"Controllo di redditi e prezzi,, chiede il capo dei sindacati Usa di Ennio Caretto

"Controllo di redditi e prezzi,, chiede il capo dei sindacati Usa Sacrifici collettivi e personali "come in guerra,, "Controllo di redditi e prezzi,, chiede il capo dei sindacati Usa George Meany a (Ter ma: « Non vediamo altro modo per risanare l'economia » - Deciso invito a Nixon: « Occorre creare un ente nazionale, con competenze vaste e precise » (Dal nostro corrispondente) New York, 12 luglio. Il presidente della confederazione dei sindacati americani, George Meany, ha auspicato l'adozione di una politica dei redditi e dei prezzi. Parlando ieri sera alla televisione, egli l'ha definita (d'unica via d'uscita dall'attuale crisi economica degli Stati Uniti. Noi non chiediamo il controllo dei salari e dei profitti, perché è una questione di competenza esclusiva del presidente Nixon», ha affermato. «Ma se fossimo al suo posto, 10 imporremmo immediatamente. Non vediamo infatti altro modo di stabilizzare la situazione». Le dichiarazioni di Meany hanno un notevole peso politico. L'ultrasettantenne leader deH'A.F.L.-C.I.O. rappresenta la massima forza sindacale del paese dal '55. E' la prima volta che egli rivolge in pratica un appello agli americani a sacrifici collettivi e personali «come in tempo di guerra». George Meany si è mostrato particolarmente allarmato dalla coesistenza dell'inflazione e della recessione (la «stagflation»). «Nonostante l'ottimismo del governo — ha sostenuto — entrambe si aggravano. Secondo le statistiche ufficiali, la disoccupazione è scesa a giugno dal 6.2 al 5.6 per cento. Non so come abbiano ottenuto questo dato, non dico che l'abbiano manipolato, ma è certo che a giugno i disoccupati sono aumentati di oltre 1 milione». L'anziano sindacalista ha citato anche l'incremento dello 0,4 per cento nei prezzi all'ingrosso l'ultimo mese come prova che le pressioni inflazionistiche vengono accentuandosi. «Qualche mese fa — ha proseguito Meany — noi ci opponemmo all'istituzione di un "ente per la revisione dei redditi e dei prezzi" nell'edilizia. Ora lo riteniamo utile. Ma non pensiamo che con provvedimenti settoriali il presidente Nixon raggiungerà grandi risultati. Occorre affrontare globalmente il problema, come nel periodo bellico, occorre stabilire un ente nazionale con vaste ed esatte competenze». Meany ha rivendicato ai sindacati «un profondo senso di responsabilità e moderazione». «Abbiamo tentato di esercitare una funzione equilibratrice — ha detto — ma è inevitabile che ogni due o tre anni i lavoratori avanzino rivendicazioni, e che esse vengano equamente soddisfatte» 11 leader dell'A.F.L.-C.I.O. non ha suggerito limiti precisi agli incrementi dei salari e dei profitti, insistendo invece per un «rigido parallelismo». Dopo 11 chiaro atteggiamento di questo autorevole personaggio del lavoro e dell'organizzazione da lui rappresentata, la posizione di Nixon, «ideologicamente» ostile alla politica dei redditi e dei prezzi, diventa imbarazzante. n Il presidente è quasi solo (col ministro del Tesoro Connally e il direttore del Bilancio Shultz) a ripetere di no, contro il parere del suo stesso governo e dei maggiori economisti- Egli tende ancora ad adottare simili contingenti, come lo stanziamento di 2 miliardi 250 milioni di dollari per impieghi temporanei, da lui ratificati oggi. Le contraddizioni della vita economica americana in questa fase acquistano rilievo alla luce di due interventi dell'ex consigliere di Kennedy e ambasciatore John Galbraith. In una dichiarazione al Senato, Galbraith ha di recente attaccato la richiesta di Nixon e Connally di concedere una garanzia per un prestito di 250 milioni alla Lockheed, proponendo invece il controllo dei salari e dei profitti. «La richiesta presidenziale — ha affermato — non è che una dimostrazione della potenza del complesso militare-industriale, e un affronto alla pubblica opinione e ai movimenti giovanili». Quanto ai «no» di Nixon, Galbraith ha definito «ridicola» la sua opposizione esasperata a «qualsiasi controllo governativo». e lo ha invitato a rifarsi ai precedenti di nazioni di sicura democrazia. Nel quadro della crisi degli Stati Uniti, la vicenda della Lockheed, in realtà, si fa sempre più dubbia. La commissione bancaria del Senato s'è pronunciata contro la garanzia governativa del prestito. Essa appoggia, invece, un progetto di legge per aiuti a industrie in difficoltà in base a principi generali. Nelle sue intenzioni, però, la legge non riguarderebbe la Lockheed, in quelle del governo sì. La società sostiene di essere sull'orlo della bancarotta, e di non poter produrre l'aerobus «Tristar» con motori inglesi Rolls-Royce senza finanziamenti. Ennio Caretto « George Meany (Telefoto)

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