Consumi concentrati

Consumi concentrati A luglio si beve un quinto della birra Consumi concentrati « La birra d'importazione non è migliore di quella italiana ». Con questa affermazione l'ingegner Gino Spaeth ha meso subito in chiaro il suo giudizio di esperto sul problema della qualità. Siamo a Induno Olona nel grande stabilimento stile liberty che sorge in mezzo a una verde vallata. L'ingegnere, oltre che un esperto, è un innamorato della birra, e prima ancora di cominciare a parlare ce ne offre una bottiglia. Poi spiega, nel suo italiano perfetto, con un accento indefinibile, che la birra è nata — ce ne sono le prove — 7000 anni fa. La bevevano gli Assiri e i Babilonesi e forse Cleopatra ha sedotto Antonio davanti ad un boccale schiumeggiante. « Tutti i popoli hanno, oltre che una bevanda prodotta dalla fermentazione della frutta, identificabile grosso modo con il vino di oggi, una bevanda derivata dalla fermentazione dei cereali, indipendentemente dalla latitudine in cui abitano ». Per secoli la birra è stata bevuta sul posto di produzione, a non più di dieci chilometri dalla fabbrica, e consumata non oltre i dieci giorni dalla fermentazione. « Questo — continua il nostro in¬ terlocutore — è il segreto. Prima ho detto che la birra tedesca non è migliore di quella italiana. Non è del tutto vero. Se ci si reca in una di quelle belle birrerie di Monaco, si assaggia un nettare divino, ma il motivo è estremamente semplice: un fusto da 200 litri viene aperto e bevuto fino all'ultima goccia nel giro di poche ore, il che consente di avere sempre per i clienti una birra fresca, e la freschezza è l'unico segreto. In Germania — dice l'ingegner Spaeth — ogni cittadino, compresi donne e bambini, consuma a testa una media di 200 litri all'anno, il che fa sorgere, come del resto in Inghilterra, tutta una serie di piccole fabbriche a carattere locale, che servono solo la zona, ma forniscono un prodotto eccellente ». « Bisogna tenere presente, aggiunge Spaeth, che il centralizzarsi delle fabbriche di birra ha creato tutta una serie di problemi di ordine diverso, che però incidendo finanziariamente sui produttori, finiscono per agire anche sul prodotto. Uno dei problemi essenziali è quello del vuoto. In Italia il tempo medio di utilizzo è passato da trentadue giorni per' la botI figlia famiglia e 26 per la bot¬ tiglia tipo bar nel 1956, a 119 giorni per la bottiglia piccola e 429 per quella tipo famiglia registrati l'anno scorso. Ciò pone, oltre a dei problemi di conservazione in condizioni spesso proibitive anche dei problemi per le bottiglie, che, quando tornano, sono inutilizzabili perché dopo un periodo così lungo il vuoto molto spesso è incrostato di muffe che non vengono via neppure in lavatrice ». Chiediamo allora al nostro interlocutore se la situazione qualitativa della birra in Italia è quanto meno non eccellente. « In effetti è cosi, o meglio, abbiamo la migliore birra in bottiglia che si possa forse ottenere in Europa, ma la birra in bottiglia è meno buona di quella al fusto. La colpa dì tutto ciò non è di nessun altro se non della massa che oltre a bere poco, concentra il consumo in 4 mesi all'anno, e non basta: nel solo mese di luglio assorbe il 200-o del consumo annuo. C'è poi una grande inerzia nel consumatore, per lui una birra o l'altra fa lo stesso, mentre invece sono profondamente differenti. Inoltre — ci confida — come si fa a convincere la gente a bere birra quando gli ispettori alle vendite sono dei bevitori di vino? L'italiano medio, poi, apprendiamo, considera la birra alla stregua di una bibita, di un'aranciata, e non alla pari del vino o addirittura come dicono alcuni medici, un elemento dietetico. Il mercato chiede un prodotto frizzante, 5,2 grammi di anidride carbonica al litro, mentre in Germania si è al di sotto dei 4,6 grammi-litro ». spetto delle norme igienicosanitarie, seguendo moderne tecniche di imbottigliamento, con periodiche analisi nell'attrezzatissimo laboratorio che garantiscono la costante qualità del prodotto. E' considerata la bevanda « di moda » per la sua giovane pura freschezza. I Il primo ministro inglese vo di vela, si disseta con Heath, appassionato sportibirra al termine d'una gara

Persone citate: Gino Spaeth, Spaeth

Luoghi citati: Europa, Germania, Induno Olona, Inghilterra, Italia