Possiedono terre, cascine e trattori ma le ragazze rifiutano di sposarli di Remo Lugli

Possiedono terre, cascine e trattori ma le ragazze rifiutano di sposarli Protesta-appello degli agricoltori di Tromello Lomellina Possiedono terre, cascine e trattori ma le ragazze rifiutano di sposarli Le giovani nubili non vogliono più saperne di lavorare nei campi e non credono nemmeno alla promessa di stare in casa ad accudire alle faccende - Gli agricoltori si sono rivolti tra il serio e il faceto alle ragazze del Sud per rispondere al «boicottaggio» delle compaesane - «Di questo passo, dice il sindaco, il paese si spopola: preferiscono andare in fabbrica» (Dal nostro inviato speciale) Tromello, 4 agosto. Un appello per le donne del Sud: volete venire in Lomellina a sposare i coltivatori diretti? Ce ne sono parecchi scapoli e non riescono a trovare moglie. Hanno centinaia di pertiche di terreno, mucche, trattori e tante altre macchine agricole, ma non hanno l'affetto di una donna. Su questo argomento, serio, in questi giorni qui a Tromello s'è scherzato. Nei locali pubblici e sui muri del paese sono apparsi dei manifesti dell'Ami, una inesistente « Associazione maggengo italiano » di cui sono promotori scapoli e non scapoli. « Perché — dice il titolo — le nostre donne non vogliono più sposare i nostri perdapiedi? (« perdapiedi » nel gergo locale significa contadino che lavora sul suo, cioè coltivatore diretto n.d.r.). Tromellcsi, uniamoci per combattere questa prevenzione e boicottiamo le donne di Tromello ». L'Ami nel manifesto afferma tra l'altro che è più facile trovare un fungo porcino nei giardini pubblici di Milano che trovare una moglie a un coltivatore diretto e propone quindi agli scapoli locali (f una spedizione in Calabria e precisamente ad Aquino, Castrocielo e Pontecorvo dove è ancora possibile trovare delle brave e belle ragazze disposte a sporcarsi di Urea, Tafanoide e altri indispensabili generi... profumati ». Anche le indicazioni geografiche dimostrano il tono scherzoso dell'intervento perché i tre paesi indicati non sono in Calabria, ma nel Lazio. Dice Carlo Grigioni, 31 anni, ferroviere da un anno e fino all'anno scorso « perdapiedi », uno dei promotori dell'Ami: « I nomi dei paesi li ho scelti a caso sull'orario jerroviario. E' uno scherzo che però vuole mettere in evidenza una situazione reale, sotto un certo aspetto drammatica. Ho lavorato la terra fino a un anno fa e so io quali esperienze amare ho vissuto: dalle donne di Tromello ho avuto indifferenza e rifiuti ». Tromello era, fino a qualche decennio fa, un paese prettamente agricolo, con cascine a quadrilatero, chiuse come forti, abitate da schiere di contadini e braccianti; si produceva riso, granturco, frumento, latte, carne. Si producono ancora in buona quantità, ma le campagne si sono spopolate; nella cascina Roventino, ad esempio, con 5500 pertiche, cioè 365 ettari, c'erano 200 lavoratori agricoli, ora ce ne sono meno di venti che però dispongono di decine di macchine, dalle mietitrebbia alle spandiletame. La gente lascia la campagna. «E' un paese che a poco a poco scomparirà — dice il sindaco Emilio Gilardoni. — Vanno tutti a lavorare in fabbrica, a Vigevano, a Pavia, a Mortara ». Nel 1938, gli abitanti erano 4 mila, nel 1961 3630, oggi sono 3279. « Nel '61 i matrimoni furono 27; nel '70, 20; e nei primi sette mesi di quest'anno sono stati appena 8 — dice il parroco don Alfredo Gibelli — e per trovare, nei registri, l'ultimo coltivatore diretto che ho sposato devo risalire al 1969 e quello precedente si sposò addirittura nel 1967». Ogni mattina da Tromello Mnfptdfpccmlnm—cuvnspsppvpvlvdmeaacsfinirepmlcpscctgr3—ntg1partono verso le industrie I delle vicine città almeno 600 i uomini e donne; altri operai | lavorano in piccole fabbriche locali; a lavorare i campi sono rimaste meno di 150 famiglie e in queste famiglie i giovani al di sotto dei 25 an- I ni si contano sulle dita, quel- j li della generazione di mezzo sono quasi tutti tra i 30 e i 40 anni e scapoli. Dice Ernesto Negri, 34 an- | ni, 170 pertiche di terreno i di proprietà sue e di suo fratello quarantatreenne, pure ! scapolo: « E' tanto che aspet lo l'occasione, ma l'occasio- ne non arriva mai, ora non i c'è più speranza. Quando le \ donne sanno che siamo "per- dapiedi " non ci guardano più i in faccia anche se prima di- j mostravano un po' di simpa- i Ha ». Luigi Colombani, 34 an- | ni, 110 pertiche: «Mi hanno già dello di no alcune volte. Non basta promettere alle donne che non si manderanno nei campi, non. sì fidano, di- j cono che il nostro lavoro è \ troppo esteso nella giornata, \ usciamo di casa ai mattino j per rientrare quando il sole è j calato e siamo sporchi, puz- j zolenti ». | Ora Colombani una fidan- zata, o quasi, l'ha trovata. E' Maria Teresa Serafini, 24 an- i ni. Scherzano ridendo su que-1 sto loro rapporto non ancora : ben delineato. Le chiediamo: k Se Luigi le propone di ma-; lutarsi, accetta? ». « Posso accettare, ma guai se non mantiene la promessa di non farmi andare nei campi: in questo caso divorzerei subito ». Mormora una donna che è nel gruppo e ha sentito queste frasi: « Maria Teresa accetta perché Luigi è anche proprietario di un negozio di elettrodomestici, spera di andare a fare la commerciante; e poi perché sta costruendo una casa nuova per lasciare la cascina ». -, Certo, l'abitazione incide molto nella prevenzione che le donne hanno per gli uomini che lavorano la terra. « Come si fa — dice una ragazza — ad andare ad abitare in case senza comodità, spesso umide, con il letamaio davanti alla finestra della cucina, magari il gabinetto all'esterno con une tela di sacco per porta ». Lo sa anche il sindaco: « Se riuscissimo a portare in porto un nostro progetto, forse alcuni coltivatori diretti troverebbero più facilmente da sposarsi: vorremmo costruire un villaggio di una quarantina di villette, da destinare ai " perdapiedi ". Noi provvedei-emmo all'esproprio dei terreni e loro pagherebbero i mutui». La nostra presenza davanti a uno dei manifesti dell'Ami attira la gente, si forma un crocchio, ognuno dice la su^ sull'argomento: Adriana Taffanin, veneta, 16 anni, operaia in una guanteria: « Non ho niente contro i contadini, ma io non lo sposerei uno di loro, è una vita troppo brutta e faticosa, mio padre lo era, poi si è stancato ed ora fa il muratore ». Mariangela Carletti, 40 anni, che lavora in campagna. « Mi sarebbero capitate diverse occasioni per sposarmi, ma sempre con un contadino e non ho mai accettato con la speranza di poter cambiare mestiere, un giorno o l'altro ». « Tutte storie — dice Giuseppe Spartirli, 35 anni, sposato da sei anni. — Mia moglie viene con me nei campi ». « Ed è contenta? » « Questo non lo so, non gliel'ho mai chiesto ». Remo Lugli Pavia. Ernesto Negri: « Le donne non accettano la nostra corte » (Foto Moisio)