Morenti imploravano aiuto lui è ritornato e li ha finiti di Alvaro Gili

Morenti imploravano aiuto lui è ritornato e li ha finiti La strage di piazza Vittorio: ha ucciso i quattro che lo taglieggiavano Morenti imploravano aiuto lui è ritornato e li ha finiti L'omicida, un cottimista che lavorava « nella scagliola » (intonaci delle case), doveva pagare una tangente per avere il permesso di ingaggiare uomini - La cifra gli era stata aumentata, gli avevano mostrato il suo debito: 1 milione e 800 mila lire - « Questo è il vostro conto, ora prendo il mio » e spara all'impazzata fra i tavolini del locale - Momenti di terrore e di smarrimento: fuori, nella piazza, partiva il corteo del 1" Maggio (Segue dalla /" pagina) Isi atteggia contemporaneamente a mediatore. Alfredo Manti parte da Fossato l'altra mattina alle 8 sulla sua « Opel » color turchese. Poiché conosce i metodi del « racket ». prima detta al figlio la lettera con i quattro nomi: « Se mi troverete murato o bruciato, questi | sono gli assassini ». Dovrà essere recapitata, se non torva, ai carabinieri di Fossano. Passando per Nichelino, raccoglie il « boss » Prochilo, poco dopo le 9 sono in piazza Vittorio. Qui. su una 111750 ». sono già arrivati Muoio e Multraversi. Manti sale a chiamare Parisi e si siedono l tutti e cinque al bar sotto la I casa di questo. Appartiene a Dante Mazza, al banco ci sono la cognata e la madre. La piazza è piena di gente e di bandiere, sta per muoversi il corteo del Primo Maggio. Anche il bar Mazza è affollato, risuona di risa e richiami. Nessuno fa caso ai cinque uomini che discutono concitatamente, ma a bassa voce, a un tavolo d'angolo, in fondo. Manti si è visto presentere una striscia « comptometer » coperta di cifre: il totale da saldare è un milione 800 mila 567 lire. Alle sue contestazioni, Maltraversi ha sbattuto sul tavolo un pacchetto di cartucce per pistola e sta giocherellando con i piccoli cilindri di metallo. minacciosamente. Si avvicina la figlia di Parisi. Silvana che è scesa per parlare col padre, ma questi la allontana con un gesto nervoso: « Via, non vedi che parliamo di cose gravi? ». Così gravi che Alfredo Muoio impugna una pistola sotto il tavolo, in modo che solo Manti la possa vedere. Manti è pallido come un morto. Si alza, cerca di parlare con voce naturale: « Questo è il vostro conto, in macchina ho il mio. Vado a prenderlo ». Esce dietro a Silvana, die racconta: « L'ho visto andare Ano alla sua auto. Ho avuto appena il tempo di fare qualche passo sotto il portico, che ho sentito gli spari e le urla ». Dal cruscotto Manti ila preso la pistola, una Bernardelli 7,65, è rientralo nel bar ed ha cominciato a premere il grilletto. Muoio e Maltraversi, colpiti al capo e al torace, si abbattono uno sull'altro, fuminoti, nell'angolo. Parisi, che era in piedi, si addossa alla parete con il sangue che gli macchia la camicia. Anche Prochilo è ferito, urla e chiede aiuto. Nel bar si è fatto, improvviso, il silenzio. I più vicini alla porta escono tumultuosamente, gli altri si gettano a terra sotto i tavolini, mentre ì colpi secchi lacerano l'aria. Raccontano Barbasia Gallo e il prof. Bruno Martinazzì, di Biella: h Eravr^o terrorizzati, ci schiacciavamo contro il pavimento ». La donna si copre le orecchie con le mani e grida. Ora il caricatore è vuoto, i colpi tacciono. Racconterà Carmelo Manti: « Sono uscito, ma al momento di risalire sull'auto mi sono accorto che I avevo lasciato le chiavi sul ' tavolo. Sono tornato a prenj derle ». Ma prima sfila il carivatore esaurito e ne inserisce un altro nella pistola. I Anche Parisi è uscito sotto il portico: si abbatte presso un pilastro, tenta invano di rialzarsi, la sua mano lascia impronte sanguinose sull'intonaco. Porta un garofano rosso all'occhiello, qualcuno urla: « Hanno ucciso un operaio ii. e l'allarme sì diffonde nella piazza. Manti è rientrato nel bar, ne! mezzo del locale si imbatte nel Prochilo che. ferito, tenta rJi nascondersi. Lo finisce con altri tre colpì alla testa e al petto. Poi raccoglie la pistola che Muoio stringe ancora fra le dita inerti, fende la folla che accorre, risale sull'auto e si allontana inosservato. Raccolgono sotto il portico Parisi agonizzante, lo caricano su una delle ambulanze in servizio per il corteo. Racconta il barelliere Angelo Ragnini: ii Nel tragitto, gli abbiamo fatto massaggio cardiaco e respirazione artificiale. Ma è morto prima di arrivare al Sp.n Giovanni ». Poco dopo giungono sul luogo del delitto il capo della Mobile dottor Montesano "con i funzionari dott. Cuccorese e Bonsignore. Alvaro Gili Le vittime: Domenico Parisi, Alfredo Muoio, Franco Maltraversi, Giuseppe Prochilo

Luoghi citati: Biella, Fossano, Nichelino