Un colpo della mafia a Genova?
Un colpo della mafia a Genova? Denunciate 7 persone Un colpo della mafia a Genova? Avrebbero rubato, armi alla mano, un camion di sigarette di contrabbando (Dal nostro corrispondente) Genova, 2 agosto. Accusati di essersi impadroniti, mitra alla mano, di un camion carico di sigarette di contrabbando, dieci mesi fa, sette uomini i cui nomi figurano negli elenchi dell'antimafia sono stati denunciati dalla squadra mobile di Genova. Il più noto è Gerlando Alberti, di 44 anni, palermitano, il cui nome è stato fatto nel corso delle indagini sul delitto Scaglione. Con lui sono stati denunciati per rapina aggravata Salvatore Riina, di 41 anni, da Corleone, considerato dalla polizia il luogotenente di Luciano Liggio, Francesco Scaglione, di 33, Andrea Seidita, di 26, Domenico Santoro, di 32, tutti palermitani, Francesco Magri, di 41, da Catania e Antonio Sanfilippo, di 31, genovese. Dei sette denunciati, Alberti e Riina sono latitanti, Scaglione, Seidita, Magri e Santoro si trovano già nel carcere dell'Ucciardone mentre Sanfilippo è stato arrestato oggi nella sua abitazione di via Ferregiano, nella zona di Marassi. Quest'ultimo, secondo la polizia, sarebbe estraneo alle cosche mafiose e avrebbe soltanto svolto il ruolo di informatore per la rapina di Genova e per altri colpi del genere che il gruppo avrebbe messo a segno a Milano e Como. « Siete arrivati appena in tempo — ha detto mentre gli agenti gli mettevano le manette — sono a Genova da alcuni giorni e stavo per andarmene. Avete avuto davvero fortuna». L'episodio risale allo scorso novembre, la polizia però ne è stata informata solo ai primi di quest'anno, mentre le indagini, svolte dal capo della Mobile di Genova Angelo Costa, dal suo vice Arrigo Molinari e dal coordinatore del nucleo di Criminalpol Lu dovico Reale si sono protratte per alcuni mesi. Molte difficoltà gli investigatori hanno dovuto superare, dato il clima di omertà dell'ambiente di contrabbando. La rapina è avvenuta ment re alcuni contrabbandieri gevonesi stavano scaricando un camion di sigarette del valore di alcune decine di milioni in un box di via Orsini, una elegante strada del quartiere residenziale di Albaro. D'improvviso si sono visti di fronte alcuni uomini, con pistole e mitra spianati. Sconcertati, hanno creduto in un primo tempo di essere caduti in una trappola della guardia di Finanza e che a minacciarli fossero dei militi in borghese. Quando si sono resi conto che a tendere l'imboscata era stato un gruppo rivale, hanno cercato di reagire, ma hanno avuto la peg gio. Sono stati percossi, sospinti in un locale annesso al box e chiusi dentro a chiave. Hanno faticato non poco a liberarsi: quando, dopo due ore, sono riusciti a sfondare la porta, non hanno potuto che rendersi conto che il camion e le sigarette avevano preso il volo. Sull'episodio, per un paio di mesi, nessuno ha aperto bocca. Poi, quando la prima « dritta » è giunta alla squadra mobile, il dott. Costa ha incaricato alcuni dei suoi migliori sottufficiali di fare le indagini nel difficile mondo dei contrabbandieri genovesi. « Abbiamo subito capito — ha detto stasera il dott. Costa — che non poteva trattarsi di genovesi, né di contrabbandieri professionisti. Questi non usano quasi mai le armi e anche lu tecnica era piuttosto insolita. Per questo ci siamo orientati verso gruppi di altre città». Ma solo quando qualcuno si è deciso a parlare, in questura si sono resi conto che ci si trovava di fronte « ad una banda organizzata, di gente abile e dura». Infine l'identificazione dei sette presunti responsabili (a parte Sanfilippo, gli altri si sarebbero trovati a Genova proprio in novembre) e la denuncia alla magistratura, seguita dall'ordine di cattura del sostituto procuratore della Repubblica Nicola Marvulli. « L'operazione — ha avvertito stasera il dott. Costa — non è ancora conclusa. E' probabile che nei prossimi giorni seguano altri arresti ». m. b. (ddMHcm2bcgl
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