Un altro impresario è stato arrestato a Roma per lo scandalo di decine d' «aste truccate» di Francesco Santini

Un altro impresario è stato arrestato a Roma per lo scandalo di decine d' «aste truccate» Continuano gli interrogatori per l'inchiesta sull'Anas Un altro impresario è stato arrestato a Roma per lo scandalo di decine d' «aste truccate» E' l'ing. Giovanni Bacchettoni Rossi-Vaccari, 45 anni, titolare della Sas - Come Paolo Regarda ed Edgardo Ravaioli, è accusato di « testimonianza reticente » (Nostro servizio particolare) Roma, 17 luglio. Terzo arresto per Jo « scan dalo Anas »: l'ing. Giovanni Bacchettoni Rossi-Vaccari, 45 anni, titolare dcll'impre sa « Sas » di Roma, ha rag giunto stamane in carcere il eomni. Paolo Regarda e l'ing. Edgardo Ravaioli della « Cooperativa muratori e cementieri ». Per quest'ultimi due gli inquirenti stasera hanno mutato l'ordine d'arresto preventivo in mandato di cattura: questo significa che i dirigenti della « Cooperativa muratori e cementie- ri » per ora restano a « Regi- na Coeli » in veste di impu tati. L'accusa, per loro, è di «falsa testimonianza» (il reato prevede una pena che va dai sei mesi ai tre anni di reclusione). L'ing. Giovanni Bacchettoni, che per primo aveva risposto all'appello tra i quattro impresari convocati stamane, è uscito dall'ufficio del giudice istruttore Antonio Alibrandi, che dirige l'inchie sta sulle aste truccate, tra due carabinieri stato trasferito Coeli ». Nella stanza 403 di Palazzo di Giustizia, il costruttore romano era entrato appena un'ora prima, per es- e subito è | a « Regina l ne. Ai giudici aveva dichia rato che le gare d'appalto sere ascoltato come testimo vinte dalla sua impresa per i lavori attualmente in corso nella zona di Torino e in prò vincia di Perugia s'erano svolte regolarmente. Ma non è stato creduto. L'accusa è di « falsa testimonianza in quanto reticente ». L'imprenditore, apparso sulla porta tra i due militi, è stato accolto da un mormorio di indispettita meraviglia degli altri testi. Sua moglie, che era rimasta nel corridoio, gli ha gettato le braccia al collo. Alla donna in lacrime ha avuto il tempo di mormorare: « Datti da fare, non possono lasciarmi in carcere: gli impegni della ditta sono troppi ». Domattina il giudice istruttore Alibrandi e il pubblico ministero Plotino torneranno a Regina Coeli per interrogarlo; se persisterà nel suo atteggiamento, ritenuto reticente, l'ordine d'arresto diventerà anche per lui definitivo. Dei quattro testimoni convocati stamane, gli inquirenti ne hanno interrogati soltanto due: il costruttore Lamberto Giustini, sentito per secondo, è stato lasciato andare mezz'ora più tardi con una semplice ammonizione. Nelle sue risposte, evidente mente, i giudici non hanno riscontrato una reticenza decisa e lo hanno riconvocato la prossima settimana. A Lamberto Giustini è stato chiesto: « Ha ricevuto pres- : sioni per il pagamento di una \ tangente per l'appalto che si c aggiudicato l'inverno scor- \ so? ». Il costruttore ha ri- j sposto di no. I giudici han-1 no insistito: « Come ha fai- j lo, allora, a indovinare la ci-1 fra di minimo ribasso indicata dall'Anas per aggiudicare l'asta?». Giustini ha detto di aver avuto « un colpo di fortuna ». « Ho partecipato a più di sessanta gare d'appalto e sono riuscito ad indovinarne una». Sante Antonnicola e Michele Mangilli, titolari delle altre due imprese convocate stamane saranno ascoltati giovedì prossimo. Si può dire che l'arresto di og fi era previsto. Per i costruttori implicati nello scandalo delle aste truccate sembra non esserci, fino a questo momento, alternativa. Se, infatti, si decidessero a parlare ed eventualmente ad ammettere di aver pagato una tangente per accaparrarsi l'appalto, inevitabilmente sarebbero accusati di aver « turbato l'asta », un reato che, oltre alla reclusione, una volta compiuto, impedisce di partecipare ad altre gare d'appalto. E ciò, per molti, potrebbe significare la fine dell'attività con il fallimento. Non si esclude inoltre che nel versamento di una « tangente » gli inquirenti potrebbero ravvisare il reato ben più grave di « corruzione ». Negli ambienti di Palazzo di Giustizia ci si chiede sta¬ sera perché il magistrato, convinto della reticenza dei tre testimoni arrestati, dispo nendo evidentemente di prò ve sicure, non abbia emesso nei loro confronti un regola re mandato di comparizione per questi due reati. Il prov¬ vedimento avrebbe quanto meno garantito ai tre costrut tori di presentarsi all'interrogatorio accompagnati dai propri legali. La Guardia di finanza, nello svolgere le indagini, aveva già saputo che le imprese delle « aste miliardo » avreb bero respinto tutte le accuse Non è noto su che cosa si basi la convinzione del dottor Plotino e del giudice istrut tore Alibrandi. Si sa che nei giorni scorsi le amministrazioni delle ditte sono state accuratamente perquisite. Francesco Santini *

Luoghi citati: Perugia, Roma, Torino