La cattura del jet inglese di Mario Ciriello

La cattura del jet inglese La cattura del jet inglese (Dal nostro corrispondente) Londra, 22 luglio. Fino a stamane, capo dello Stato sudanese: ora prigioniero in Libia e forse già esautorato a Kartum. Il colonnello Babakr El Nour, partito da Londra iersera per assumere il potere nel Sudan, è stato « rapito » dal governo libico che ha costretto il suo aereo, un Vc-10 della Boac, ad atterrare a Bengasi. Con lui è stato catturato il maggiore Faruk Hamadallah, un altro leader del nuovo regime e candidato, pare, alla carica di primo ministro. Il jet britannico, per una serie di circostanze, alcune ancora oscure, si è trovato al centro della bufera sudanese. Le prime versioni così ricostruiscono la vicenda. Il presidente spodestato lunedì, Numeiri, è amico del leader libico Gheddafi che ne avrebbe appoggiato oggi il ritorno al potere. Così, mentre Numeiri scagliava stamane il suo contro-colpo di Stato (e, pare, con sucesso) Gheddafi, con un gesto da «pirata dell'aria», impediva il ritorno a Kartum del suo avversario. Azione combinata, senza dubbio, e, forse, con il consenso di più di un paese arabo. A Londra si ricorda che la vittoria, quattro giorni fa, dei « marxisti sudanesi » aveva acceso sdegno e timori in Libia, in Egitto e Siria, tre fondatori della nuova Federazione araba. Numeiri aveva contribuito alla nascita della Federazione e aveva promesso di parteciparvi; sotto le pressioni dei tre partners, aveva inasprito la lotta contro i gruppi comunisti interni. La caduta di Numeiri e l'ascesa di un regime filocomunista non poteva pertanto lasciare indifferenti i leaders libici, egiziani e siriani. Ci si chiede ora: in quale misura Gheddafi vuole sfruttare il suo intervento per affermarsi nel mondo arabo? Babakr El Nour, un militare di 37 anni, era in Inghilterra da tre settimane per una cura ai reni. Accompagnato da Faruk Hamadallah si è imbarcato iersera su un Vc-10 della Boac, in regolare servizio tra Londra e Dar EsSalaam. Vi erano a bordo 107 passeggeri, tra i quali 27 bambini, più gli undici membri dell'equipaggio. Dopo lo scalo a Roma, dove venivano raccolti altri viaggiatori, il jet puntava verso Kartum. Arrivato nel cielo libico, il comandante Roy Bowyer, ha ricevuto da Bengasi l'ordine di atterrare. Bowyer ha tentato di dirigersi verso Malta, ma Bengasi gli ha imposto di sospendere la manovra. A questo punto, — come ha riferito oggi ai Comuni Joseph Gcdber, ministro di Stato al Foreign Office — le autorità libiche hanno informato il pilota che era sotto il tiro di due caccia: « O scendete e ci date El Nour, o spariamo ». Bowyer ha spiegato la situazione al colonnello, seduto in prima classe, e — secondo alcune testimonianze — avrebbe ricevuto questa risposta: « Non deve esporre a rischi la vita dei suoi passeggeri. Atterri e obbedisca ». Bowyer è sceso. Subito sono saliti a bordo alcuni funzionari ed agenti. Solo pochi soldati hanno circondato l'apparecchio. Aereo britannico, quindi territorio britannico. Il comandante ha fatto notare ai libici che non poteva consegnare El Nour senza avergli prima parlato. Il capo dello Stato sudanese gli ha detto, calmissimo: « Vogliono soltanto me, devo andare. Nessuno cerchi di difendermi, sarebbe vano ». E s'è allontanato, con grande dignità, seguito da Hamadallah. Finito il dramma, Bowyer ha narrato ai passeggeri che cos'era accaduto e ha lasciato Bengasi. Consultatosi per radio con le autorità britanniche, ha ricevuto l'ordine di tornare a Londra. Mario Ciriello