I bagnanti alla "roulette,, di Filiberto Dani

I bagnanti alla "roulette,, Come si divertono in Riviera: Sanremo I bagnanti alla "roulette,, Sono cresciuti coloro che, approfittando del periodo di villeggiatura, tentano la fortuna al casino Saliti, rispetto all'anno scorso, incassi e mance della casa da gioco - Tanti «nights», tanti gusti (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 28 luglio. La notte al posto del giorno, il giorno al posto della notte: a Saliremo le vacanze sono senza respiro. Si va al mare e dopo si corre dal parrucchiere, dal massaggiatore; un salto alla boutique per tenersi al corrente delle ultime novità ed è subito l'on del « bridge » o di « scala quaranta »; poi c'è la parata dell'eleganza eccentrica che si svolge dopo il tramonto, tra le sette e le nove, c'è la maratona attraverso i locali notturni, c'è la puntata al casino; all'alba si cede agli spaghetti alla marinara, tanto per riprendere lena, e se rimane tempo, fra lo spuntino e l'appuntamento in spiaggia, c'è modo di arrischiare le ultime energie in una volata in motoscafo. Tutti i giorni e tutte le notti così, una corsa all'inseguimento dei miti del piacere « pagano ». L'annotazione non tocca, ovviamente, tutti i trentamila villeggianti di Sanremo: più della metà hanno un modulo di vita quotidiano costante (mattino e pomeriggio in spiaggia, la sera a un caffè all'aperto) ed è una metà che conta perché è stanziale. Di anno in anno la « città dei fiori » perde quelle caratteristiche di aristocratico luogo di villeggiatura, estiva e invernale, che l'hanno resa celebre e si avvia a diventare un grosso centro residenziale. Il colossale sviluppo edilizio ha avuto le sue conseguenze, migliaia di famiglie piemontesi e lombarde hanno comperato qui la « seconda casa ». Avviene così una situazione curiosa: i proprietari di alberghi e pensioni si lagnano delle troppe camere vuote e la città appare invece satura di villeggianti, le strade sono ingorgate di traffico rumoroso e caotico. Poi ci sono i gitanti di tutti i giorni e quelli di fine settimana, migliaia e migliaia, che sciamano nel centro e che si fotografano vociando sulla scalinata del casino, sulla passeggiata con le palme, sulla banchina del porto. Chi dice che la vacanza in Riviera è noiosa dia un'occhiata a Sanremo e allibirà. Le attrazioni sono infinite, ce ne sono per tutti e per tutti i gusti. Il casino, naturalmente, fa da padrone. Sono molti i villeggianti che approdano a Sanremo per prendere due piccioni con una fava: fare ì bagni e tentare la sorte al tappeto verde il cui prestigio è accresciuto dalla mitologia della « belle epoque ». Quest'anno, in particolare, gli introiti hanno registrato un vigoroso aumento: da gennaio a luglio, 2 miliardi 765.344.000 lire contro i 2.252.207.000 del corrispondente periodo del '70 (oltre mezzo miliardo in più), mentre le mance sono salite da 1.262.476.000 a 1.290.245.000 lire (quasi 28 milioni in più). Certo, non sono più tempi di favola, quando al tavolo della roulette, dello chemin de fer o del baccarat s'iracontravano granduchi russi o nobili di sangue blu e nessuno vi badava perché ce n'erano tanti. Talvolta, al termine d'una sfortunata seduta, qualcuno di questi illustri personaggi si faceva addirittura saltare le cervella. Correva voce, allora, che i suicìdi fossero portati al cimitero in pianoforte a coda, per non impressionare la colonia dei forestieri con un funerale. Accadeva, in tal modo, che i signori al corrente dell'usanza si togliessero rispettosamente il cappello tutte le volte che s'imbattevano in un pianoforte a coda. Ora nessuno si uccide più a Sanremo, ai tappeti verdi si accostano giocatori in maniche di camicia che seminano « placche » da cinque e diecimila lire sulle caselle con la stessa disinvoltura con cui a Natale seminano fagioli sulle cartelle della tombola (k Se la va la va » ha detto ieri sera un milanese in blue jeans e maglietta gialla dopo aver puntato, trecentomila lire; « L'è minga andada » ha detto subito dopo, con una scrollata di spalle). Dal casino ai night clubs: ce ne sono non meno di venticinque e tutti contribuiscono ad elettrizzare le notti sanremesi. Una volta, mica tanto tempo fa. neanche qui si metteva piede se non si indossava giacca e cravatta: adesso ci si va in camicia colorata aperta sul petto e i pantaloni stretti sui fianchi. La moda '71 non fa distinzione d'età: è giovanile, estrosa e favorisce il longilineo senza un filo dì grasso. Il quarantenne, il cinquantenne con pancetta non hanno difesa contro di essa, perché se vogliono tenere il passo con i tempi sono costretti a umiliarsi in abiti idonei a un adolescente. I nights. dunque. Soltanto due sono dotati di orchestra, gli altri offrono musica stereofonica e illuminazioni psichedeliche. I giovani, però, disdegnano i ritrovi classici, eleganti, in cui vanno i loro padri, con camerieri impeccabili e l'immancabile sec- ctclamdsz chio dello champagne accanto al tavolo. Oggi, al night che vuole avere fortuna con la jeunesse dorée occorre un ambiente apparentemente dimesso e sotto la bandiera dell'anticonformismo. Ed ecco le cantine ispirate allo stile moresco-beat, gli stanzoni che sembrano la mensa di un collegio, le stalle trasformate in altrettanti stanzoni con un po' di voomvoom, un po' di bang-bang, un po' di piper. Nascono nuove mode, maturano nuovi gusti. Una serata di musica assordante, di canzoni isteriche, di balli per ginnasti non basta più, bi- sogna aggiornare i prodotti dell'industria del divertimento. Ecco, fra le tante, l'iniziativa di Franco Lops, il proprietario del Whisky a go-go che ha annunciato un fantastico happening hawaiano con fiaccolata nelle vie del centro; e quella di Mario, un italo-francese che ha aperto il suo ritrovo in una ex stalla di Pigna, nella città vecchia: Mario cucina, serve i clienti, lì intrattiene con la chitarra, poi, quando le ore si fanno piccole, spranga l'ex stalla, e li potta tutti in pellegrinaggio negli altri locali notturni. C'è anche chi ha inserito lo spettacolo di richiamo dentro l'occasione serale, come Franco Sgroi, il proprietario del Revolution: un'ora di tam tam a pieno volume e poi tutti paralizzati dallo streap-tease mozzafiato di Gilda Pearl, una biondona di Parigi che riscuote l'incondizionata ammirazione dei giovanissimi, dei giovani e dei cinquantenni stagionati. Davvero senza respiro le vacanze di Sanremo. Basta spostarsi di pochi chilometri, però, per uscire da questa vertigine: i villeggianti di Bordighera, dì Ospedaletti e di Ventimiglia non sono di quelli che chiedono l'orario del casino o l'indirizzo del night alla moda; se hanno tempo libero (la spiaggia riempie abbondantemente le loro giornate) corrono a visitare l'entroterra che è tra i più suggestivi, non inferiore a quello della Costa Azzurra. Ceriana, Bajardo, Dolceacqua, Apricale, per citare qualche nome: non più la ricercatezza delle spiagge, la dolcezza dei golfi, ma le asperità delle Alpi Marittime, i borghi rimasti fedeli alle loro origini medioevali, i pascoli sotto le cime nevose. Un passo indietro nel tempo, a pochi chilometri dalle frenesie estive di Sanremo '71. Filiberto Dani e e

Persone citate: Dolceacqua, Franco Lops, Franco Sgroi, Gilda Pearl