Minaccia di allargarsi la crisi nelle giunte di Centro Sinistra

Minaccia di allargarsi la crisi nelle giunte di Centro Sinistra Dopo la formazione del tripartito (de, psdi, pri) in Piemonte Minaccia di allargarsi la crisi nelle giunte di Centro Sinistra A Genova la coalizione quadripartita si è rotta alla Regione, al Comune e alla Provincia - Situazione diffìcile a Napoli, Roma, Verona, Potenza, Palermo, Venezia - Soltanto ad Asti è stata insediata una Giunta a quattro - Documento del psdi (Nostro servizio particolare) Roma, 2 agosto. Dopo la formazione in Piemonte della prima Giunta regionale centrista (de, psdi, pri) con l'appoggio dei liberali e l'esclusione dei socialisti e dopo il ritiro del psi dal Comune e dalla Provincia di Torino, la crisi delle Giunte minaccia d'allargarsi. A Genova, per iniziativa del psdi che chiede un «chiarimento politico» in tutta la Liguria (vi sono Giunte psi-pci a Savona e alla Spezia), si è spaccato il Centro Sinistra alla Regione, dopo esser caduto in Comune e in Provincia. A Verona, stanotte, è stato eletto il nuovo sindaco con una maggioranza de e socialdemocratica, il psi ha abbandonato la Giunta di Centro Sinistra in cui sedeva dal 1965. A Napoli, quattro giorni or sono, dimissioni dell'amministrazione comunale di Centro Sinistra e minaccia di crisi imminente nella Regione e nella Provincia. Al Comune di Pavia è stata formata anche coi voti liberali una Giunta di centro, con la complicazione che vi è risultato eletto perfino un assessore comunista, grazie alla disattenzione o alla deliberata volontà di un consigliere della maggioranza. A Potenza, città natale di Colombo, la Giunta provinciale si basa sulla collaborazione tra de e psdi, che ha rimpiazzato il Centro Sinistra; il capogruppo democristiano, Coviello, ha preannunciato che se a settembre il psi insisterà a non voler ricostituire il Centro Sinistra «la de dovrà estendere a tutti i livelli locali la maggioranza con il psdi». Negli enti locali di Roma c'è grande confusione. La Regione ha un governo monocolore e minoritario, retto dai soli democristiani, ma proprio la de regionale ha deciso che si dimetta entro ferragosto. Di conseguenza la crisi è già aperta virtualmente nella Regione Lazio che, costituitasi nel giugno 1970, ha avuto sinora vita difficile: le Giunte non hanno retto più di qualche mese per i contrasti fra de e psi. Alle difficolta politiche s'è aggiunto lo « scandalo Rimi», il funzionario siciliano, figlio d'un «boss» mafioso ora all'ergastolo, assunto nel Comitato di controllo regionale per intervento di forti protettori. Nelle amministrazioni comunali e provinciali di Roma, rinnovate il 13 giugno, c'è una situazione d attesa. Soltanto venerdì, per la prima volta, s'è riunito il Consiglio comunale e il sindaco in carica, Darida, ha ribadito la necessità di ricostituire il Centro Sinistra, ma senza escludere alternative con il sostegno dei liberali, qualora il psi non conceda garanzie di «abbandonare il doppio binario». Alla Provincia sembra certo il monocolore de: non c'è accordo tra de e psi e ci sono contrasti all'interno del partito di maggioranza relativa, dove anche le correnti di «sinistra» sono divise. A Palermo soltanto venerdì è stato eletto il presidente della Regione, il democristiano Fasino, ma alla seconda votazione di ballottaggio e con la consueta sorpresa (in Sicilia) di 11 franchi tiratori: doveva avere 48 voti della maggioranza di Centro Sinistra, ne ha ottenuti 37. Soltanto ad Asti in Comune si è risolta la crisi ricomponendo il Centro Sinistra, mentre a Venezia la nuova Giunta comunale dei quattro partiti, formatasi dopo cinque mesi, sembra incerta. Le crisi locali creano preoccupazioni in sede nazionale perché indicano una tendenza, piuttosto marcata, ad una svolta di tipo centrista, che contraddice nettamente l'interesse del Governo di mantenere, al centro e alla periferia, una coerente cooperazione tra le forze di Centro Sinistra. Le decisioni delle segreterie nazionali dei partiti, però, non trovano accoglienza in sede locale. Calieri ha detto, nell'intervista del 29 luglio a La Stampa: «Abbiamo respinto l'intervento della segreteria nazionale della de nella crisi, perché crediamo nella nostra autonomia e nella capacità di risolvere i nostri problemi». Paolo Vittorelli, presidente del Consiglio regionale del Piemonte, si chiedeva sabato sul Lavoro Nuovo « che cosa è cambiate nei rapporti di forza rispetto al 1960, quando la de (abbandonato il "tambronismo") fu costretta a cercare l'alleanza socialista», al posto di quella con i liberali. Stasera il psdi ha emesso una nota nella quale è detto che « i tentativi di cambiare le carte in tavola ormai non rendono più neppure sul piano elettorale. Dovrebbero averlo compreso anche gli esponenti di partito o i commentatori politici che parlano di una svolta a destra di Ironie alla giunta a tre (de, pmciresigiserelàbpngscgptepnleqpi i psdi. pri) alla Regione piemontese o all'uscita dei socialdemocratici della giunta regionale ligure. In realtà assistiamo a null'altro che alla giusta reazione a una lunga serie di scelte del psi a favore di giunte con il pei anche là dove sarebbe stato possibile il Centro Sinistra ». La nota socialdemocratica prosegue: « Se qualche padre nobile della politica, che oggi interviene a lamentare l'esclusione del psi dalla maggioranza a Torino, avesse preso la parola in tutto il tempo trascorso, quando il psi lavorava per l'esclusione dei socialdemocratici dalle amministrazioni locali o quando gruppi di potere de passati su posizioni di sini¬ stra di comoao mettevano fuori i socialdemocratici dalla Regione sarda, oggi non saremmo certamente a un momento così difficile per il Centro Sinistra. Ma allora si preferiva parlare di concezioni non " prussiane " del Centro Sinistra. E' certo che il peggior modo di salvaguardare una politica di solidarietà democratica sarebbe stato quello di accettare senza reagire il neo frontismo del psi e le manovre della sinistra de. « Per questa ragione, conclude la nota, il psdi ha fatto benissimo a Torino, a Genova e a Verona a compiere atti concreti che per la prima volta pongono il psi di fronte alle conseguenze della sua politica " spericolatamente contraddittoria ", e la sinistra de a una scelta fra l'alleanza democratica e la strategia del pei ». 1. f.

Persone citate: Calieri, Coviello, Darida, Paolo Vittorelli