Teatro "all'improvviso" sulla piazza a Moncalieri

Teatro "all'improvviso" sulla piazza a Moncalieri «Le statue movibili» di Petito Teatro "all'improvviso" sulla piazza a Moncalieri (e. b.) Folla e applausi a Moncalieri per la rappresentazione de « Le statue movibili », una « sceneggiata » dell'Ottocento napoletano, su testo di Antonio Petito, che ha aperto la stagione organizzata dall'amministrazione della Provincia. Lo spettacolo è stato recitato dalla compagnia « Il gran teatro » di Cario Cecchi su un palcoscenico improvvisato in piazza Vittorio, ed ha riscosso un successo imprevisto. Centinaia di spettatori — giovani soprattutto — sono giunti anche da altre località della « cintura » e da Torino per assieparsi nella piazzetta che è stata Interamente chiusa al traffico. Notevoli, almeno la prima sera, le difficoltà tecniche incontrate dagli attori: un'organizzazione forse un po' affrettata, un'acustica abbastanza scadente, hanno costretto la compagnia a recitare in condizioni d'emergenza, Carlo Cecchi si è dovuto destreggiare con microfoni che non funzionavano. Problema — questo — tutt'altro ohe trascurabile: l'azione scenica delle « Statue movibili » è incalzante, fondata sulla mimica e sul movimento. Benché inceppati dai fili, gli attori hanno superato brillantenemente l'impaccio: le battute improvvisate, per coprire i difetti organizzativi, hanno finito per suscitare l'ilarità generale. Tracciate con garbo, in un colorito linguaggio partenopeo, le comiche disavventure di Felice Sciosciammocca, dell'amico Cardillo e del servitore sornione Pulcinella, interpretati da Cecchi, Giancarlo Palermo e Augusto Pesarini. La tenue vicenda degli amori di uno spiantato Felice con la bella Concettina (Maria Luisa Prati) è ravvivata dalla mimica di Aldo Puglisi nei panni di una grottesca donna Cornelia alla disperata ricerca di marito. poi ritrovare la via di casa al bollente, ma soddisfatto Max. Con qualche intenzione satirica e smitizzante, di cui fanno le spese personaggi che il cinema hollywoodiano aveva fino a ieri idealizzati, il filmetto cerca di strappare facili risatine, ma è costruito troppo bonariamente, e su un umorismo troppo fragile, perché diventi corrosivo sul serio. Il corposo istrionismo di Peter Ustinov, pittoresco Max, è la nota più felice dello scherzo. vice

Luoghi citati: Moncalieri, Torino