Spedizione piemontese nel Pakistan

Spedizione piemontese nel Pakistan All'attacco del Tirich Mir (7700 m) nell'Himalaya Spedizione piemontese nel Pakistan E' formata da tre ingegneri torinesi e da due guide valdostane - Hanno già posto il campo base a 5000 metri di quota Una spedizione di alpinisti piemontesi è impegnata in questi giorni in una difficile impresa tra le vette del Pakistan occidentale, nella regione dell'Hurdu Kush. I cinque partecipanti, tre ingegneri torinesi e due guide valdostane, tentano infatti la conquista della più alta montagna del paese, il Tirich Mir, di 7700 metri. Dopo le imprese di Compagnoni e Lacedelli (conquistatori del K2), di Bonatti e Mauri (Gasherbrum IV) e di Pellissier (Kanjut Sar), sarebbe questa la quarta vetta in ordine di altezza raggiunta da alpinisti italiani. Della spedizione, patrocinata dal Cai e dalle Regioni Piemontese e Valdostana, fanno parte gli ingegneri Pier Franco Giraudi, Riccardo Varvelli (entrambi alla loro quarta esperienza in zona himalayana) e Paolo Mosca, e due famose guide di Courmayeur, i fratelli Giuseppe e Agostino Perrod. Prima ancora delle notevoli difficoltà tecniche dell'impresa, i cinque alpinisti hanno dovuto superare diverse noie burocratiche: il governo pakistano non concede infatti alle spedizioni che lo richiedono il permesso di scalare il Tirich Mir. Raggiunta Peshawar in ae- reo ai primi di luglio, è sta- to perciò necessario quasi un mese per organizzare la carovana con cavalli e porta- tori ed arrivare ai primi con- trafforti del gigante himalayano. Dopo sette giorni di marcia ( pochi giorni or sono, secondo le ultime notizie giunte alla signora Maria Ludovica Varvelli, moglie del capo spedizione), è stato posto il primo campo base, a quota cinquemila. La signora Varvelli, quando non partecipa di persona alle spedizioni, assume il ruolo di « assistente a terra ». « Ho potuto dare la notizia solo ora — ha detto — dopo aver ricevuto un telegramma convenzionale da mio marito. Io ho il compito di raccogliere tutta la documentazione sul tentativo che, anche se dovesse fallire in extremis, rappresenterebbe in ogni caso una impresa di valore ». La salita avverrà lungo il versante occidentale, seguendo la via indicata come possibile dal noto scalatore Kurt Dimberger. La via di salita prevede difficoltà su roccia e ghiaccio di 4" e 5" grado con alcuni passaggi molto impegnativi. Altri due campi sono previsti prima del definitivo assalto alla vetta, rispettivamente a 6400 e 6900 metri d'altezza. Se la scalata si con eluderà felicemente il rientro in Italia della spedizione è previsto per la metà di agosto. La signora Maria Ludovica Varvelli, che ha ricevuto un telegramma cifrato dal marito, capo della spedizione

Luoghi citati: Courmayeur, Italia, Pakistan