Il p. m. chiede l'assoluzione per l'ex capo della "mobile,,

Il p. m. chiede l'assoluzione per l'ex capo della "mobile,, Il processo per gli attentati di Padova Il p. m. chiede l'assoluzione per l'ex capo della "mobile,, E' accusato d'aver fabbricato prove contro i presunti attentatori - Proposti 9 e 28 mesi per due confidenti del commissario; altri sei per il terzo "dinamitardo" (Dal nostro corrispondente) Padova, 30 giugno. Al protesso per .gli attentati di Padova, che è giunto soltanto oggi alla sua settima udienza nonostante si sia iniziato il 1" giugno, ha parlato stamane la pubblica accusa. La requisitoria del p.m., dott. Covassi, che ha fatto seguito ai brevi interventi dei due avvocati di parte civile ( rappresentanti del pei di Rovigo, parte lesa in occasione dell'attentato della primavera del 1969 alla sede del partito comunista polesano, nei cui tombini vennero immesse ielle cariche esplosive), è stata una specie di anticipazione della sentenza, che è prevista per la serata di venerdì. Il magistrato, il quale più volte, durante il dibattimento, ha espresso le sue perplessità sulla validità della sentenza di rinvio a giudizio dei 12 imputati (inficiato fin dalla prima udienza dallo stralcio della posizione di uno degli imputati - chiave), ha chiesto l'assoluzione con formula dubitativa per l'ex capo della squadra mobile di Padova, dott. Pasquale Juliano, accusato di aver fabbricato le prove per accusare i presunti attentatori; e anche per i giovani fascisti, che erano stati indicati nel capo di imputazione come gli autori delle esplosioni che devastarono l'ufficio del rettore dell'Uni- j versità e le sedi del psiup e del psi a Padova. Il p.m. ha chiesto la condanna soltanto per i tre incriminati come costruttori della « bomba » che venne trovata in mano a Giancarlo Patrese. l'imputato che è scomparso dal processo e la cui mancanza, ai fini della ricerca della verità processuale, è stata più volte lamentata non soltanto dall'accusa, ma anche dalla difesa, i Per Franco Tomassoni e ! Nicolò Pezzato, i due confìI denti del commissario che I hanno accusato Juliano di \ avere architettato il piano per I mettere nei guai i neofascisti | padovani, Covassi ha chiest'j la condanna a 9 mesi e centomila lire di multa e a 2 anni, 4 mesi e 180 mila lire di multa. Il secondo deve rispondere j della fabbricazione e detenzioI ne abusiva di un ordigno 1 esplosivo ( la « bomba » .he doveva solo sembrare, ma : non essere esplosiva ) e di ar; mi da guerra; il primo, sol\ tanto della fabbricazione rlel' l'ordigno (un po' di carbonel' la, pastiglie di clorato di poi tassio, zolfo anticrittogamico j e zucchero, il tutto compres| so dentro una scatoletta da i tonno). La terza condanna ( a 6 mesi e 70 mila lire di multa) I è stata chiesta per Giuliano Comunian, il terzo dei « dinaj mitardi », il quale, però, ha | sempre dichiarato di aver partecipato alla operazione esclusivamente per motivi di carattere patriottico, in quanto contrario alla violenza. CoI munian, insomma, sarebbe 1 stato al gioco degli altri due per far accusare i presunti attentatori; gli altri due, che erano invece più direttamente a contatto con Juliano, avrebbero a più riprese chiesto al commissario ingenti somme per le informazioni che gli davano. La requisitoria del p. m., che ha chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove anche per tutti gli altri imputati minori, ha tratteggiato la figura del dott. Pasquale Juliano. Covassi si è chiesto se poteva configurarsi una funzione di agente provocatore, di colui, cioè, che provoca un reato per mettere più facilmente le mani sui delinquenti che sta inse: guendo. La pubblica accusa, però, riferendosi all'assenza del Patrese, ha dovuto convenire che, nel caso specifico, tale ruolo non è attribuibile al commissario pugliese, perché « ci troviamo costretti a giudicare il presunto agente provocatore senza poter fare il processo anche all'agente provocato ». E' evidente, infatti, che solo il Patrese, il giovane postino che venne arrestato il 16 giugno 1969 con in mano un pacco contenente la bomba costruita da Tomassoni, Pezzato e Comunian, avrebbe potuto far luce su certi aspetti della vicenda, che sono rimasti in ombra nonostante i lunghi interrogatori degli imputati e dei testimoni protagonisti degli episodi di tutta la stòria. Nel pomeriggio ha parlato, come primo dei difensori, l'onorevole missino Pazzaglia. Il dibattimento riprende domani. s, |j.

Luoghi citati: Padova, Rovigo