Perché i turisti tedeschi non amano più l'Italia di Igor Man

Perché i turisti tedeschi non amano più l'Italia Quest'anno è previsto un calo del 20 per cento Perché i turisti tedeschi non amano più l'Italia I giornali li convincono a disertare le nostre spiagge - Qualcosa di analogo avvenne nel 1964 (si parlava dei «pappagalli») - Adesso si parla di scioperi, di inquinamento, di furti, di rumori - Non tutti i giornali sono «negativi»: i più autorevoli, ad esempio, hanno riconosciuto che a Rimini il mare è pulito (Dal nostro inviato speciale) Dusseldorf, 24 giugno. 71 Tageszeit di Monaco pubblica questa vignetta: una turista tedesca in Italia telefona, irritatissima, dalla sua camera d'albergo: « Non capisco, Giovanni, che nesso ci sia tra lo sciopero degli alberghieri e il fatto che tu non voglia salire a tenermi compagnia... ». La vignetta butta in ridere le notizie sullo sciopero degli alberghieri italiani che la stampa tedesca, dalla più autorevole a quella popolare, pubblica e ripubblica con gran rilievo in questi giorni. Oggi se ne occupa ampiamente la Frankfurter Rundschau, che fa una analisi seria della situazione turistica in Italia. L'anno scorso vennero nel nostro paese 6.566.500 tedeschi con un aumento dell'S per cento rispetto al 1969; quest'anno, invece, si calcola che ne verranno un 20 per cento in meno. Passa di moda Il dottor Dadomo, direttore della sezione italiana della Scharnow, che fa parte della Tui (Tourist Union International), la più grande compagnia turistica di Germania che controlla il 60 per cento del mercato turistico tedesco, non mi nasconde la sua preoccupazione. Il turismo aereo verso l'Italia è in ribasso quest'anno del 30 per cento, lo stesso il turismo privato. Perché? Nell'ordine, per questi quattro motivi: 1) i ricorrenti scioperi con gli ovvii disagi che comportano per il viaggiatore straniero: portarsi le valigie, doversi rifare i letti, dover saltare i pasti, dover prendere salatissimi taxi perché mancano i mezzi di trasporto pubblici, ecc.; 2) aumento dei prezzi extra alberghieri, cioè nei night, nei negozi, nei bar ecc.; 3) l'inquinamento delle acque; 4) i dieci milioni di tedeschi che vanno in vacanza preferiscono spendere i loro milioni di marchi nei paesi in cui la rivalutazione del marco gioca in favore della « spesa turistica ». Indicativi gli accertamenti dell'Ufficio federale di statistica relativi al 1970. Il vantaggio del marco è stato del 33,2 per cento in Jugoslavia, del 12,3 in Grecia, in Italia soltanto del 2. C'è da aggiungere come l'Italia, in certo senso, stia passando di moda via via che gli anziani, già attratti dal Colosseo, dalla Torre di Pisa, da Napoli, cominciano a dover trascorrere le proprie vacanze in Germania. Per i « turisti giovani » questi tradizionali poli di attrazione non funzionano. I turisti delle nuove leve, poi, vanno in cerca del folclore che in Italia è pressoché scomparso. Ad esempio, dice il dottor Dadomo, i bagnini di Rimìni, di Riccione non vanno più la sera sulle spiagge a suonar la chitarra per la delizia dei tedeschi, non li portano in barca in comitiva al chiar di luna. Ma, soprattutto ì tedeschi che vedono in Italia un diffuso benessere, al punto da essere convinti che gli italiani se la passano meglio di loro, non capiscono gli scioperi che, pertanto li infastidiscono due volte. Anche per il signor Zweigel, direttore della Sam, che organizza voli charters per la Tui di Hannover, per la Trans Europa e la Kaujhof di Colonia, la situazione è tuil'altro che buona. Le prenotazioni della T": e della Trans Europa sono diminuite del 20 per cento rispetto al 1970. La Kaufhof ha cancellato gran parte dei voli per la Sicilia e per l'Adriatico, spiaggia preferita dai tedeschi, la prospettiva è niente affatto rosea. La Neckermann, seconda compagnia turistica della Ger- \manìa, quest'anno non ha organizzato un solo volo charter verso l'Italia. La signora Laufkótter della Air Tour di Dusseldorf è mollo preoccupata per il calo delle prenotazioni a cui s'accompagnano i continui reclami dei turisti ora rientrati dall'Italia. Il signor Feistel, della Degener Reisebiiro di Dusseldorf, cantu la stessa triste canzone, ma aggiunge che a scoraggiare i tedeschi contribuiscono, e molto, «gli articoli negativi pubblicati dalla stampa tedesca ». Nella maggior parte dei casi i giornali tedeschi raccontano fatti obiettivi, ma è il modo in cui lo fanno che puzza di campagna denigratoria contro l'Italia. Qualcosa di analogo avvenne nel 1964, mi dicono gli operatori. Allora si parlava dei fastidiosi « pappagalli », dei film italiani che avrebbero diffamalo la Germania, della uccisione degli uccellini canori e, guarda caso, tanta indignazione coincideva con il boom del turismo spagnolo. Adesso si parla degli sciaperi, dell'inquinamento delle oc-qcechacocgtogsicdnv« fudtiAqdilstetinrmliqsdgntblapspcpnbrleprzmtemnbssuinimmMi | que, dei furti, del rumore ec-1 cetera, fenomeni presenti anche due, tre anni fa, solo che allora non stava esplodendo, come adesso, il turismo greco, tanto per citare un case Il succo del discorso dei giornali tedeschi (soprattutto quelli della catena Springer) è che sono da preferirsi i paesi retti da dittature come la Spagna e la Grecia dove certe cose non accadono, mentre in Italia (lo scrive il Kolner Stradt-Anzeiger) « si ha l'impressione che non funzioni più nulla ». « Il Mediterraneo - una cloaca? », intitola un articolo Z'Hessische Allgemeine dì Kassel. Sull'inquinamento insistono il Suddeutsche Zeìtung di Monaco, il Wlesbaden Hurier, il Reisebiiro Zeitung di Francoforte e la rivista Selecta che intitola: « Harakiri italiano ». Ma chi intinge la penna in inchiostro inquinato è il corrispondente dell'edizione domenicale del Bild (due milioni e 800 mila copie) il quale dipinge un quadro fosco delle vacanze « sofferte » dai tedeschi sulla Riviera Ligure, dove l'unica cosa buona sarebbe la possibilità di trasformare la camera d'albergo in garconhière. « Bella Italia? una volta », ora non più al punto che il giornalista consiglia i suoi lettori di portarsi dalla Germania un capace barattolo di caffè in polvere perché quello italiano « è inappetibile ». Il Bild di Francoforte pubblica su due colonne in neretto con tanto di fotografia, le disavventure italiane d'un pensionato di Stoccarda « derubato tre volte - e la polizia era sempre presente », com'è scritto nel titolo. «Tutte le strade portano a Roma, ma per il signor Richard Meinel son diventate ormai tabù ». Primo furto al Colosseo, quando un lestofante gli sfila il portafogli. Per fortuna si trattava di una busta di plastica in cui il previdente pensionato teneva solo dei pezzi di carta igienica. Ma il giorno dopo, mentre è a passeggio con la moglie, uno scippatore ruba la borsetta alla signora. Purtroppo, scottato dalla esperienza precedente, il signor Meinel aveva affidato passaporto e denaro alla consorte. "Addio Roma,, Il terzo giorno, i coniuiii Meinel, fanno una gita in pullman, lasciano a bordo il loro bagaglio e s'allontanano con gli altri turisti. Quando tornano trovano il pullman ripulito dai soliti ignoti « ai barba a una pattuglia di polizia a breve distanza dal mezzo ». Addio Roma, non più arrivederci, conclude il signor Meinel al quale, peraltro, toccherebbe la pirandeiliana patente di campione di tutte le disgrazie. In verità non tutti i giornali sono cattivi come il Bild o Z'Abend Zeitung di Monaco che il 9 maggio scorso ha scritto: « A Roma cresce il cumulo d'immondizie e di cadaveri »; l'autorevole Die Welt annuncia: « Spiaggia pulita a Rimini » elogiando quei gli amministratori che negli ultimi anni, con una spesa notevole, hanno costruito impianti depuratori. Lo stesso giornale informa che sulle autostrade italiane sono sta- te ridotte sensibilmente le tariffe a favore delle autovetture con targa estera. La Frankfurter Rundschau analizza obiettivamente le cause del disamoramento dei tedeschi, concludendo con rammarico come di fronte al dilagare degli scioperi, sarebbe un brutto giorno per l'Italia « quello in cui anche i turisti decidessero di scioperare ». Le lamentele Non tutti ì « reduci » dall'Italia esprimono giudizi negativi. La signora Schlamm di Bonn mi ha detto di essere tornata quest'anno per la tredicesima volta a Rimini e di avere constatato con soddisfazione come un accorto servizio di polizia abbia eliminato la piaga dei rumori molesti e dei disturbatori in genere. La signora Weiss di Dusseldorf è stata sei settimane in Italia e si è ti divertita moltissimo ». A Milano è incappata nello sciopero degli alberghieri, ma gli studenti l'hanno aiutata e, poi, disse: « Io comprendo le esigenze di quei lavoratori. In ogni caso tornerò di nuovo sempre in Italia». Non è un sondaggio d'opinione, ma dopo aver parlato con tante persone, potrei concludere che di questo soprattutto si lagnano i tedeschi: mancanza della stabilità dei prezzi; troppi scioperi; inquinamenti; rumori; trattamento poco gentile alla frontiera (il 69 per cento dei turisti tedeschi raggiungono l'Italia in automobile); mancanza dì tatto degli albergatori che non si curano, fra l'altro, di rispondere alle lettere quando hanno il tutto esaurito: furti; aumento del prezzo della benzina; impossibilità ad acquistare i buoni benzina per la Super (a causa dello sciopero del Poligrafico dello Stato); mancanza di raccordi tra il Brennero e l'Autostrada del Sole: disservizio telefonico e postale. Igor Man

Persone citate: Kassel, Meinel, Richard Meinel, Springer, Weiss