Parigi chiede "normalità monetaria,, Bonn lascia aperta qualsiasi soluzione di Carlo Cavicchioli

Parigi chiede "normalità monetaria,, Bonn lascia aperta qualsiasi soluzione Le reazioni della Francia e della Germania dopo il "vertice,, Parigi chiede "normalità monetaria,, Bonn lascia aperta qualsiasi soluzione Il portavoce francese dichiara, dopo il Consiglio dei ministri, ohe i vantaggi della Comunità europea hanno la precedenza su quelli dei singoli Paesi - I tedeschi smentiscono le voci di un accordo Brandt-Pompidou per una rivalutazione in agosto; conferma che prima o poi il marco tornerà a una parità con il dollaro, ma non precisa né quando né come (Dal nostro corrispondente) Parigi, 7 luglio. L'incontro tra il presidente Pompidou e il cancelliere Brandt sul Reno ed a Bonn ha dimostrato ancora una volta la sincerità e la solidità dell'intesa franco-tedesca. Così scrive stasei-a Le Monde, aggiungendo però subito dopo che il vertice s'è concluso con un «caloroso disaccordo». Questo tono agrodolce di vaga delusione affiora in tutti i commenti della stampa e degli ambienti politici parigini all'indomani del rientro di Pompidou in patria. Per Le Figaro la visita del Presidente in Germania « è riuscita a metà » e se ha confermato l'ampiezza della cooperazione tra i due Paesi ne ha pure indicati certi limiti, al momento invalicabili: « Le profonde divergenze in materia monetaria non hanno potuto essere eliminate ». Il marco continuerà a « fluttuare » al dì là del Reno. Un riesame del vertice e dei suoi frutti è stato fatto oggi al Consiglio dei ministri. Al termine della seduta, il sottosegretario alle Informazioni. Leo Hamon, portavoce del governo, ha dichiarato che a Bonn « la Francia si è sforzata di mettere in evidenza le esigenze della vita della Comunità in campo monetario: in questo settore i vantaggi della Comunità economica europea hanno la precedenza su quelli dell'uno o dell'altro dei membri ». Si precisa tuttavia che il Presidente non si era recato a Bonn per chiedere il ritorno del marco alla parità fissa, ma per indurre la Germania a misurare gli inconvenienti della situazione presente e del suo protrarsi. « La Francia — ha dichiarato Hamon — non può accettare di allinearsi ad una proposta comune concernente il sistema monetario internazionale fintanto che all'interno del Mec non si sia ristabilita la situazione monetaria normale ». Il ministro degli Esteri Maurice Schumann, sottolineata la cordialità delle accoglienze in Germania, si è compiaciuto dei buoni risultati ottenuti fuori della controversia finanziaria: la convergenza di vedute sull'Europa, su Berlino, sul Medio Oriente. Il marco fluttuante rimane la spina in mezzo a tante rose. Riassumendo gli esiti, ancora il portavoce Hamon ha osservato che il vertice « è stato soddisfacente quanto poteva esserlo nelle presenti circostanze ». Parigi insomma si adopera per dimostrare che a Bonn « non si voleva chiedere nul- la ». Ad tuta rinnovala domatida dei giornalisti, il portavoce del governo ha replicato: « Siamo tornati dal Reno come eravamo partiti: convinti che le cose si sarebbero svolte come si sono svolte ». E' previsto un altro incontro prima della prossima sessione del Fondo monetario internazionale? « V'è da temere — ha risposto Hamon — che non sia realistico pensare di poter elaborare una posizione comune prima di quella data ». Ma a parte il contrasto sul marco, secondo Le Monde, il presidente Pompidou ed il cancelliere Brandt « benché siano d'accordo sull'essenziale, non concepiscono l'avvenire dell'Europa in maniera assolutamente identica: i tedeschi sognano "istituzioni comuni" sottoposte a un "controllo parlamentare appropriato"; la Francia mette in guardia contro il pericolo di "bruciare le tappe" e teme come negli anni passati tutte le "superstrutture ambiziose" ». Brandt si è ben guardato dal lanciare la vasta offensiva per una Europa politicamente integrala, offensiva che si attende e sì teme periodicamente da parte sua: Pompidou ha navigato prudentemente tra l'« albergo aperto a tutti i venti », ov'egli rifiuta d'alloggiare, e il « blocco rinchiuso in se stesso », del quale egli denuncia i rischi. Carlo Cavicchioli