L'estate più calda di Nixon

L'estate più calda di Nixon Sciopero nei telefoni, ferrovie, telegrammi, miniere L'estate più calda di Nixon Da quando è al potere, non vi era mai stato un tal numero di agitazioni - Aggravano la situazione le spinte inflazionistiche e la stasi dell'economia - Ma il governo insìste : « E' in corso una netta ripresa » (Dal nostro corrispondente) New York, 15 luglio. Con lo sciopero nazionale dei telefoni alla sua seconda giornata, si prospetta ora negli Stati Uniti la paralisi di alcune ferrovie. Un'astensione selezionata dal lavoro è prevista per domani: colpirebbe il 25 per cento d'elle merci trasportate in tutti gli Stati Uniti. Il governo ha deciso di intervenire, e negoziati sono in corso a Washington, ma senza molte speranze di successo. Nel paese scioperano già i dipendenti della Western Union (telegrammi) e i minatori del rame. Centinaia di navi sono anche immobilizzate sulla costa occidentale da 14 giorni, e si teme che vengano chiuse anche le acciaierie. E' senza dubbio l'estate più « calda » da quando il presi¬ dente Nixon è al potere. Per la fine del mese, potrebbero incrociare le braccia tre milioni di persone. La situazione è aggravata dalle spinte inflazionistiche e dalla parziale stavi ripìl'pcopomia. il presidente della Confederazione sindacale, George Meany, ha dichiarato che la crisi « non è imputabile ai lavoratori », e ha attaccato la Casa Bianca con incredibile asprezza. La posizione ufficiale del governo è che « una netta ripresa è in corso », e si tratta solo d'aspettare. In una conferenza-stampa. Connally ha dichiarato: « L'espansione è notevole, anche se non raggiungeremo quest'anno il previsto T-o^ottn 'ordo rtl infiR miliardi di dollari. Riusciremo a diminuire la disoccupazione senza accentuare l'inflazione ». Il ministro del Tesoro non ha voluto fare cifre. In un editoriale, il New York Times scrive stamattina chp « Ip ir»-M7ionali interruzioni del lavoro non potranno essere curate senza una seria riaffermazione delle responsabilità presidenziali ». I guai della nostra economia, esso afferma, scaturiscono sostanzialmente dal rifiuto di Nixon d'adottare una politica di controllo dei redditi e dei prezzi. « Gli stessi sindacati sono travolti da un senso di disperazione e d'impotenza » dice. Il New York' Times è favorevole ad « un breve congelamento » dei redditi e dei prezzi: « Un rimedio forse più drastico e doloroso, ma di sicuro effetto ». e. c.

Persone citate: Connally, George Meany, Nixon

Luoghi citati: New York, Stati Uniti