Presunto "boss" mafioso del Comune di Palermo trasferito a Torino per 2 anni in residenza coatta

Presunto "boss" mafioso del Comune di Palermo trasferito a Torino per 2 anni in residenza coatta Uomo politico della de, lavorava all'ufficio legale del Municipio Presunto "boss" mafioso del Comune di Palermo trasferito a Torino per 2 anni in residenza coatta Il dottor Antonino Vicari era stato assunto « per chiamata diretta » - Aveva ricoperto le cariche di vicesindaco e assessore al Bilancio di Misilmeri, grosso centro presso Palermo - Conclusi gli interrogatori dei 14 presunti mafiosi arrestati nella seconda «retata» di carabinieri e polizia (Dal nostro corrispondente) Palermo, 27 luglio. Un funzionario dell'ufficio legale del municipio di Palermo, il dottor Antonino Vicari di 38 anni, su ordine della sezione speciale antimafia del tribunale di Palermo (presidente il dott. Alcamo, relatore il dr. Gebbia) è stato sottoposto all'obbligo della residenza coatta, lontano dalla Sicilia, per due anni e mezzo. Il dottor Vicari, che viene ritenuto elemento socialmente pericoloso e affiliato alla mafia, è stato nel recente passato vicesindaco e assessore al Bilancio di Misilmeri, un grosso comune poco distante da Palermo; era tuttora segretario politico della sezione « Adone Zoli » della democrazia cristiana di Misilmeri. I giudici dell'antimafia, che hanno accolto la proposta inoltrata dalla questura, gli hanno inibito la residenza non soltanto in Sicilia ma pure in Lombardia, nel Lazio, in Campania, e in Liguria. Il Vicari ha prescelto quale sede obbligatoria Torino dove, nei prossimi due anni e sei mesi, sarà sottoposto alla sorveglianza speciale con l'obbligo di rincasare entro le 19 e di non uscire prima delle 7 del mattino. Sarà controllato pressoché a vista dalla questura di Torino. Il provvedimento ovviamente ha destato scalpore al Comune di Palermo e a Misilmeri dove il dr. Vicari è assai conosciuto anche per l'attività politica svolta in favore di alcuni parlamentari del partito di maggioranza relativa. Al Comune palermitano era stato assunto per chiamata diretta e quindi, espletato un concorso interno, era definitivamente passato di ruolo. A Palermo, molti si chiedono come un personaggio così discusso, ed oggi sottoposto a una tanto grave misura di prevenzione, abbia potuto essere assunto per di più per chiamata diretta all'ufficio legale del municipio. In propo- j sito vengono espressi giudizi | I | poco lusinghieri e allarmati di ulteriore conferma alle contestazioni circa la connivenza tra mafia e politica a Palermo, soprattutto in municipio. Il sostituto procuratore della Repubblica di Palermo, dottor Aldo Rizzo, ha completato nel pomeriggio, nel carcere dell'Ucciardone, gli interrogatori dei nuovi quattordici arrestati nell'operazione antimafia, condotta dalla legione carabinieri e dalla questura di Palermo. I quattordici sono quelli catturati nel corso della seconda retata; nella prima furono tratti in arresto trentatré presunti mafiosi. Vengono tuttora ricercati un'altra quarantina di elementi che, secondo gli inquirenti, fanno parte delle nuove leve della mafia siciliana che agiscono in varie città d'Italia, e contro cui la procura della Repubblica ha spiccato gli ordini di cattura. Intanto il presunto «boss» Paolo Bontà, che era ricoverato nell'infermeria del carcere di Poggioreale (Napoli), è stato condotto in serata a Palermo. La scorta armata ha fatto scendere l'arrestato dal direttissimo proveniente da Torino alla stazione di Cefalù; da qui, cu un'autoambulanza, il Bontà è stato quindi trasferito a Palermo. Il suo difensore sostiene che egli soffre di una grave malattia cerebrale. Paolo Bontà, in ogni caso, sarà interrogato dal procuratore Rizzo. Dopo di ciò il sostituto dovrebbe formalizzare l'istruttoria che, nel complesso, dovrebbe riguardare circa 85 presunti mafiosi, tutti accusati di associazione per delinquere, reato compiuto da tre anni a questa parte, ossia dalla conclusione del «processone» svoltosi per legittima suspicione in corte d'assise a Catanzaro. Il magistrato, quindi, trasmetterà gli atti al consigliere istruttore. a. r.