Da Akademgorodok, la città del futuro all'antica Tashkent nell'Asia Centrale

Da Akademgorodok, la città del futuro all'antica Tashkent nell'Asia Centrale In viaggio con il ministro Moro attraverso PUnione Sovietica Da Akademgorodok, la città del futuro all'antica Tashkent nell'Asia Centrale La visita alla «capitale della scienza», centro nel quale sorgono 22 istituti universitari: una specie di monastero dove la Bibbia è il «computer» - Quindi un volo di 2500 km a ritroso nel tempo: nell'Uzbekistan sopravvivono cavalli della steppa accanto agli autobus moderni, scritti cirillici e caratteri arabi - La temperatura: 42 gradi all'ombra (Dal nostro inviato speciale) Tashkent, 10 luglio. Tra Akademgorodok, la cittadella siberiana delle scienze, e Tashkent, capitale dell'Uzbekistan — le due tappe odierne del viaggio del ministro degli Esteri Aldo Moro nell'Unione Sovietica — non ci sono soltanto 2250 chilo-. metri di distanza e 20 gradi di differenza (a Tashkent il termometro segna 42" all'om- bra), ma anche un profondo salto culturale. In quattro ore di aereo, siamo passati da un mondo che conosce ed elabora le tecnologie più avanzate ad un mondo che non ha ancora saputo staccarsi da un passato di oltre 2500 anni di storia. Ad un primo contatto, l'Uz- dall abito multicolore, scor razza maestosamente su un cavallo, forse discendente del le cavalcature di Gengis Khan, e poi si lancia al galoppo bekistan, terra musulmana e sovietica, dà l'impressione di un mélange ancora un po' artificiale, di una giustapposizione di due civiltà, delle quali la più antica sopravvive bene o male, talvolta quasi casualmente. Sulla strada che collega l'aeroporto a Tashkent, un cavaliere uzbeko. verso altri compagni, fermi nell'enorme distesa desertica che si perde a vista d'occhio ai lati della strada. Ma alle porte della città, incontriamo palazzi in vetrocemento e autobus moderni, che scaricano masse di lavoratori, di ritorno dal turno delle fabbriche. In città, alle insegne in caratteri arabi di molti negozi, sopravvissute alla decisione staliniana del 1938 di trascrivere in caratteri cirillici la lingua uzbeka, si oppongono i grandi cartelli in cirillico, che invitano a « costruire il comunismo » ed a « dare esecuzione alle decisioni del XXIV Congresso del pcus ». Ad Akademgorodok, invece, la contrapposizione non è tra presente e passato, ma tra presente e futuro. Questa cittadina — costruita 14 anni or sono nella foresta siberiana sulle rive del fiume Ob, a 25 chilometri da Novosibirsk — ha l'aspetto di un lindo e quieto centro di riposo e di meditazione, un moderno monastero, i cui monaci hanno come Bibbia il computer. La settima parte dei suoi 40 mi- la abitanti è costituita da scienziati, tra i quali 18 ac- cademici e 30 membri corri spandenti dell'Accademia delle Scienze dell'Unione Sovietica. Nei suoi 22 istituti scientifici si fanno ricerche di matematica, fisica, chimica, biologia, geologia, economia, filosofia, lingua e storia. In pochi anni di vita, Akademgorodok — come ha spiegato a Moro il prof. Andrei Trofimuk, vicepresidente della filiale siberiana dell'Accademia delle Scienze — è diventata il centro propulsore dello sfruttamento a tempi accelerati delle enormi ricchezze naturali dell'area che si estende dagli Uralì al Pacìfico. Le risorse energetiche di quest'area sono immense, i giacimenti di minerali enormi: stamane, sono stati mostrati a Moro alcuni splendidi diamanti (« Ma i più belli — ha detto Trofimuk — li ha presi il ministero delle Finanze») e campioni di oro. Qui si estrae il 90 per cento del carbone di tutto il paese e si trovano giacimenti petroliferi estesi per milioni di chilometri quadrati. Gli scienziati di Akademgorodok non vìvono nell'Olimpo della ricerca pura, fine a se stessa, ma in stretto contatto con l'industria, affinché le loro ricerche abbiano un'immediata applicazione pratica. Al tempo stesso Akademgorodok è un « laboratorio di talenti », come ha detto il Prof. Trofimuk. Ogni anno, in marzo, gli scienziati pre parano una serie di tests, che vengono pubblicati sui giornali regionali. I giovani studenti, che non abbiano ancora terminato le medie superiori, possono partecipare a questa specie di concorso, inviando ad Akademgorodok le risposte ai tests pubblicati dai giornali. Coloro che hanno le risposte migliori — in media un migliaio su diecimila partecipanti al « concorso » — vengono invitati in estate nella « cittadella delle scienze » per una vacanza di studio. Alla fine, i migliori di questa élite di scienziati in potenza vengono invitati a fermarsi ad Akademgorodok, per terminarvi le scuole medie e compiervi tutti gli studi universitari. Questo è uno dei sistemi seguiti per immettere continuamente forze tresche nei quadri dei ricercatori della « cittadella delle scienze ». Dopo questa introduzione del prof. Trofimuk, Moro è stato « preso in consegna » dagli specialisti, che gli hanno mostrato alcuni degli istituti di ricerca. In quello del calcolo — dove il prof. Sergej Sobolev ha illustrato i princìpi generali dell'applicazione del calcolo matematico alla programmazione economica — abbiamo potuto vedere il « BSM-6 », il più sofisticato computer sovietico della «terza generazione», capace di compiere un milione di operazioni al secondo. Secondo dati non ufficiali, in tutto il Paese vi sarebbero soltanto tre calcolatori di questo modello, che sì aggiungerebbero ad altri tre computers della « terza generazione » acquistati in Inghilterra. Il viaggio di Moro nell'U¬ nione Sovietica sta per concludersi. L'Uzbekistan — questa repubblica asiatica, a mille chilometri dal confine cinese, grande produttrice di cotone, dove siamo arrivati stasera — è l'ultima tappa. Domani, la giornata sarà di visa a metà tra Tashkent, soffocata da un caldo sahariano, e Samarkanda, vecchia di 2500 anni, che l'emiro Timur (Tamerlano) proclamò nel XIV secolo, «capitale del mondo» * . Jaroslavl .^fc 1 MOSCA Perni' Nar^n (^jTovoswmsK t gSemipalatinsk

Persone citate: Aldo Moro, Andrei Trofimuk, Bibbia, Gengis Khan, Moro, Sergej Sobolev

Luoghi citati: Akademgorodok, Asia Centrale, Inghilterra, Mosca, Unione Sovietica, Uzbekistan