Il professionista rapito a Sassari è prigioniero della banda Mesina

Il professionista rapito a Sassari è prigioniero della banda Mesina Anche se il capo è in carcere i suoi gregari lavorano Il professionista rapito a Sassari è prigioniero della banda Mesina 11 nome dell'avvocato Saba figurava in un elenco di sequestrabili compilato dai fuorilegge che furono capeggiati da Graziano - Angoscia in casa del legale in attesa della richiesta del riscatto - Si pensa che i banditi attendano di essere in un rifugio sicuro prima di farsi vivi - Il conflitto a fuoco tra i carabinieri e i presunti rapitori del possidente Camboni dal corrispondente Sassari, lunedi mattina. Il nome dell'avv. Alberto Mario Saba, sequestrato venerdì notte davanti al cancello della propria abitazione, figurava in un elenco di sequestrabili che la banda di Graziano Mesina aveva preparato — nei tempi in cui il fuorilegge imperversava su tutta l'isola — e nel quale erano compresi altri nomi di persone molto in vista delle province di Sassari e Nuoro. Tra questi, quello dell'avvocato Antonio Gardu di Nuoro: solo che i malviventi non riuscirono a prendere lui ma presero come ostaggio la signora Gardu, che tennero sequestrata per circa un mese lo scorso anno. Ad operare, in assenza del capo, in carcere dal marzo del 1968, sono dunque gli appartenenti alla banda Mesina, i quali venerdì sera, alle 22.30, hanno sequestrato l'avv. Saba e l'hanno portato sulle montagne del Nuorese. in un sicuro rifugio dal quale j lo lasceranno libero soltanto | quando pagherà il riscatto che chiederanno. L'avv. Saba era stato allora avvertito dagli inquirenti del pericolo che lo minacciava. Aveva accettato per qual-1 che tempo la scorta di un I agente, come tanti altri « se- j questrabili » di Sassari; poi, passato il « periodo caldo » degli anni 1967 e '68, vi aveva rinunciato. Il 28 ottobre! ci 1967 era andato ad abi- tare nella villa San Pietro, in regione Monserrato, alla periferia di Sassari. Qui i banditi l'hanno sequestrato, l'hanno portato via a bordo della sua stessa auto, una « 125 ». e dopo una quindicina di chilometri lo hanno trasbordato su una « Giulia » che, secondo la testimonianza di un pastore che ha visto la scena da lontano, ha preso la via del Goceano e quindi del Nuorese. In casa Saba, ieri, dopo la tensione della prima notte e l del primo giorno, è suben-1 trata la calma angosciosa del-1 l'attesa di notizie e della ri- I chiesta del riscatto. La si- gnora Anna, che è apparsa j molto stanca e affaticata, sta per molte ore vicino al telefono; le danno il cambio di tanto in tanto i cognati, pròfessor Giuseppe e dottor Giovarmi. E però difficile che i malviventi si servano di questo mezzo di comunicazione. Scrivono invece, anzi fanno scrivere dal sequestrato indirizzando a qualche parente od amico. In tal modo forniscono la prova che l'ostaggio è vivo e allo stesso tempo chiedono la somma del ri-1 scatto, indicando anche le J modalità per il versamento.: La lettera non è ancora ar-1 rivata e presumibilmente tar-1 derà qualche giorno: i banditi agiscono quando raggiungono il rifugio sicuro, dal quale dirigere tutte le operazioni. Momenti dì comprensibile angoscia la famiglia Saba ha vissuto ieri mattina, quando s'è appreso di un conflitto a j fuoco avvenuto tra le 23.30 e j le 24 di sabato, in provincia di Nuoro, nei pressi di Oniferi, tra quattro malviventi e alcuni carabinieri e agenti di pubblica sicurezza. Si è temuto che lo scontro fosse tra i rapitori dell'avvocato e le forze dell'ordine, ma pare che di essi non si tratti, bensì dei rapitori o dei custodi, del possidente di Ploaghe. FranCesco Camboni, rapito nei primi giorni di maggio e per il cui rilascio è stata chiesta la somma di 100 milioni. Pare che il conflitto sia avvenuto durante un servizio di pattugliamento delle strade, dove presumibilmente sarebbero dovuti avvenire gli incontri tra gli emissari della famiglia Camboni e i banditi per il versamento del riscatto. Un « Leoncino » con a bordo una pattuglia di carabinieri percorreva la strada provinciale che porta a Or'feri: a un tratto la marcia è stata interrotta dal lancio di una bottiglia sulla strada: il segnale, evidentemente, che i banditi erano nei pressi. Il mezzo si è fermato, l'autista ha spento le luci. Poi si è sentita una voce: « Vieni fuori! Hai paura? Scendi! x. Un momento di silenzio, quindi sono stati riaccesi i fari abbaglianti. Subito dopo si è sentita una raffica di mitra sparata dai banditi e alcuni colpi di un fucile calibro 22. I carabinieri hanno risposto al fuoco con i loro mitra e con una mitragliatrice che tenevano sul camioncino. La sparatoria e durata circa 20 minuti; ma i banditi sono riusciti a sganciarsi favoriti dalla natura accidentata del terreno. Chiamate per radio, sul luogo del conflitto a fuoco sono intervenute ingenti forze di polizia delle province di Nuoro e di Sassari, per una battuta alla luce dei bengala, ma dei malviventi nessuna traccia. Soltanto alle prime luci del giorno è stato possibile — nel corso di una accurata ricerca sul luogo teatro della sparatoria — trovare sul terreno un mitra, un fucile e una pistola ed inoltre un impermeabile, un cappello e una maschera. L'impermeabile presenta dei fori, il che lascia presumere che il bandito che l'indossava sia stato raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco. Antonio Pinna Anna Conti, moglie del legale rapilo, con i Figli Maria e Michele L'avv. Alberto Mario Saba

Persone citate: Alberto Mario Saba, Anna Conti, Antonio Gardu, Antonio Pinna, Gardu, Graziano Mesina, Mesina