Tentata rivolta nel Marocco Il re sfugge agli attentatori

Tentata rivolta nel Marocco Il re sfugge agli attentatori Un fallito colpo di Stato nella "porta dell' Atlantico,, Tentata rivolta nel Marocco Il re sfugge agli attentatori L'attacco degli insorti contro il palazzo reale mentre si celebrava il 42" compleanno di Hassan II: uccisi tre generali e l'ambasciatore belga, ferito il fratello del re - Il sovrano riesce a fuggire e dà i pieni poteri alF« uomo forte » del regime, generale Oufkir - Contemporaneamente i rivoltosi si sono impadroniti delle emittenti radio di Rabat e Casablanca; dicono: « Abbiamo abbattuto il feudalesimo, marocchini, vigilate! » - A tarda notte le truppe monarchiche sembrano prevalere (Nostro servizio particolare) Rabat. 10 luglio. Ore drammatiche in Marocco: un gruppo di militari ha attentato alla vita del re Hassan II, l'ultimo sovrano arabo sopravvissuto alle rivoluzioni e ai colpi di Stato nel Nord Africa. Secondo le ultime informazioni Hassan II sarebbe scampato e avrebbe dato i pieni poteri civili e militari al ministro degli Interni generale Mohammed Oufkir, noto come « l'uomo forte » del regime monarchico. Tre generali marocchini e l'ambasciatore belga a Rabat sono rimasti ucqisi. I rivoltosi sono tuttora padroni delle stazioni radio di Rabat e di Casablanca. Si teme un'aperta guerra civile. Il re celebrava oggi il suo quarantaduesimo compleanno, e da ieri i cancelli della sua residenza estiva di Shkirat, a 25 chilometri da Rabat, erano aperti al pubblico. Alle diciannove alcune unità delle Forze Armate reali in tenuta - da combattimento sbarravano i cancelli del palazzo. Altri reparti circondavano il quartiere dei ministeri e la stazione radiotelevisiva, altri ancora assumevano il controllo di tutti i punti chiave del Paese, mentre venivano istituiti blocchi stradali sulle principali vie di comunicazione. Contemporaneamente si diffondevano voci di un attentato al sovrano, e testimoni riferivano di aver udito raffiche di mitra. Secondo le primissime voci Hassan era uscito illeso dall'attentato, le pallottole avevano fatto invece numerosi feriti fra l'entourage del sovrano. Ci sarebbero 40 morti. Alle 20,16, mentre le notizie più contraddittorie si incrociavano sull'accaduto, la radiotelevisione marocchina, controllata dall'esercito, ha diffuso il proclama della Repubblica. « Il Re è morto, viva la Repubblica», ha detto a più riprese un annunciatore. Un'altra voce, subito dopo, ha letto: « Nel pomeriggio d'oggi le Forze Armate nazionali, dopo aver annientato il feudalesimo, hanno assunto il potere in nome del popolo. Marocchini, marocchini, restate vigilanti, non ascoltate gli ordini antirivoluzionari e anti-popolari. Da oggi, dieci luglio, tutte le responsabilità sono trasferite alle autorità militari locali. Viva la Repubblica ». Il proclama è stato letto in lingua francese. Subito dopo l'emittente ha iniziato la trasmissione di marce militari. Tre quarti d'ora dopo la radiodiffusione del proclama l'agenzia d'informazioni Maghreb Arabe Presse diffondeva un comunicato urgente nel quale si affermava che Hassan II era vivo e stava benissimo. L'agenzia diceva anche che il sovrano aveva investito di tutti i poteri civili e militari il generale Oufkir. A tarda sera, la situazione, benché confusa, sembra potersi riassumere in questi termini: alcuni elementi armati sostenitori del colpo di Stato controllano alcuni punti strategici della capitale, mentre il re, che è scomparso dalla circolazione, tenta di riprendere in mano la situazione con gli elementi a lui fedeli. Sempre secondo testimoni oculari, diversi generali, tra cui il maresciallo Meziane, sarebbero stati uccisi nell'attacco contro il palazzo di Shkirat così come l'ambasciatore del Belgio a Rabat. Quanto all' ambasciatore d'Italia a Rabat, Amedeo. Guillet, che si trovava nel palazzo per partecipare al ricevimento, è incolume e ha preso contatto con l'amba sciata. L'attacco contro il palazzo di Shkirat è avvenuto alle 15,45 (ora italiana). Reparti di militari, in pieno assetto di guerra, hanno aperto il fredslafpmdtttrzvdmvmspcshdmucgiinsDc fuoco con mortai, proiettilirazzo e « bazooka » prima di entrare nel grande salone del palazzo dove era in corso il ricevimento. Il principe Moulay Abdallah, fratello del re, è stato ferito ad un braccio. Altre persone sono state gravemente ferite dallo scoppio di bombe a mano. Gli autori del colpo di Stato sarebbero da ricercarsi tra i generali vicini alla corte. Un testimone oculare ha riferito che, quando il palazzo è stato investito dai rivoluzionari, il gen. Madbouh, direttore della Casa reale militare, era il solo a muoversi in piena libertà tra i militari, i quali avevano costretto tutte le personalità presenti a distendersi bocconi, con le mani dietro la schiena. Lo stesso testimone ha riferito che, al termine della sparatoria, il sovrano marocchino, circondato da ufficiali e militari, dopo aver conferito tutti i poteri al generale Oufkir, ha lasciato il palazzo per destinazione ignota. A Casablanca la situazione appare calma e non vi sono movimenti di truppe. Da altre località si annunciano invece scontri e spo¬ stamenti di tanks. Privi delle due emittenti radio di Rabat e Casablanca, Hassan e i suoi fedeli si trovano praticamente impossibilitati a comunicare con il popolo e quindi in una situazione che potrebbe diventare molto precaria. Resta tra l'altro da vedere se i militari autori del tentativo di putsch possano contare sull'appoggio totale dell'esercito: in caso contrario, Hassan avrebbe facilmente partita vinta. I leaders del colpo non hanno ancora rivelato la loro identità né precisato le loro motivazioni politiche. (Ansa - Reuter - Ap) /Gibilterra Tangerì W^Zt?W^F RABXh Casablanca, "■ili, 'W--- jfF, J^'WV " : MAROCCO Bouarfa* S^1/ Marrakech ^ Essaouira '«# Taouz J^Agad/rl -IFNJy b±(Sp.)- V Il M è l l'Ili t 12 Il Marocco è esteso una volta e mezzo l'Italia, conta 12 milioni di abitanti e si affaccia al Mediterraneo e all'Atlantico. La capitale, Rabat, ha 250 mila abitanti, la città più popolosa è Casablanca, circa un milioni. Indipendente dal 1956 (prima era un protettorato francese) ha come principale risorsa l'agricoltura. Nel sottosuolo, ricchi giacimenti di fosfati, ferro, cobalto e manganese

Persone citate: Guillet, Meziane, Mohammed Oufkir, Moulay Abdallah, Rabat