La Lancia nel Biellese

La Lancia nel Biellese Gli insediamenti industriali La Lancia nel Biellese L'on. Compagna, del pri, e il presidente della Regione Piemonte, Calieri, esprimono il proprio punto di vista Sul progettato stabilimento della Lancia nel Biellese, l'on. Compagna, che ìia presentato, su guesto argomento, una interrogazione alla Camera, ci scrive: « Ho letto su La Stampa di domenica sia le dichiarazioni del presidente della Regione, Calieri, sia la notizia relativa alla lettera che i repubblicani di Biella mi avrebbero scritto per polemizzare con la mia interrogazione (e ora anche con quella del sen. Michele Cjfarelli) a proposito del mo crpscusdCadmsdtcdo come si è pervenuti alla I bdecisione della " Lancia " di creare uno stabilimento tra Verrone e Candelo. «Al presidente della Regione devo far notare che condivido la sua premessa, ma non la conclusione che egli ne ricava. Certo: "La priorità che la Programmazione dà alla industrializzazione del Mezzogiorno non significa affatto che tutti i nuovi investimenti debbano andare necessariamente al Sud ". Ma non significa neanche che, dei pochi investimenti che oggi si decidono, i principali debbano andare al Nord. « Comunque, non significa che la localizzazione di questi investimenti debba essere con-1 trattata dalle aziende interessate con i presidenti delle Regioni nelle quali le direzioni aziendali hanno la loro sede: tanto più che in Italia le direzioni aziendali più importanti e significative, quando non hanno la loro sede nella Regione presieduta da Calieri, l'hanno nella Regione presieduta da Bassetti, e non in quella presieduta da Leone o in quella presieduta da Guarasci. « Mi rendo conto delle ragioni che possono indurre la " Lancia " a preferire il Biellese nei confronti di eventualmente possibili (non dico certamente possibili) localizzazioni meridionali; non mi sfugge l'importanza che può avere il fatto che lo stabilimento del Biellese dovrà lavorare per quello di Chivasso: ma ciò non toglie che si era parlato e si parla, in sede di Programmazione, dello spostamento a Sud de) baricentro dell'industria automobilistica e che certi lamenti fatti valere per la scelta della "Lancia" nel Biellese riecheggiano argomenti che furono fatti valere, a suo tempo, per l'errata scelta della Fiat a Rivalta Torinese. «E, comunque, io ho voluto sollevare la questione della facoltà delle Regioni di condurre una loro contrattazione programmata alle spalle e sulla testa dei responsabili della Programmazione nazionale, i quali, probabilmente, avranno appreso dai giornali, come l'ho appresa io. la notizia relativa alla "Lancia" ed al suo stabilimento nel Biellese. « Ai. repubblicani di Biella vorrei far osservare che non metto in dubbio la " irreversibilità " del problema di ristrutturare l'industria tessile nel Biellese; e mi rendo conto che, grazie alla scelta contrattata dalla "Lancia" con la Regione piemontese, si potranno ammortizzare i coniraccolpi della ristrutturazione nel Biellese dell'industria tessile. « Ma chi ha pensato mai alla necessità di ammortizzare i contraccolpi della ristrutturazione dell'industria conserviera nell'agro sarnese e nocerino e dell'arte bianca nella zona di Torre Annunziata? Ed è mai possibile, infine, che, per gli operai dell'industria tessile biellese, non ci sia altra soluzione — in un Piemonte che, certo, non conta il numero di disoccupati e dei sottoccupati che contano le Regioni meridionali e che ricorre in così larga misura all'immigrazione di mano d'opera meridionale — che quella di riassorbirli, mediante una più o meno costosa riqualificazione, nell'industria meccanica? ». Al parlamentare repubblicano il presidente della Giunta regionale piemontese. Calieri, risponde: u Sono lieto che l'on. Compagna sia d'accordo che la priorità assegnata dalla Programmazione aU'industrializ- lnscnrlrtèCl"ligdramtzazione del Mezzogiorno non significa che tutti i nuovi in- vestimenti debbano necess^- riamente andare al Sud. Ciò ■ iie resta da chiarire, in qut sta garbata polemica, e l'equivoco in cui mi sembra che l'on. Compagna sia c'adulo e che è alla base della posizione da lui assunta ». « Egli ritiene, prosegue Cai Per 'eri. che l'insediamento " Lan- da " ne! Biellese sia stato "contrattato" tra la Regione e la " Lancia " stessa. Non c'ó dubbio che, se cosi l'osse,avrebbe molte ragioni chiedersi a che cosa serve la contrattazione programmata a livello nazionale. Ma cosi non è: allo stato attuale delle cose, infatti, la Regione non ila giuridicamente alcun po-(ere in proposito, né diretto né indiretto; non può né proi bire. né autorizzare; non può dare incentivi, né applicare disincentivi; non può insom ma contrattare ». Il presidente della Giunta precisa: « La Regione può tentare di persuadere, questo si, ed è precisamente ciò che neI caso della " Lancia " abbiamo cercato di fare con l'assessore all'Industria Petrini, rappresentando all'impresa i pesanti problemi del Biellese che ci erano stati, tra l'altro, ultimamente esposti dal consorzio dei Comuni e dai sindacati, nonché i problemi di Chivasso, dove la " Lancia " aveva, da tempo, progettato di allocare l'intero ampliamento necessario alla sua ristrutturazione e che era stato da noi giudicato negativamente per le gravi ripercussioni che, così dimensionato, avreb- be recato a quella città ed al l'area metropolitana torinene ». « La nostra azione è stata nel senso di persuadere la "Lancia" a dirottare da Chivasso nel Biellese l'insediamento relativo alla produzione della parte meccanica e motoristica che essa aveva progettato di fare a Chivasso. Non è esatto ciò che dice l'on. Compagna, in ordine ad ana logie tra l'insediamento delia "Lancia "nel Biellese e quello della Fiat a Rivalta. Tra i due non vi è alcuna analo già: per la " Lancia " si tratta di un problema di ristrutturazione dell'azienda e del suo adeguamento a dimensioni minime che ne giustifichino l'esistenza sul mercato: a Rivalta si trattava di ben altro ». Calieri conclude: « Nel Biellese non si pongono problemi di immigrazione di mano d'opera, ma si contribuisce, anzi, a creare alternative ad una pesante crisi che si sta, d'altronde, estendendo ad altre zone e che tocca numerose aziende in Piemonte, come è noto a tutti. Sono personalmente a favore dell'industrializzazione più accelerata possibile del Mezzogiorno e mi pare che l'intervento ultimamente fatto nei confronti della " Indesit " stia a dimostrare che non si tratta di parole. Ma seno anche a favore del mantenimento dei livelli di occupazione acquisiti e per la creazione in Piemonte dei posti di lavoro necessari per le nuove leve. Non mi pare che la disoccupazione in Piemonte possa certamente crea re posti di lavoro nel Sud. Penso invece, e credo che l'on. Compagna sia d'accordo, che essa potrebbe, caso mai, determinare il ritorno nel Mezzogiorno di migliaia di meridionali disoccupati con un grave deterioramento della già diffìcile situazione di quelle zone ». a. r. g.