiva, con Seghedoni in testa, era in cammino sui saliscendi dei piccoli Appennini che circondano Platania. Due ore di marcia faticosa sui sentieri scoscesi e di esercizi atletici, poi il rientro in albergo per la colazione. « Il footing si fa al mattino — dice il Seghedoni — ed i ragazzi non protestano: i vecchi sono abituati, i nuovi sperano che i dieci giorni iniziali (quelli più duri) passino in fretta ». Seghedoni accetta il discorso sui rischi che comporta la formazione e specialmente sui pericoli di presentare molti esordienti nella massima divisione. Solo cinque giallorossi hanno già disputato gare in serie A. Sono Monticolo e Braca (Napoli). Spelta (Varese). Bertuccioli e Ciannameo (Spai). « Una volta o l'altra bisognerà pur cominciare — risponde Seghedoni —. A me sta bene la Coppa Italia. Servirà di preparazione al campionato. Vedrete che il Catanzaro sarà una matricola molto interessante. Giocheremo con il 4-3-3, senza rischiare ma senza rinunciare all'attacco ». Nei preventivi del trainer forse c'è un eccesso di fiducia perché difficilmente la squadra manovrerà con tre punte fisse. Del resto nessuno può pretendere dal Catanzaro lo spettacolo. Ai dirigenti, ai giocatori ed allo stesso Seghedoni basta la salvezza. Rispetto alla scorsa stagione la squadra appare notevolmente rinforzata. I nuovi sono Spelta (ala del Modena), Monticolo (terzino del Napoli), D'Angiulli (terzino del Monza), Zuccheri (difensore della Regguma), Bertoni (portiere) e Seghezza (centrocampista) del Crotone. Per portare a termine questa operazione, oltre al « sacrificio » di alcuni giocatori minori, la società ha speso duecentodieci milioni garantiti presso la Lega con versamenti e fideiussioni bancarie, come vuole il regolamento. Il presidente, avvocato Ceravolo, parla della situazione finanziaria con assoluta calma: « Noi non rischiamo certo il fallimento. Lo scorso anno ho chiuso il bilancio con tre milioni di passivo. Quest'anno le cose dovrebbero andar meglio. L'ampliamento dello stadio ci consentirà di ospitare circa quarantamila spettatori ogni domenica. La capienza è quasi doppia rispetto allo scorso anno. Debbo pubblicamente ringraziare le autorità comunali che hanno stanziato senza ritardi burocratici i duecentocinquanta milioni necessari per i lavori che saranno completati entro il 25 settembre. Disputeremo la Coppa Italia a Cosenza, ma saremo a casa nostra per l'esordio in campionato, con l'Inter, nella seconda giornata del torneo ». « Il rammarico dovuto al mancato aiuto da parte della Regione — continua l'avv. Ceravolo — è largamente compensato dalla comprensione degli amministratori provinciali che ci hanno concesso subito ottanta milioni di contributi. La società finanziariamente è solidissima. Quest'anno raggiungeremo circa 350-400 milioni d'incasso rispetto ai centoquaranta della scorsa stagione. La serie A costa parecchio, ma c'è la contropartita». In questo clima di assoluta tranquillità i giallorossi si preparano alla prova più difficile e più affascinante della loro carriera. E' impossibile prevedere cosa potranno fare nel prossimo torneo che iniziera ad ottobre. Noi per il momento dobbiamo costatare la capacità organizzativa dei dirigenti, i ragionamenti pacati e interessanti dell'allenatore Seghedoni e la ferma volontà dei giocatori di non fallire l'obiettivo minimo che è quello di rimanere in serie A. Giulio Accatino Il trainer Seghedoni
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