L'ampio dibattito sulla congiuntura di Arturo Barone

L'ampio dibattito sulla congiuntura Discusso al Cnel il rapporto dell'Iseo L'ampio dibattito sulla congiuntura Il documento non tiene conto del preoccupante aumento dei prezzi in maggio e del consuntivo, a marzo, dell'attività edilizia - Interventi di Papi, Parravicini, Mattei e dei sindacalisti - Ripresa in autunno? (Nostro servizio particolare) Roma, 21 luglio. L'assemblea del Cnel ha iniziato stamane, sotto la presidenza di Campilli, l'esame del rapporto congiunturale dell'Iseo. Documento complesso, che richiede tempi di preparazione relativamente lunghi, il rapporto risulta quest'anno impreciso su due punti importanti: sull'andamento dei prezzi, perché non ha potuto tener conto dei preoccupanti risultati di maggio (aumento dell'indice generale al consumo dello 0,6 per cento); e sul consuntivo a tutto marzo dell'attività edilizia nell'intero paese che, per la prima volta dopo tanti mesi, sembra far pensare ad une inversione di tendenza. Gioverà tuttavia precisare, per non far nascere illusioni premature, che il livello di attività dell'industria delle costruzioni è sceso ormai così in basso che l'auspicata ripresa non potrà provocare effetti rilevanti e diffusi sul nostro sistema economico se non dopo parecchi mesi. Si deve anche aggiungere che solo una forte ripresa della produzione industriale nel secondo semestre potrà annullare le flessioni del primo e consentire un saldo positivo a fine anno di qualche punto. Giolitti, la scorsa settimana, ha tenuto a chiarire che l'aumento del reddito nazionale lordo nella modesta misura del 3 per cento, in termini reali, rappresenta « non una previsione, ma solo un obiettivo ». Preoccupazioni per le tensioni inflazionistiche e dubbi sulle possibilità di una sollecita ripresa sono del resto affiorati in molti dei discorsi pronunciati oggi a Villa Lubin. Il prof. Papi, primo oratore della giornata, ha affermato che piegare l'inflazione non è compito agevole. Per far ciò occorre un approccio globale del problema, che richiede una cooperazione consapevole di tutte le categorie dei cittadini. L'approccio globale s'impone con un controllo fermo della domanda complessiva; in altri termini con un controllo della creazione dei mezzi monetari e con una avveduta politica dei redditi, dei salari, dei prezzi. Per quanto riguarda le prospettive a breve termine, Papi ha riferito che gli esperti dell'Ocse non ritengono probabile il conseguimento dell'incremento di reddito del 3 per cento nel 1971. A suo parere « l'economia italiana potrà risalire ad un tasso di sviluppo considerevole solamente se le condizioni produttive diverranno meno instabili e meno percorse dalla violenza ». Un consigliere di parte sindacale, Coppa, ha espresso dubbi motivati sull'efficacia delle misure anticongiunturali a favore degli artigiani, che ha definito « tardive e limitate »: e ha citato a riprova l'aumento del fondo per il concorso nel pagamento degl'interessi, stabilito in appena 28 miliardi annui, contro i 120 richiesti. Un altro consigliere, sempre di parte sindacale, Ruggero Spesso, dopo essersi detto d'accordo con la tesi dell'Iseo che attribuisce l'attuale crisi più a fattori strutturali che contingenti, ha insistito sulla necessità di alcune riforme fondamentali e dd di nuovi indirizzi in materia di sviluppo del Mezzogiorno e dell'occupazione. Il prof. Parravicini, presidente del Mediocredito centrale, ha fornito suggerimenti concreti per il rilancio della produzione e la realizzazione di maggiori impieghi sociali. A suo giudizio appare opportuno: 1) realizzare una maggiore rispondenza della finanza pubblica alle esigenze di mezzi per il finanziamento delle iniziative pubbliche; 2) promuovere, da parte del Cipe, un incontro tra finanziarie pubbliche per predisporre un quadro delle risorse e delle possibilità di investimenti di rapida attuazione, dando preferenza alle zone economicamente depresse; 3) sostenere le piccole e medie industrie e creare, specie nel Mezzogiorno, piccole e medie unità produttive anche mediante l'iniziativa delle imprese pubbliche; 4) incentivare le esportazioni in funzione del progresso tecnologico e dello sviluppo economico; 5) effettuare un immediato confronto dei diversi programmi di lavori pubblici e d'investimenti sociali per concentrare attenzione e mezzi verso quelli suscettibili di più incisivi effetti pro¬ pulsori sul sistema economico. Il segretario generale della Confindustria, Franco Mattei, ha negato che la posizione delle imprese possa essere descritta in termini « di attendismo, di risentimento, di prudenza ». Il rallentamento degli investimenti deriva — a suo parere — da condizioni di necessità che non sono superabili con gli inviti e le perorazioni. La conflittualità pesa sulle aziende non solo per il suo grado di asprezza, ma per la sua ormai eccezionale durata. Il concorde parere sulla necessità di importanti riforme non può far ritenere che, approvati i provvedimenti specifici ai quali si fa ora normalmente riferimento, ogni problema congiunturale e strutturale possa automaticamente essere risolto. La maggiore richiesta di consumi sociali rafforza la esigenza di aumentare la produzione e la produttività e presuppone la consapevolezza da parte di tutti che occorre rinunciare ad una maggiore quota della giusta remunerazione diretta del proprio lavoro per poterla ritrovare sotto forma di beni sociali forniti dalla collettività. Arturo Barone

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