Elda De Mauro lascia Palermo per sempre "Una città arida, che non m'ha aiutata,,

Elda De Mauro lascia Palermo per sempre "Una città arida, che non m'ha aiutata,, Da dieci mesi soltanto silenzio sulla sorte del marito Elda De Mauro lascia Palermo per sempre "Una città arida, che non m'ha aiutata,, Con la figlia minore Junia, si trasferisce a Roma, dove insegnerà educazione fisica -1 colleghi di Mauro De Mauro le hanno telefonato per salutarla: ha ringraziato con voce emozionata - Della scomparsa del giornalista si ritorna oggi a parlare, insieme con l'assassinio di Scaglione, che la donna accusò di conoscere i retroscena del rapimento - La scarcerazione di Buttafuoco non la convinse: «Egli sapeva, era invischiato» (Dal nostro corrispondente) Palermo, 27 luglio. Elda De Mauro e la figlia minore Junia, di 22 anni, lasciano domani Palermo per trasferirsi a Roma, dove la moglie di Mauro De Mauro, il giornalista rapito e quasi certamente assassinato dalla mafia, insegnerà educazione risica in un isti- tuto superiore. A Palermo riinane l'altra figlia, Franca, che è sposata con il giovane medico Salvo Mirto. Su un grosso autotreno, oggi sono stati caricati i mobili, le masserizie e l'automobile, la « Bmw 1600 » blu, che il redattore del quotidiano L'Ora aveva acquistato poco prima di venir condotto via dai killers. Fu su quest'auto che De Mauro giunse sotto casa, in viale delle Magnolie 58, la sera del 16 settembre scorso, dieci mesi fa, quando incontrò tre o quattro uomini con cui si intrattenne a parlale per poco tempo. Quindi tutti insieme salirono sull'automobile, forse per l'ultimo viaggio del giornalista, autore di alcune fra le più coraggiose e approfondite inchieste sui misfatti della mafia a Palermo. L'auto fu trovata poi in via D'Asaro, una strada al centro ma isolata, dove sicuramente De Mauro venne fatto montare i su un'altra vettura per essere trasferito in un luogo « sicuro », lontano da sguar- di indiscreti. Elda De Mauro ha ricevuto numerose telefonate, soprattutto dai colleghi del marito, che le hanno confermato la loro amicizia. Anche noi le abbiamo telefonato. « Grazie — ha risposto —. Si, me ne vado con Junia ». La sua voce era rotta dall'emozione, insicura, addolorata. A Roma abita il fratello di De Mauro, il prof. Tullio, docente universitario di Lettere. La giovane Junia conseguirà la laurea a Roma. Su Palermo, Elda De Mauro, tre mesi fa, quando prese la decisione di raggiungere Roma, ebbe espressioni assai dure. « Questa città — disse tra l'altro —, non mi ha aiutata per nulla. E' una città che non vuole reagire alla mafia e ai suoi soprusi ». Forse il giudizio non è del tutto esatto, ma rispecchia senz'altro l'angosciato stato d'animo dei congiunti del giornalista, il cui sequestro è tornato alla ribalta con la recente ondata di arresti di presunti mafiosi, associati per delinquere e ora nel carcere palermitano dell'Ucciardone. Il caso De Mauro, infatti, viene accostato agli altri efferati crimini della mafia, compresa l'eliminazione del procuratore generale della Repubblica di Palermo, Pietro Scaglione. E proprio dell'alto magistrato, una ventina di giorni dopo la misteriosa sparizione del marito, Elda De Mauro parlò in una intervista pubblicata da un settimanale di Milano. « Scaglione — asserì EldaDe Mauro — era a conoscenza del retroscena del rapimento ». D'altra parte fu lo stesso procuratore generale ad avallare l'arresto del tri¬ butarista Antonino Buttafuo-co, dapprima indiziato in concorso con ignoti nel se¬questro del giornalista, masuccessivamente scarcerato su ordinanza del giudice istruttore. Il rag. Buttafuoco venne tenacemente accusato da Elda De Mauro, che rivelò alla squadra mobile le insistenze con cui l'anziano professionista, che ha 70 an- ni, ed è titolare del più avviato studio commerciale tributario di Palermo, le aveva chiesto notizie di certi appunti del marito, dopo che questi era stato fatto sparire. « Lo feci solo per amicizia », spiegò Buttafuoco. « No — replicò la donna — egli sapeva, era invischiato ». Il giudice istruttore però ritenne infondate le contestazioni della De Mauro, che giustificò con il suo stato d'animo esacerbato, con la sua diffidenza verso tutti e tutto a Palermo. Elda De Mauro, anche prima della tragedia abbattutasi sulla sua famiglia, non era mai riuscita ad ambientarsi qui come era invece accaduto al marito, originirio di Foggia. La De Mauro è di origine piemontese. Lui aveva 44 anni, e dopo alcune esperienze giornalistiche a Palermo, dove era approdato senza soldi e provato dallo sconquasso della guerra, era stato assunto dal quotidiano del pomeriggio L'Ora. Qui presto si era posto in luce per la vivide*, del suo stile nello scrivere e per l'acume di cronista anche nelle sue corrispondenze per un quotidiano di Milano. Poi venne trasferito zi servizi sportivi; fu l'inizio di un periodo piuttosto oscuro quando, terminati i reportages sulla mafia, conobbe un certo anonfmato. Fu in questo lasso di tempo, il 16 settembre 1970, che lo rapirono. Pochi giorni prima aveva confidato ad un'amica, l'architetto Margherita De Simone, j docente universitaria: « Sai, ho per le mani una cosa molto grossa che magari potrebbe rendermi la libera docenza in Giornalismo)). Stava pre¬ | parando il canovaccio per girare il film di Franco Rosi sulla morte di Enrico Mattei, le cui riprese sono cominciate senza l'apporto di De Mauro, che non fece in tempo a concludere le sue ricerche. Ma si pensa che lo scoop cui si riieriva il gior- nalista non avesse niente che vedere con la fine del presidente dell'Eni, perito in un incidente aereo alla periferia di Milano, bensì con una clamorosa storia di ma¬ fia. E la mafia lo ghermì, forse facendolo murare in uno dei nuovi edifici in costruzione a Palermo. Antonio Ravidà Mauro Palermo. A sinistra il camion coi mobili della famiglia De Mauro. La freccia indica la signora Elda alla finestra (Ansa)