Più promossi alla "maturità,, ma il sistema lascia scontenti di Felice Froio

Più promossi alla "maturità,, ma il sistema lascia scontenti I professori dicono: "Questi esami sono inutili,, Più promossi alla "maturità,, ma il sistema lascia scontenti Secondo numerosi esaminatori, le norme attuali, al terzo anno di esperimento, non consentono di accertare il grado di preparazione dei candidati - Dichiarazioni del ministro Misasi '(Nostro servizio particolare) Roma, 6 agosto. Anche quest'anno gli esami di maturità hanno suscitato polemiche. Candidati, professori, famiglie sono scontenti; il sistema d'esame (al terzo anno d'esperimento) non riesce, dicono, ad accertare la maturità e la preparazione degli studenti, non assolve, pertanto, la sua funzione, che è quella d'operare un controllo al termine del corso degli studi. Molte commissioni hanno promosso tutti, alcune hanno conrminato parecchie bocciature, altre hanno dato voti « compensativi » livellando i valori. Stamane il direttore generale dell'Istruzione tecnica, Guido D'Aniello, ci ha detto: «Gli undici miliardi che lo Stato spende per la maturità sono sprecati. Questi esami sono inutili». Il ministro Misasi, al quale abbiamo riferito i giudizi di alcuni professori, ci ha dichiarato: «La riforma degli esami di maturità è prevista, ma nel contesto di quella globale della scuola secondaria superiore. Ci saranno alcune innovazioni che verranno applicate fin dal primo anno dell'entrata in vigore della riforma generale; tra queste la soppressione della sessione di riparazione e un nuovo sistema degli esami di maturità. Ancora non abbiamo messo a punto il meccanismo, ma ritengo che si debba giungere alle commissioni composte dagli stessi insegnanti della scuola, che sono i giudici naturali, con un presidente esterno ». Il prof. Giovanni Gozzer, capo deirufficio studi e programmazione del ministero, ritiene invece che la riforma della maturità debba farsi subito. « Come tecnico e non come politico — ci ha dichiarato — posso affermare che l'esito della maturità 1971 ha dimostrato che ormai lo strumento ha perso ogni significato sia in termini dì selezione scolastica, sia in termini di abilitazione all'esercizio professionale. E' un esame che non accerta nulla. Personalmente ritengo che bisogna assumere rapidamente nuove misure, indipendentemente dalla futura riforma della scuola secondaria superiore». «Occorre — ha proseguito — scindere il momento "fine studi", dal momento "abilitante": mentre il primo è, ovviamente, la constatazione del processo di svolgimento culturale che può essere accolto anche in difformità dai rigidi "curriculi " scolastici, il secondo ha un preciso riferimento a conoscenze professionali. Al limite, si può ammettere che un allievo liceale o tecnico abbia una maturità scolastica, ma non sia abilitato all'accesso professionale o a quello universitario. Penso che ormai dobbiamo considerare la possibilità di dare, alla fine del penultimo anno, una maturità "fine studi", sia pure con commissioni interne come suggerisce il ministro Misasi; ma che l'ultimo anno debba essere un anno abilitante, rigorosamente selettivo. Tutto questo non può essere rimandato di anno in anno. Il Paese produce ormai gruppi di diplomati travolti in una ondata di confusione e disorientamento: la colpa di questa tergiversazione è nostra, non loro ». I primi risultati della maturità confermano la tendenza all'aumento dei promossi. Nel 1968 (ultimo anno degli esami col vecchio sistema, cioè con prove in tutte le materie) i maturi sono stati l'84,9 «A; nel 1969 l'89,l0-o; nel 1970 il 90,7Va. Questi risultati riguardano i risultati complessivi, cioè la maturità classica e quella tecnica, i candidati interni e i privatisti. Le percentuali dei promossi tra gli studenti interni sono ancora più alte: il 94,7 ".o per la maturità classica, il 95,8 0.u per la tecnica. La percentua-1 le dei promossi di quest'anno sarà ancora più alta. La maturità si è « sdrammatizzata ». Sono terminate le apprensioni e le psicosi che hanno coinvolto tutte le leve di candidati fino a 5-6 anni fa. Questo, tuttavia, non significa, a quanto pare, che sia stata trovata la soluzione giusta per operare il controllo al termine del corso degli studi. Abbiamo asprunlaabchprnivalicnimefflidalhadocoaclaprdizisegiimconasetoscsodmq«qllitvltlleacrIIzfdtcLdl ascoltato il parere di alcuni professori: parole amare e una. diffusa sfiducia. Un professore dice: « Nella mia commissione erano abbinate due sezioni: una che, per tutto l'anno, aveva preferito disertare le lezioni, l'altra composta di giovani che, per tutto il corso liceale, fino agli ultimi giorni, si sono impegnati seriamente, raggiungendo una effettiva maturità e una solida preparazione. Ebbene, alla resa dei conti i voti hanno livellato tutti creando incredibili ingiustizie. La commissione, quando si è accorta che i candidati della prima sezione non erano preparati, ha cercato di individuare le capacità potenziali di ciascuno. Quale esemplo abbiamo dato ai giovani? E' un invito a non impegnarsi; molti hanno concluso che non vale la pena studiare con impegno. Il senso della giustizia è molto forte nei giovani e la scuola, che rappresenta la società, si comporta nel modo più diseducativo». Una professoressa, commissaria in un liceo di un quartiere « bene » di Roma: «Avremmo dovuto bocciare quasi tutti. Quando ci siamo accorti del grado di ignoranza, ci siamo limitati a far scegliere gli argomenti dai candidati. Inutile, una preparazione non s'improvvisa e tanto meno diventa maturo chi non studia. Però, li abbiamo promossi tutti ». La commissione dell'istituto magistrale «Finocchiaro Aprile», di Palermo, ha dichiarato maturi i 65 candidati, attribuendo a "tutti il minimo punteggio di 36. Ha inviato al ministero una relazione in cui, tra l'altro, si legge: «Il termine "maturità" è sfato ancora una volta condizionato Hai limite scolastico del nozionismo, quindi, salvo pochi casi, esso è ben lontano da quella cultura che una circolare ministeriale definisce modo di essere piuttosto che modo di sapere». Di conseguenza, la decisione dl promuovere tutti va intesa « sia nel senso che la commissione ha ritenuto dì doversi adeguare ad un certo livello tradizionale, per non fare pagare ai giovani uno scotto troppo alto per la loro responsabilità, sia per esprimere sfiducia nel criterio della ripetenza quando in Italia il giovane viene ricondotto per un anno in un ambiente che gli insegna o ad adeguare la propria personalità a dati \ oggettivi che non sono cultura, o a cercare fuori della scuola elementi di interesse U. — ,. T-i . Felice Froio *

Persone citate: Finocchiaro Aprile, Giovanni Gozzer, Guido D'aniello, Misasi

Luoghi citati: Italia, Roma