Come il Petrarca diventò castigliano di Angela Bianchini

Come il Petrarca diventò castigliano Come il Petrarca diventò castigliano Juan Boscàn: «Liriche scelte », introd. e trad. di Giovanni Caravaggi, Ed. Einaudi, pag. 137, L. 1000. Nel 1526, durante l'estate o l'autunno, a Granada, ebbe luogo un incontro che i critici di letteratura spagnola ritengono vitale per lo sviluppo della lirica castigliana. Andrea Navagero, ambasciatore di Venezia alla corte di Spagna, si trovò a passeggiare attraverso i giardini di Granada con un ancor giovane poeta catalano, Juan Boscàn. Era il Navagero, secondo quanto raccontano, squisito conoscitore dell'antichità classica, fine imitatore di Virgilio e Catullo, uomo erudito, che. nel suo Viaggio fatto in Spagna, rivelò singolare comprensione della bellezza. « Nel mezzo di questo cortile vi è una grande e bellissima fonte che butta l'acqua a più di dieci braccia di altezza, e poiché la canna è molto grossa, forma un soavissimo mormorio il cader delle gocce, che, saltando e spargendosi ovunque, comunicano frescura a chi le guarda », scriveva il Navagero, parlando di Granada. In questo sfondo, i due umanisti discorsero di « questioni spirituali e letterarie », e il Navagero pregò il Boscàn di tentare « in lingua castigliana sonetti e altre forme metriche usati dai buoni autori italiani ». Di ritorno verso la sua città, « nella solitudine del lungo cammino, ripensando a diverse cose », il Boscàn medi- i a i e , o e e , tò le parole del Navagero. E il poeta Pedro Salinas, quattrocento anni dopo, trovandosi in esilio dalla Spagna, cosi commentava: « Immaginiamoci una delle lunghe e polverose strade spagnole, solitarie e desolate, un uomo a cavallo... L'orizzonte si allarga senza fine. Su quella strada, grazie alla sua lunghezza e solitudine, comincia la rivoluzione della nostra poesia ». Nella interessante premessa alla bella antologia del Boscàn, Giovanni Caravaggi minimizza, in qualche modo, l'incontro di Granada e mostra di credere che «il Petrarca si sarebbe imposto all'attenzione dei poeti ispanici, magari attraverso un altro itinerario ». In realtà, dall'incontro con il Navagero, scaturì anche quella bellissima traduzione del Cortigiano del Bembo, compiuta sette anni più tardi dal Boscàn per consiglio dell'amico fraterno, il poeta Garcilaso de la Vega. Che Boscàn sia stato dunque profondamente influenzato dalla letteratura italiana è innegabile, e innegabile il suo ruolo di trasmettitore dei nuovi moduli al più grande e fraterno amico, Garcilaso, attraverso il quale ha luogo l'incorporazione definitiva della metrica italiana in Spagna. Va riconosciuta in Boscàn, tuttavia, una fisionomia che non è soltanto quella del precursore. All'innovaz'one lo predisponeva la sua posizione nella letteratura catalana, che, nel corso dei secoli, fu spesso ponte tra varie culture. Sono caratteristiche del cosiddetto « realismo » catalano la tendenza autobiografica, la sensualità, la gioia delle osservazioni minute, aperte, che si trovano in ima delle più belle liriche del Boscàn, Risposta a don Diego Hurtado de Mendoza. Partendo dall'imitazione delle Epistole oraziane, la lunga lirica si distende per molte terzine ad una narrazione di amena esistenza campestre, variamente punteggiata di ornamenti classicheggianti, di riferimenti umanistici e di abbandono confidenziale, che culmina nella soave dimestichezza con la moglie: « Ch'io resti con me stesso e la mia donna - piacevolmente, e talvolta m'accusi - d'infedeltà, purché sia dolcemente ». Anche i latinismi di Boscàn hanno un sigillo locale e familiare, ed è giusto vedere nel suo petrarchismo sia l'influenza dei canzonieri castigliani, sia 'il rigore analitico ereditato dal gran poeta catalano Ausias March. Si intende così più facilmente quella che è stata spesso considerata la durezza dei suoi versi e la trasformazione in senso psicologico, lapidario, dei più ispirati momenti naturalistici del Petrarca. Certo è che i novantadue sonetti boscàniani si presentano spesso irregolari c soltanto occasionalmente come in Solo y pensoso en pàramos desiertos. versione castigliana della celebre apertura petrarchesca, egli raggiunge la musicalità del modello. Angela Bianchini

Luoghi citati: Spagna, Venezia