Perché assolto Pisanò? di Guido Guidi

Perché assolto Pisanò? L'insufficienza di prove Perché assolto Pisanò? Queste le probabili tesi dei giudici - Le parti sono ricorse in appello (Nostro servizio particolare) Roma, 15 luglio. Giorgio Pisano e suo fratello Paolo (come il pubblico ministero, d'altro canto) non sono rimasti soddisfatti della sentenza pronunciata ieri sera dal tribunale. Sia pur per motivi completamente opposti a quelli del dott. Franco Plotino, si sono rivolti alla corte d'appello per un nuovo processo. Il sostituto Procuratore della Repubblica protesta perché ritiene che i due giornalisti abbiano estorto 4 milioni di lire a Dino De Laurentiis, cercando di estorcergliene altri sei in un secondo momento; il direttore di Candido ed il fratello si lamentano che i giudici abbiano espresso qualche dubbio nella loro decisione limitandosi a proscioglierli per insufficienza di prove. L'iniziativa dell'accusa, alla quale ovviamente si sono as- sociati i legali di Dino De Laurentiis, avv. Carlo D'Ago stino e avv. Ferdinando Giovannini, tende ad ottenere che la corte d'appello condanni i due giornalisti per estorsione; Giorgio Pisano e suo fratello Paolo chiedono di essere assolti per non aver commesso il fatto. Il processo in corte d'appello, dove verrà ripresa in esame tutta la vicenda, dovrebbe essere celebrato molto prima di quanto inizialmente si potesse supporre. I tre giudici del tribunale hanno infatti annunciato che tra dieci o al massimo fra quindici giorni saranno in grado di rendere note le ragioni per cui sono stati indotti a prosciogliere Giorgio e Paolo Pisano, sia pur con qualche dubbio. Questo vuol dire, in pratica, che entro l'anno il caso originato dalla denuncia di De Laurentiis potrebbe passare al controllo della corte d'appello. Il valore della decisione presa ieri sera dal tribunale è destinato ad aumentare o a diminuire in rapporto al ragionamento che è stato seguito dai tre magistrati. Il dispositivo letto in aula dal presidente dott. Sorrentino è sintetico: assoluzione per insufficienza di prove. La motivazione sarà resa nota in un secondo momento. Quale potrebbe essere? L'ipotesi più attendibile è che secondo 1 giudici, Giorgio Pisano, molto probabilmente (si tenga presente che il tribunale non ha raggiunto la certezza tanto da esprimere il dubbio) sia caduto in un equivoco. Il direttore di Candido, cioè, avrebbe avuto qualche sospetto sul comportamento di De Laurentiis, che gli si sarebbe presentato offrendogli del denaro perché non pubblicasse nulla sulle sue trattative per vendere gli stabilimenti cinematografici, e lo avrebbe seguito nel suo gioco con il proposito di avere la prova che l'altro cercava di corromperlo. Una circostanza ha reso molto perplessi i giudici su una eventuale responsabilità di Giorgio Pisano: la scarsa entità della somma richiesta al produttore vittima di un ricatto, quando l'affare sul quale De Laurei.tiis avrebbe chiesto il silenzio era dell'ordine di alcune decine di miliardi. Inoltre, nel controllare le registrazioni telefoniche, il tribunale potrebbe essere rimasto molto colpito dal fatto che inizialmente non fu Pisano a chiedere danaro, ma De Laurentiis ad offrirlo. E questo potrebbe avere indotto il tribunale a ritenere non sufficiente la prova raccolta perché si potesse sostenere che Giorgio Pisano aveva minacciato l'altro, costringendolo a versare prima quattro milioni e poi sei. In sostanza due motivi sarebbero alla base della sentenza pronunciata ieri sera: il tribunale ha avuto dubbi che le minacce di Giorgio Pisano possano essere state tali da preoccupare De Taurentiis al punto C"1 fp^orli assumer il ruolo di vittima; e poi che il direttore di Candido abbia voluto realmente ricattare il produttore. Guido Guidi *

Luoghi citati: Pisano, Roma