Il capo Alce Nero sul palco (come in un vecchio film)

Il capo Alce Nero sul palco (come in un vecchio film) A San Miniato con lo Stabile di Genova Il capo Alce Nero sul palco (come in un vecchio film) (Dal nostro inviato speciale) San Miniato, 27 luglio. Sono venticinque anni che su uno dei più struggenti colli della Toscana si celebra, ogni estate, la festa del teatro: una festa nata dalla volontà e dal coraggio di pochi per un teatro d'ispirazione e sentimenti cristiani o, almeno, di forte temperie spirituale, e tuttavia al di fuori di ogni confessione, anche se cattolici erano coloro che diedero vita all'attuale Istituto del (vngpdtiicmpdramma popolare e cattolici!sono i loro continuatori. Noz-1 ze d'argento con il teatro, j dunque, per le quali l'istituto ha chiesto la collaborazione dello Stabile di Genova che ha realizzato L'erba della :stella dell'alba di Amleto Mi- cozzi e Marcello Aste. Visione Sioux e rappreseli- lazionc dice il sottotitolo del lavoro. Siamo tra i pellirosse . I d'America la cui tragica epo pea viene rievocata sulla piazza del duomo attraverso I la storia di Alce Nero, poten-, te stregone e valoroso guer- nero della tribù Oglala. che a inove anni ha una visione, una ; fantasiosa complessa e tea- j dréf^deSoe'enSats^^compito di guidare il suo po- polo sulla via della riscossa e ì della salvezza. Come in que-|sta missione egli puntualmente fallisca è appunto il | contenuto dello spettacolo che mette letteralmente in scena la visione confrontandola continuamente con l'amara e meschina realtà della vita di Alce Nero e dei Sioux. Eventi e personaggi sono storici. A questo proposito sarà opportuno dire, anche se il programma e la locandina non ne fanno chi sa perché menzione, che la materia dello spettacolo è attinta in massi- ma parte dal libro «Alce Nero parla» (pubblicato nella pre- ziosa «Biblioteca Adelphi») nel quale John G. Neihardt raccolse le notizie dettategli, nel 1931, da un vecchio stre-gone Sioux e da altri anziani Oglala. Sono racconti sugge- stivi e pittoreschi, tutti incen-trati intorno a quella grande «visione di potere» che Alce Nero sosteneva di avere avu- i Chi non ba del libro pen sera certamente al ( per tacere di quanti non hanno dimenticato le tumultuose letture di gioventù), il quale continuamente ripete queste storie a gente che conosce più la conquista del West che le guerre d'indipen denza. All'obiezione che ilteatro giunge un po' in ritar-do, Micozzi e Aste, quest'ulti mo anche regista dello spettacolo, replicherebbero chenon intendevano fare un we-stern e neppure denunciarecome sullo schermo è persinoormai luogo comune, le ini-quità dei «visi pallidi» contro gli «uomini rossi», ma piuttosto offrire, e tradurre scenicamente, una testimonianzadella profonda religiosità edello spirilo quasi evangelico e , e n i e i o l è mFlze(almeno come misteriosa lievitazione della «parola incarnata» hi altre civiltà) della gente Sioux. Ora è proprio su questi j inpunti che L'erba della stella \ zidell'alba sbanda paurosamen- rete e manca clamorosamente j poil suo scopo. Come testo, per , evil suo enfatico lirismo e l'in- j eicapacità di porre ordinata-1 scmente, sia pure ogni volta j i partendo e ritornando alla i il«visione», episodi che in ve-1 nta risultano assai confusi j api!0 malamente comprensibili, |stz-1 quando non sono risibili co- i Do, j me il goffo incontro in un a- \ mo e e tclier parigino di Alce Nero scon un pittore e con i figlio ; adi un combattente della Co- ma :mune, e nei quali 1 assenta ; l'i- «messianicità» dei Sioux è L soltanto una vaga enunciazio-1 ini- ne. Come spettacolo, per aver Lel latto contro ogm proposi o i Se (anche inconscio» proprio loL. I stile del cinema e neppure di fqualità. Che altro ci stanno a fare e o a o I ; z: si zsn-, v.- v «MV. r- ««*» in ctaemascope di a iGianfranco Padman , che ha Ea ; avuto la mano più felice nei pa- j costumi, e lei musiche che ri-, g^^ o- 'e, manco a dirlo, sono di e ì Piero Piccioni che col cinema . e|- è di casa)? O ancora le azioni mimiche suggerite da Marise Flach e che fanno tanto danze indiane in technicolor? E infine la stessa rappresenta zione della visione che ambi rebbe a fantastica creazione poetica e invece, non avendo evidentemente gli autori fidu eia nel potere della parola, o scilla tra il teatro per ragazzi, i balletti di folclore e ancora il cinema? spiace di muovere questi appunti proprio quando si festeggiano venticinque anni di Duon iavoro teatrale e di \ mu0verli a uno Stabile che a s Miniat0 ha dat0 discreti e ; ancne eccenenti spettacoli, ma metterei nel conto anche ; l'insoddisfacente interpretaLione. Giulio Brogi annaspa 1 in cerca di un protagonista Lhe non c.è Grazia Maria i Sina non fa che lamentargliL, intorn0i e gli altrii tranne forse A Menichett che az; zecca la regina Vittoria, se la : sbrigano soltanto con diligen i za samminiatese. Alberto Blandi Sono Edda Valente. Gui Lazzarini. Attilio Cuccari, Esmeralda Ruspoli| Gianni p . ~ Maria Morosi e ai, g-^J SS'aslai aPplau- dal ™S0 pubblÌCO .

Luoghi citati: America, Genova, Menichett, San Miniato, Toscana