Paladini, vescovi e mercanti di Carlo Carena

Paladini, vescovi e mercanti La vita quotidiana nell'Alto Medioevo Paladini, vescovi e mercanti jEìi quando l'aumento della po-1 polazione contadina crea un \ nuovo gruppo sociale abnor-1 me e spregiato, i mercanti. Questi stabiliscono i loro traffici fuori dalle mura e li sorge un borgo affaristico. Il Pirenne. come si vede, istituisce uno stacco netto tra la città romana e la moderna, una frattura di vita. Soio in Italia i legami politici e culturali con Bisanzio paiono conservare più marcatamente le strutture romane; ma proprio in Italia i si afferma il grande modello | mercantile di Venezia. Sono però le Fiandre, le hanse nordiche a premere sulla visione dello storico belga e a I determinare la sua tipologia del centro urbano, proiettata | verso il futuro più che volta all'indietro: una città commerciale e industriale, la cui funzione essenziale è quella l di trasformare e diffondere la ricchezza entro il retro-1 terra stagnante delle campagne. L'attrazione di quei borghi divenne irresistibile per un tipo umano nuovo, mezzo pellegrino e mezzo avventuriero, come quel caratteristico santo inglese, Godric di Finchale, di cui ci parla il Pirenne stesso, figlio di poveri agricoltori, ripulitore di sabbie e cacciatore di relitti rigettati dalle onde del mare, poi venditore ambulante di paccottiglia e infine ricchissimo commerciante, prima che la vocazione monastica lo toccasse e lo inducesse a lasciare il mondo. O come i venditori di reliquie, i domatori di orsi e di scimmie ballerine, i pellegrini di Terrasanta, mezzi mercanti anche loro all'occasione, che compaiono pittorescamente nel era più che un piccolo cenUro di potere vescovile, non di vita ma di sopravvivenza per masse anonime di pove ra gente contro le incursioni dei Saraceni o dei Norman ni. La nuova città nasce len tamente accanto all'antica ina | psicologia umana in quei se- coli alti. ULa forza del volume è tut- ta nell'attrattiva e nell'impor- 1 tanza della documentazione | spicciola di tanta varietà, nel | quadro multicolore di un mondo ricco di contraddi- zioni e nell'inesauribile cu-1 riosità di chi si volge al passato, alla vita complessa dei l'uomo come a un'autentica, continua realtà, Su questo tema dominante nella storia medioevale, dei S-ZH^J? .S"C005^0-.??f-tui- irapporti tra città e campagna, mentre ci documentano con editti, cifre, carte e can- i zoni queste pagine dilettose, t'altra via un volumetto di IHenri Pirenne, pubblicato da jLaterza: il charmant petit ,livre, come fu definito, del |grande storico dell'economia medìoevale e di Maometto 3 Caiiomagno, pure apparso da Laterza nel '69 e diverso nel tema ma non nella problematica di fondo. Libretto di sintesi, non privo dei rischi delle ipotesi e oggi, naturalmente, a quarantacinque anni dalla sua comparsa, delle rughe del tempo. Ma anche capace di amener l'homme à pensar, come fu pure detto, e con un ruolo importante alle sue spalle per l'impostazione del tema della città negli studi storici moderni. La tesi di base del Pirenne è che nell'Alto Medio Evo l'antica città avesse perduto Una città circondata di mura: miniatura del 1200 (Biblioteca Nazionale di Parigi) G. Barni - G. Fasoli: « L'Ita- lia nell'Alto Medio Evo », Ed ntefc pag. 793, lire Ed. Utet, 14.000. H. Pirenne: « Le città del Medioevo », Ed. Laterza, pag. XLVIII-163, lire 1000. Ogni età della storia è un continente dalle ricchezze ine- sauribili, e lo storico un esploratore sempre fortuna- to: trova i pendagli e gli amu- leti dei selvaggi, l'oro setac- ciando le acque dei fiumi, o può salire alle grandi ve¬ dute, spaziare dai monti su immense pianure. c,h.^ »J«*Jl s^Vzz.i9arli -con Ecco ora l'Alto Medio Evo due diversi vol"mi; *lima' e per ogni aspetto della sua vita così straml| col grosso tomo che gli è riservato nella collana Utet dedicata ai costumi dell'uomo nelle varie età. La panoramica ab- braccia i secoli dal V al X dalla caduta dell'impero ro mano alle invasioni dei Goti, dei Longobardi, dei Franchi; gli Stati e il papato, le tecniche e le arti, la cucina e la cosmesi, i banchetti pantagruelici e il volto ingioiellato di Teodora. Un mondo così diverso dal nostro, una storia tumultuosa che è difficile seguire nei suoi frequenti passaggi di tempi e di spazi, nelle altalene dei dominatori; e accanto a tutto questo il torpore dei fondali remoti della campagna, delle stabili volume di Barrii e Fasoli. I balzelli, le razzie e le guerre continue che grava-vano sui campi in modo ir- rimediabile, non impedivano ai « piedi polverosi », i pedes pulverosi o piedpowders come venivano chiamati, di valicare le Alpi o di scendere i fiumi tra un mercato e l'altro. Il ceto sociale degli abitanti dei nuovi borghi, i « borghesi », introduce non solo una nuova vita economica e sociale, ma una nuova etica, un nuovo diritto, nuovi costumi e nuovi caratteri. Questa la città nuova del Medio Evo rispetto alle città morte di eredità romana: una forte associazione di interessi e di potere laico che si costituisce accanto alla Chiesa e alla nobiltà e sarà presto protagonista della storia. Il Pirenne già vede correre fra le sue strade lo spiritus capitalisticus che altri fanno nascere solo con l'età rinascimentale, e con esso l'idea vera della città moderna. Carlo Carena

Persone citate: Fasoli, Goti, Saraceni

Luoghi citati: Italia, Venezia