Aperta un'inchiesta da due magistrati sull'attività in Borsa di Attilio Marzolle

Aperta un'inchiesta da due magistrati sull'attività in Borsa di Attilio Marzolle Un giudice istruttore e un sostituto procuratore di Venezia Aperta un'inchiesta da due magistrati sull'attività in Borsa di Attilio Marzolle Il primo si interessa sotto il profilo penale, l'altro per quello civile - Un controllo con il dirigente della Mobile ai Banco di Roma - L'agente di eambio è slato espulso dalla Borsa - Prossima la dichiarazione di fallimento e l'ordinanza di sequestro dei beni dello scomparso - L'incontro del presidente della Borsa veneziana con il collega milanese tDa! nostro corrispondente/ Venezia. 7 luglio. Sono due i magistrati che si occupano, da oggi, del « caso Marzollo ». Al sostituto procuratore della Repubblica dott. Ennio Fortuna, che si interessa della vicenda dal punto di vista penale per le implicazioni che il dissesto e la fuga dell'agente di cambio possono avere, s'è affiancato il giudice civile dott. Gradella. Sia Fortuna, sia Gradella mantengono il più stretto riserbo sul procedere dell'in i- j i- chiesta: il primo, sulla predi-1 sposizione di atti giudiziari particolari, il secondo sulla visita che ha compiuto nel pomeriggio con il dirigente della squadra mobile veneziana dott. Salvatore Barba, nella sede del « Banco di Roma », procedendo ad una serie di controlli che hanno interessato, fino ad oggi, anche altri Istituti di credito: il « Banco di San Marco », innanzitutto, e poi il « Banco Ambrosiano ». Non c'è da aspettarsi, del resto, alcun commento dai magistrati incaricati di condurre una indagine delicatissima, su una vicenda quanto mai intricata, i cui riflessi — per quello che se ne sa — possono essere ancora oggi molto pesanti. Negli ambienti finanziari veneziani, che seguono l'evolversi della situazione con impaziente nervosismo, la voce corrente — stasera — è che domattina venga annunciato pubblicamente, in tribunale, un provvedimento a carico di Attilio Marzollo. L'agente di cambio, scomparso il 18 giugno, come noto, fino a ieri avrebbe potuto ritornare per sanare la sua pesante situazione debitoria (23 miliardi soltanto sulla « piazza » veneziana, più altri 3 miliardi dovuti dal Marzollo, si dice, a molti piccoli e medi risparmiatori) senza per questo arrischiare altro che il suo avvenire di operatore sul mercato finanziario. Scaduti i termini prescritti dalla legge per gli operatori di borsa dichiarati in « stato di difficoltà » senza che il Marzollo si sia fatto vivo, la macchina della « ritorsione » — secondo le procedure previste dai regolamenti — si è messa in moto. Attilio Mari zollo è stato espulso dalla Borsa. Dal rango di maggior operatore italiano del mercato dei titoli, spregiudicato rialzista e brillante speculatore l'ex pilota, dalle tre famiglie, è passato al rango di fuggitivo, sommerso da un mare di debiti. Qual è il provvedimento del tribunale civile di cui si parla oggi? Le ipotesi che si fanno sono principalmente due: la proclamazione del fallimento di Attilio Marzollo (provocata, indifferentemente, da una istanza bancaria o da un intervento d'ufficio della Procura) oppure, in attesa di ulteriori chiarimenti della sua complessa posizione, l'emissione di una ordinanza di sequestro — soltanto conservativo, magari — di tutti i beni mobili e immobili che l'agente di cambio, fuggendo, ha abbandonati. Si continua a parlare anche della emissione di uno o più mandati di cattura ma anche su questo dato il riserbo dei magistrati è assoluto. Per la prima volta dal giorno in cui la scomparsa di Attilio Marzollo è stata resa nota, il presidente del comitato direttivo degli agenti di Borsa di Venezia, dott. Stefano Dofour, si è allontanato dalla città: è partito per Milano dopo una serie di telefonate avvenute ieri con il presidente del direttivo degli agenti di cambio lombardi, dott. Aletti. Si sa che un grosso punto ancora da chiarire, è la po-1 sizione che il fuggitivo aveva, in rapporto alla Borsa c ad alcune banche di Milano. g. r.

Persone citate: Aletti, Attilio Mari, Ennio Fortuna, Gradella, Salvatore Barba, Stefano Dofour

Luoghi citati: Milano, Venezia