Tutti i traguardi

Tutti i traguardi Tutti i traguardi Nino Benvenuti: con lui finisce un'era (lei pugilato Italiano, un'era incominciata undici anni la, nel l'iiiu. quando Nino era ancora un ;,lovanottcllo di ventidue anni coi capelli tagliati a spazzola. Un giovanotto che aveva già una certa esperienza: tirava pugni già da sei anni, era indiscutibilmente l'uomo di punta della nostra Cede il titolo a Kim Soo Ki All'inizio del '(Ili. e precisamente il 25 gennaio, il regno di Nino come campione del mondo dei pesi medi junior terminò inopinatamente nella Corea dei Sud. a Seul. Kim Soo Ki, praticamente sconosciuto in Europa, ottenne una vittoria ai punti, con un verdetto discusso nm che comunque gli garanti il titolo. Anche questa volta Nino aveva snobbato l'avversarlo, ed aveva perso il titolo; rincontro comunque gli aveva fruttato 55 mila dollari (circa Irentaclnque milioni di lire), mia delle borse più alte della sua carriera. Il primo incontro con Griffith Dopo avere difeso per due volle contro Jupp Elze e Pascal Di Benedetto 11 titolo europeo dei pesi medi, cioè l'ultimo troleu che gli restava, Nino abbandonò il primato continentale all'inizio del '67. Il Madison di New York puntava su di lui per un campionato del mondo dei pesi medi contro Emll Grilliti!. (lucila del 17 aprile '67 fu una notte memorabile per il pugilati! italiano, 'l'otti ricordano l'ardente radiocronaca notturna di Paolo Valenti: (.rimili a terra. Due anni di dominio Benvenuti è ritornato campione del mondo e amministra saggiamente il suo trofeo mettendolo in palio con ottime borse, sempre vicino a casa. Lo difende vittoriosamente quattro volle in diciotto mesi: il 14 dicembre '66 con Don Fullmer a Sanremo (vittoria ai punti), il 4 ottobre 'lill con Frazier Seolt a Napoli (vince per squalifica alla nazionale dilettantistica, aveva l'atto collezione di titoli italiani, di maglie azzurre, di due titoli europei. Il suo traguardo più bello, da dilettante, è stato però l'ultimo, la medaglia d'oro alle Olimpiadi romane. Nino combatteva normalmente tra i superweltcrs (allora welters pesanti), ma lo avevano fatto Campione d'Italia Passato al professionismo nel 1961, Nino Impiegò un certo tempo ad uscire dalla crisalide ed a confermarsi quel campione su cui tutti giuravano. II suo fisico esile, la sua scarsa tenuta alla distanza, sembravano un handicap tale da bilanciare e frenare la sua Innata classe. Nino riuscì a diventare campione d'Italia Ira i pesi medi soltanto nel marzo '611, battendo per k.o. alni* ripresa il modenese Truppl. Difese poi 11 suo primato, prima di rinunciarvi volontariamente, altre tre volte: con Fiori (k.o.t. in tre riprese), con Bettlni (vittoria ai punti) e ancora con Truppi (abbandono al quinto round). Mondiale con Mazzinghi ii mi.'- a. t '..,,t,» ì,..,,.;.. Il 1965 è l'annata del lancio internazionale del fuoriclasse triestino. L'altro uomo (U punta della nostra boxe è Sandro Mazzinghi, da due anni campione del mondo del pesi medi junior. L'opinione pubblica voleva la slida diretta tra i due, eccitati da una rivalità che si faceva sempre più accanita. Il 18 giugno 1965, sul ring milanese di San Siro, Nino, con uno spettacoloso montante destro, mise k.o. il to- Benvenuti a terra, Benvenuti si rialza, domina e vince. Nino tornò in Italia come un autentico trionfatore, dopo aver portato a termine l'Impresa fallita dal suo concittadino Tiberio Mitri. L'amara rivincita dopo sei mesi Il 29 settembre dello stesso 1967 Nino restituisce il titolo a Griffith ancora a New York. Reduce da troppi festeggiamenti, turbato da burrascose vicende private. Nino subisce una dura sconfitta ai punti. Un autentico calvario, tanto più che dopo rincontro viene rivelato che dalla terza ripresa in poi il triestino ha combattuto con una costola fratturata. La riscossa con Griffith Nino rientrato in Italia si trova al eentro delle accuse, ina punta caparbiamente ad una nuova rivincita. Torna in America per la bella con Griflilli e il I marzo 1968. ancora a NewYork, riconquista il titolo. E' una vittoria al punti meno chiara della prima. Grillili] protesta parlando d'una congiura ai suoi danni e dice di essere stato derubato. Ma il trofeo mondiale torna in Italia. settima ripresa), il 22 novembre '69 con Luis Rodrlguez a Roma (k.o. alla 12- ripresa) e il 23 maggio '70 a l mano con Tom llethea (k.u. all'ottava ripresa), suo vincitore due mesi prima a Melbourne. Spunta il mostro Monzon Uopo avere fatto i suoi comodi difendendo il titolo contro chi gli pareva, Nino alla li¬ scendere di categoria, tra I welters. perché il campo degli avversari sembrava meno agguerrito. Il triestino arrivò alla liliale, vinse in bellezza contro Radonyak (Urss), salì sul podio per ricevere la medaglia d'oro insieme ad altri due italiani. Franco Musso e Franco De Piccoli. scatto e divenne campione del mondo. Europeo quattro mesi dopo In quel tempo dominava la scena tra i pesi medi europei Lazio Papp, il tremendo guardia-destra ungherese. Nino prudentemente lo aveva sempre evitato, pur avendo ormai i titoli per sudarlo. I.a sua candidatura al primato continentale dei pugili di 72 chili fu Infatti presentata subito dopo l'annuncio del ritiro dal ring del fuoriclasse magiaro. Per la successione Benvenuti incontrò, il 15 ottobre 19B5, a Roma, lo spagnolo Luis Folledo: lo mise k.o. in sei riprese, e fu ad un tempo campione d'Europa e del mondo io due diverse categorie. L con Mazzi hi a Questo è 11 terzo capitolo del fulgido 1965 di Benvenuti, ma fu il meno brillante. Nino, ormai sulla cresta dell'onda, snobbò 11 suo avversario, convinto di batterlo facilmente come la prima volta. Il 7 dicembre a Roma invece Sandro Mazzinghi impegnò allo spasimo il rivale, che riuscì a guadagnarsi un faticosissimo verdetto al punti, dopo il match più duro della sua carriera. ne del '711 fu costretto ad accettare, pena la decadenza da campione del mondo, la sfida dell'argentino Carlos Monzon, numero uno dei suoi aspiranti secondo la WBA. L'argentino venne a Roma il 7 novembre scorso. Nessuno lo conosceva, nessuno credeva in lui, tutti erano convinti che lo sfidante sarebbe sialo rispedito a Buenos Aires con un sacco di botte. Invece l'indio distrusse un mito Infliggendo a Benvenuti il primo k.o. della sua carriera, alla 12" ripresa, dopo un match che era stato un'autentica punizione. A Monaco il crollo finale E si giunge all'amaro epilogo d'una luminosa carriera. Nino a Roma non era se stesso, dicono i suoi sostenitori: il fuoriclasse triestina anela alla rivincita anche se il buonsenso consiglierebbe di fare strada alla realtà. Gli anni passano, e trentatré, di cui diciassette vissuti per la boxe, sono tanti e ormai pesano. Sarebbe meglio chiudere, ma Nino, per orgoglio o forse per bisogno finanziario, insiste. Sabato notte a Montecarlo Carlos Monzon. il giustiziere, gli ha dato 11 colpo di grazia, costringendo Amaduzzi al getto della spugna alla terza ripresa, dopo elle .Nino era andato due volte al tappeto. Era il 91)' combattimento di un campionissimo, fine amara per una carriera senza precedenti. Gianni Pignata Olimpionico a Roma Campione del mondo a New York: Griffith al tappeto ll successo su Mazzinghi Roma. L'imprevista, clamorosa conclusione del primo « match » eon Carlos Monzon