Esercito,, comunismo (e Islam) la formula del regime in Sudan di Igor Man

Esercito,, comunismo (e Islam) la formula del regime in Sudan Esercito,, comunismo (e Islam) la formula del regime in Sudan Grandi dimostrazioni popolari a Kartum per celebrare « la vittoria della sinistra sudanese sulla destra reazionaria » - Il pc (un milione di aderenti) è il più forte e organizzato del continente - Il presidente deposto Numeiri è sorvegliato a vista in casa (Dal nostro inviato speciale) Beirut, 21 luglio. Grandi manifestazioni popolari si susseguono a Kartum per celebrare « la vittoria della sinistra sudanese sulla destra reazionaria ». Nell'insieme del paese regna la calma più assoluta, la maggior parte dei servizi pubblici funzionano, quasi tutti i sottosegretari in carica sono tornati al loro posto di lavoro dopo un incontro con il maggiore Atta, già ministro della pianificazione, che ha condotto il colpo militare. Tutto si sarebbe svolto in 45 minuti, addirittura in 20, secondo quanto scrìve al Cairo Al Ahram. Numeiri, il presidente sudanese deposto dopo 26 mesi di potere, si trovava nella sua residenza insieme con alcuni ministri. Non ha opposto resistenza quando Atta lo ha dichiarato in arresto e pare si trovi tuttora nella sua abitazione sorvegliato a vista. Questo ennesimo colpo di Stato nel mondo arabo non è un putsch come gli altri: il maggiore Atta appare come l'esecutore di un piano preparato e voluto da un'organizzazione ben strutturata: il partito comunista sudanese. L'uomo chiave, secondo gli osservatori, è il maggiore Farouk Osman Hamdallah. uno dei tre ministri silurati da Numeiri il 16 novembre scorso perché « filocomunista », e ora designato a presiedere il nuovo governo. Alla vigilia del suo allontanamento, Hamdallah, che era ministro dell'Interno, aveva presentato un manifesto con cui denunciava « il deviazionismo e il revisionismo del comando della rivoluzione » impadronitosi del potere il 23 maggio del 1969, e rimproverava a Numeiri di essersi staccato dalle forze progressiste del Paese in obbedienza ai regimi riformisti vicini (l'Egitto, la Libia) «che esercitano sul Sudan una tutela di fatto », Hamdallah, insieme con il colonnello El Nour (nuovo capo rivoluzionario e già vice primo ministro) e il maggiore Atta, era contrario al- l'ingresso del Sudan nella nuova federazione araba. Numeiri silurò gli oppositori, ma non entrò nella federazione ripromettendosi di farlo « una volta risolti i problemi interni ». Per giustificare l'allontanamento di Hamdallah affermava che questi aveva fatto venire a Kartum agenti della Germania dell'Est, i quali avevano creato una polizia segreta (al servizio degli interessi stranieri). Altra accusa, quella di aver consegnato documenti riservati di Stato «a elementi comunisti». Noti è facile, come scrive oggi il giornale libanese Le Jour, controllare le accuse di un dittatore ad un altro dittatore in pectore, ma rimane il fatto che uno dei primi provvedimenti presi dal nuovo regime sudanese autorizza quattro organizzazioni affiliate "! pc a riprendere la loro attività. Gli « ufficiali liberi » annunciano inoltre la costituzione di una « alleanza democratica nazionale di tutte le forze progressiste del Paese », senza precisare se si tratterà di un partito unico sul tipo del Baas in Siria o nell'Irak. Comunque. Vii alleanza» non potrà sottrarsi all'ipoteca del pc di Adbel Koaek Mahjoub perché un regime militare nel Sudan, per essere forte, deve poter contare sul sostegno dei comunisti. Il partilo comunista sudanese (un milione di aderenti) è il più forte e il meglio organizzato del vicino Oriente. Il grande disegno del pc è di fare del Sudan la prima « democrazia popolare » del mondo arabo. Fondato nel maggio del 1956, il partito comunista si è distinto per la sua straordinaria capacità di adattarsi alle condizioni della lotta politica in un Paese musulmano. I suoi comizi cominciano con la lettera di una stira del Corano, e il socialismo che propone non prescinde dall'islamismo. Ben organizzati, i comunisti sudanesi, nonostante le ondate di repressioni subite, hanno svolto una grande attività di massa, che ha assicurato loro una notevole influenza negli ambienti operai ed intellettuali. Il pc control¬ la il potente sindacato dei ferrovieri, i cui scioperi sono stati spesso all'origine di gravi crisi, occupa posiz'uni chiave nelle cooperative del cotone, principale risorsa del Sudan, ed ha larga udienza presso i magistrati, gli studenti medi e gli universitari. Ha sempre sostenuto la causa della resistenza palestinese. Nel suo messaggio alla nazione, il maggiore Atta ha affermato l'impegno del nuovo regime a sostenere « fino in fondo i guerriglieri ». I capi dei movimenti palestinesi, tranne George Habash, sotto a Damasco, dove « si tengono in stretto contatto con il presidente siriano Assad ». La Siria ha ritirato la sua missione militare inviata in Giordania per evitare « la liquidazione della resistenza palestinese » ed accusa l'esercito reale di aver bombardato la città siriana di Déraa (alla frontiera tra i due Paesi). Con il ritiro della missione militare siriana, l'ultimo legatile, ancorché fragile, che restava tra la Giordania ed i regimi arabi « impegnati » s'è rotto. Il trono hascemita rischia di rimanere isolato, ma non è improbabile che alla fine si giunga al solito compromesso arabo. Il libico Gheddafi chiede l'intervento armato contro Hussein, ma l'Egitto ammonisce che « occorre agire con saggezza ». I Stamane, il primo ministro giordano. Wasfi El Tali, ha negato di aver denunciato gli accordi del Cairo, che — ha I detto — « continueremo a ri-1 spettare nello spirito e nella lettera ». Ottantacinque fedayn sono arrivati oggi nell'Irak (la no- j tizia è confermata a Bagdad). Quattrocento, secondo fonti giordane, avrebbero già var- \ cato la frontiera con la Siria; altri trecento, fatti prigionieri nei giorni scorsi, rlnvreb bero essere rispediti uri vari Paesi arabi d'orinivi' Ancora 9 guerriglieri sono riparati in Israele, il che porta a 91 il numero dei fedayn che hanno preferito consegnarsi al nemico piuttosto che ai beduini di re Hussein. Igor Man

Persone citate: Assad, Atta, El Nour, Farouk Osman Hamdallah, George Habash, Gheddafi