Ricerche dell'Apollo per scoprire come è fatto l'interno delle Luna

Ricerche dell'Apollo per scoprire come è fatto l'interno delle Luna Il grande valore scientifico dell'attuale missione Nasa Ricerche dell'Apollo per scoprire come è fatto l'interno delle Luna Un pacco di strumenti (detto « Alsep») collocato sulla superficie del nostro satellite: spettrometri, magnetometri, rilevatori di ioni alimentati da un generatore nucleare - Un particolare rilevatore del flusso termico dovrà chiarire se, all'interno della Luna, esiste una fonte autonoma di calore come accade per la Terra (Dal nostro corrispondente) New York, 31 luglio. L'aspetto più importante, dal punto di vista scientifico, della missione Apollo in corso è che gli esploratori appoggeranno sul satellite naturale della Terra un laboratorio di ricerca a tre gambe. La zona di atterraggio, 748 chilometri a Nord dell'equatore lunare, diventerà il vertice di un triangolo che abbraccia i punti di atterraggio di Arollo 12 e 14, vicini all'equatore lunare. Gran parte degli strumenti automatici scientifici lasciati dagli astronauti di Apollo 12 nell'Oceano delle Tempeste nel novembre del 1969 e dall'equipaggio di Apollo 14 nella zona di Fra Mauro nel febbraio 1971 continuano ad essere in eccellenti condizioni operative. I dati provenienti da questi due avamposti lunari pervengono sulla Terra con un flusso costante. Ad Apollo 15 spetta il compito di trasformare questo duetto in un trio. Il laser Solo uno strumento (esattamente il riflettore laser) della stazione scientifica che venne lasciata alla Base delia Tranquillità da Apollo 11 nel luglio del 1969 è ancora in condizioni di essere utilizzato. Apollo 13 non riuscì a condurre in porto l'atterraggio sulla Luna per un improvviso guasto che paralizzò l'astronave-madre e quindi non potè depositare nessuno degli strumenti che portava sulla superficie lunare. Le apparecchiature di ricerca che l'equipaggio di Apollo 15 ha montato ieri nella regione Hadley-Appennini mirano a completare la rete di tre laboratori scientifici che trasmetteranno simultaneamente le informazioni raccolte sugli stessi fenomeni dai rispettivi punti sulla superficie lunare. La realizzazione di una rete scientifica del genere ha occupato per anni la mente degli scienziati. In questo genere di sperimentazione, due più uno equivale a più di tre in termini di risultati delle ricerche. Con tre stazioni che riferiscono su identici eventi lunari, gli scienziati possono portare a termine calcoli impossibili con una o anche con due stazioni. Ad esempio, il rivelatore dei movimenti sismici di Apollo 15 integrerà l'attività di analoghi strumenti, denominati sismometri, a suo tempo installati nelle località di atterraggio di Apollo 12 e 14. Gli scienziati saranno quindi in grado di localizzare esattamente l'origine di un movimento sismico lunare con un'approssimazione di qualche metro. Con due stazioni soltanto, è impossibile dire quale sia la fonte esatta di un sismo tra due località diverse. Gli scienziati prevedono che dopo l'installazione della stazione di Apollo 15, si riuscirà a localizzare i punti di caduta di meteoriti non più grandi di un pompelmo in qualsiasi parte della Luna, compreso il lato invisibile dalla Terra. Il sismometro di Apollo 15 fa parte dell'Alsep (dalle iniziali di « Apollo Lunar Surface Experiments Package », cioè pacco di esperimenti Apollo per la superficie lunare), che comprende anche altri sei strumenti di ricerca, che misureranno una gamma di fenomeni interessanti una categoria di studiosi. Tra i fenomeni, importante sarà il rilevamento dell'accumulazione del pulviscolo lunare, l'entità delle forze magnetiche sulla superficie della Luna o in prossimità della superficie, sulle particelle in arrivo sulla Luna dal Sole e dallo spazio cosmico, e la quantità di calore che sfugge all'interno della Luna. Un circolo Gli astronauti disporranno gli strumenti sulla Luna in circolo. Al centro srrà montata la radiotrasmittente automatica che dovrà riferire alle stazioni terrestri i risultati delle ricerche sulla Luna ed una piccola stazione nucleare per la produzione di energia elettrica destinata all'alimentazione degli strumenti e della trasmittente. II pacco degli strumenti Alsep comprende: — Rivelatore di pulviscolo, che misura il tasso di accumulazione del pulviscolo sulla Luna e il grado secondo cui questo pulviscolo influisce sul riscaldamento e sul raffreddamento della superficie che ricopre durante il giorno e la notte lunare. Queste conoscenze sono importanti per la progettazione di edifici, veicoli e strumenti da impiegare sulla Luna. — Magnetometro, che misura le influenze magnetiche e la fluttuazione del campo mimdutpnnndp magnetico alla superficie o in prossimità della Luna. Come si ricorderà, gli astronauti di Apollo 14 disponevano di un apparato portatile progettato per l'impiego durante le passeggiate sulla Luna, ma non come impianto fisso. L'unico magnetometro in funzione sulla Luna fu impiantato dall'equipaggio di Apollo 12. — Rivelatore sovratermico di ioni, che riferisce la presenza di « ioni positivi » in prossimità della superficie lunare. Lo strumento osserva anche certi fenomeni provocati dall'arrivo sulla Luna di particelle del vento solare, nonché l'influenza sulla Luna della regione magnetica (magnetosfera) che circonda la Terra. — Misuratore di ionizzazione a catodo freddo, che è integrato dal rivelatore sovratermico di ioni già descritto. Questo strumento misura la densità di certe particelle che nel loro insieme costituisco¬ no quella che con termine pittoresco viene chiamata l'« atmosfera lunare ». — Rivelatore del flusso termico: misura il calore dell'interno della Luna che affiora alla superficie. Tutti questi esperimenti, ad eccezione del rivelatore del flusso termico, sono identici a quelli installati sulla Lima nel corso di almeno uno dei precedenti attcrraggi. Termometri Il rivelatore di flusso termico, uno dei più sbalorditivi tra gli apparati per l'esplorazione della Luna, verrà installato anche nel corso delle missioni di Apollo 16 e 17 in programma per il 1972. L'esperimento prevede l'inserimento di due termometri elettronici estremamente sensibili in due fori di tre metri di profondità. Gli astronauti si serviranno di un trapano elettrico a batteria per praticare questi due fori, ognuno dei quali sarà di circa 25 millimetri di diametro, ad un intervallo di una decina di metri. Gli astronauti effettueranno l'esperimento nei pressi del crepaccio di Hadley, una profonda gola che si snoda nei pressi della zona di atterraggio di Apollo 15 e la cui origine rimane tuttora un mistero. I termometri, che hanno ima precisione di una frazione di grado, daranno agli scienziati una registrazione continua del flusso del calore verso l'esterno della Luna per più di un anno. L'esperimento rivelerà anche in che modo la parte superficiale del terreno conduce il calore. Insieme all'Alsep, Scott e Irwin hanno montato anche uno specchio denominato «retroriflettore laser». Sulla sua base, simile ad un vassoio, sono sistemati 300 cubi di quarzo, ognuno di 38 millime¬ tri di lato, in 12 file di 25 cubetti ciascuno. Gli astronauti regoleranno il supporto dello strumento in maniera che i cubi siano rivolti verso la Terra. Tre riflettori Due altri retroriflettori laser con appena 100 cubi (10 cubi su dieci file) furono installati siilla Luna da Apolloli e 14. I due strumenti già sulla Luna dovrebbero rimanere in condizione d'uso per una decina di anni. Sino ad oggi, i retroriflettori piazzati sulla Luna dagli astronauti Apollo sono stati utilizzati per interessanti esperimenti di misurazione delle distanze Terra-Luna da scienziati statunitensi, francesi, giapponesi e di altri paesi. La precisione raggiunta in queste misurazioni è di 30 centimetri. L'operazione viene effettuata dirigendo fasci ristretti di luce concentrata laser verso i riflettori sulla Luna. Con cronometri di precisione, gli scienziati possono misurare il tempo che intercorre fra l'emissione del fascio sulla Terra e il ritorno sulla Terra del fascio riflesso dalla Luna. Per il viaggio di andata e ritorno della luce laser su un percorso di circa 740 mila chilometri occorrono circa 2,5 secondi, dato che la velocità della luce è di 300 mila chilometri ai secondo. Dall'intervallo, calcolato con l'approssimazione di una piccola frazione di secondo, gli scienziati possono accertare la distanza tra il laser sulla Terra e il retroriflettore sulla Luna. L'impiego dei tre riflettori, sistemati secondo uno schema triangolare, e di nuovi tipi di laser, permetterà di perfezionare le misurazioni Terra-Luna entro valori approssimati di 3 centimetri. e. c. L'astronauta Scott mentre estrae uno strumento dal modulo « Falcon » per sistemarlo sulla superfìcie lunare (Tel. Upi)

Persone citate: Falcon, Hadley

Luoghi citati: New York