Si è ucciso il figlio dell'industriale Musso lascia un testamento di gioventù disperata

Si è ucciso il figlio dell'industriale Musso lascia un testamento di gioventù disperata Trovato cadavere a mezzanotte nel suo studio di pittore Si è ucciso il figlio dell'industriale Musso lascia un testamento di gioventù disperata Aveva 23 anni - Si è sparato travolto forse da una delusione d'amore - «Nor lascio ricordi di me, non credo nell'uomo e nella sua bontà » - Era esaurito - Il padre lo aspettava per cena nella villa in collina - Poi è andato a cercarlo in via Santa Giulia: sfondata la porta, la tragica scoperta Edoardo Musso, li noto industriale delle penne Fim-Bo, Ieri a mezzanotte ha trovato suo figlio Carlo, 23 anni, morto. Un colpo di pistola gli aveva trapassato il capo. Il giovane giàceva accanto a un tavolino, nello studio da pittore che si era arredato in via Santa Giulia 76, a cento metri dal Po. Stringeva ancora In mano una pistola calibro 6,35, Sul suicidio non ci sono dubbi: lo conferma un agghiacciante ii testamento », redatto da Carlo Musso poco prima di morire e trovato accanto In due pagine di quaderno, con bella grafia, 11 suicida ha cercato di spiegare il suo gesto. « Sono stufo della vita, il mio tempo sta per finire. Non mi dispiace. Ho un po' di paura, ma tra poco sarà tutto finito e di me non ci sarà più nulla. Questa è la ricompensa. Sono lucidissimo, forse sono pazzo o paranoico, ma sono cosciente. Le etichette, me le applicheranno gli altri, dopo la mia morte e sarà solo per loro uso e consumo. A differenza di Dedal Muntoli non lascio ricordi di me, non credo nell'uomo e nella sua bontà. Le cose che mi sono care mi appartengono, ma non m'interessano più, fatene ciò che volete. Voglio esser cremato, non voglio funerali, solo il trasporto al forno ». « Cosi — conclude il tragico messaggio — non esisterà più. nessuna entità energetica a nome Carlo Musso. Rifiuto questa organizzazione materiale che mi forma il corpo e la mente. Papà tu capisci, vero? Te lo sentivt anche attraverso questi discorsi. Spero di non aver fatto troppo male a nessuno. Ho rimpianti per i miei e per MarUena. Ma tutto non ha senso, solo la sofferenza: vero papà? Ciao. Post scriptum: la pistola l'ho comprata a Porta Palazzo ». Questo scritto è stato trovato dalla polizia. L'industriale nemmeno sapeva che il figlio avesse affittato lo studio di via Santa Giulia per dipingervi in tranquillità. Ieri sera verso le 20 lo attendeva a cena, in strada del Morozzo 12, dove il giovane viveva con la famiglia. Un amico di Carlo, Alessandro Musso (omonimo ma non parente) era invitato. Non vedendolo arrivare, quest'ultimo aveva consigliato il padre di andare a cercarlo in via Santa Giulia. 1 "" ' E' mezzanotte, Edoardo Musso si convince.,;Porse. ha un presentimento. Più tardi dirà che suo figlio era esaurito, che lo preoccupava un po'. Le finestre dello studio, al piano rialzato, sono illuminate. Il campanello trilla, nessuno risponde. «Carici, Carlo!» grida il padre dall'esterno. Poi decide di forzare la porta d'ingresso. Ci riesce con l'aiuto dell'amico del figlio. Vede per la prima volta il piccolo corridoio d'accesso, una piccola camera da letto elegantemente ammobiliata, la stanza in cui suo figlio dipingeva. Quadri alle pareti, una lavagnetta, una lanterna, antichi candelabri, una macchina per cucire di vecchio modello, il tavolo ingombro di barattoli, tubetti di colore, pennelli. Dal vano della porta, a prima vista, sembra che l'alloggio sia vuoto. Poi la terribile visione. Il dott. Fersini e il maresciallo Piscareta, con alcuni agenti arrivano pochi minuti dopo. Più tardi giunge anche un magistrato. Cominciano gli « accertamenti legali ii, la triste sequela dei rilievi giuridici. Il padre, stravolto dal dolore, afferma che nulla gli aveva fatto balenare la possibilità che suo figlio potesse giungere al gesto disperato. Cerca una spiegazione, fra i singhiozzi, alla sciagura. « Si era laureato, stava frequentando un corso per dirigenti d'azienda. Non gli mancava nulla. Non c'era motivo, non c'era motivo... ». E Marilena? Gli elementi raccolti finora sono scarsi, si sa soltanto che si tratterebbe di una giovane studentessa, della quale il suicida s'era invaghito. Un amico di Carlo ha raccontato che martedì sera, alla gelateria da Pepino, c'era stato un episodio burrascoso. « Carlo era entrato nel locale e aveva visto la sua ragazza con un altro giovane. Aveva avuto una reazione violenta, appa¬ riva veramente amareggiato. Ieri mattina, poi, aveva avuto qualche atteggiamento irragionevole ». Bel ragazzo, occhi dal taglio allungato e di dolce espressione, aitante, Carlo Musso non poteva considerarsi un giovane con il complesso di chi non riesce ad avere flirt. Sicuramente introverso, più sensibile di altri suoi coetanei, doveva covare una patologica insoddisfazione. Forse soltanto uno psichiatra o un sociologo potrebbero analizzarla compiutamente. La sua morte, la mor¬ te di un giovane che nella vita aveva tutti i mezzi per esplicare la propria personalità In senso positivo, lascia sconvolti. k « Se muoio voglio essere sepolta a Grugliasco. vestita da sposa ». Questo biglietto è stato trovato nella borsetta di Bruna Aletto, la professoressa di 45 anni della scuola media « Giacosa ii, avvelenatasi lunedì sera con venti pillole nella sua casa di Grugtliasco, via Giotto 15. La donna è in coma al Maria Vittoria. Si teme per la sua vita. Carlo Musso aveva 23 anni - Il dolore sconsolato del padre - Fun zionari di polizia nello studio del giovane pittore in via Santa Giulia

Luoghi citati: Grugliasco, Morozzo