L'"Isolotto" vuole il cardinole in aula il tribunale prende tempo per decidere di Gigi Ghirotti

L'"Isolotto" vuole il cardinole in aula il tribunale prende tempo per decidere Il processo ai "ribelli,, della Comunità fiorentina L'"Isolotto" vuole il cardinole in aula il tribunale prende tempo per decidere I cinque preti e i quattro laici accusati di aver impedito una funzione religiosa hanno rinnovato la richiesta che Fiorii venga citato come teste - Uno degli imputati si difende: « Volevamo accompagnare all'altare, tutti insieme, mons. Alba; il prelato ha creduto, invece, che volessimo impedirgli di celebrare la Messa ordinata dalla Curia»- (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 22 giugno. « La prego di tener conto, signor avvocato, che noi non siamo qui per celebrare il giudizio universale, e che i termini naturali di un processo sono obiettivamente legati al corso medio della vita umana », ha esclamato quest'oggi, con una punta d'ironia, Il presidente del tribunale, Accinni, che sta giudicando i nove (5 preti, 4 ex preti e laici) dell'» Isolotto ». La difesa aveva sottoposto ai giudici una decina di nuovi testimoni, tra cui quattro o cinque sacerdoti, senza trascurare il cardinale Ermenegildo Florit, l'arcivescovo di Firenze, la cui presenza, fin dal primo giorno, viene a gran voce invocata dai patroni. In un primo tempo il tribunale escluse Sua Eminenza dalla lista, ieri ci ripensò e prese tempo, riservandosi di ascoltarlo alla fine dell'istruttoria dibattimentale. Quest'oggi, il tribunale ha respinto l'istanza di nuovi testimoni, ma ha confermato per monsignor Florit la riserva di cui s'è detto: è, dunque, molto probabile che il processo si arricchisca, prima di giungere alla fase finale, della testimonianza di un principe della Chiesa, forse il primo caso della storia giudiziaria italiana. Ma quando ci si arriverà? L'esame degli imputati prosegue con molta diligenza. Oggi ne sono stati interrogati quasi interamente due, ieri uno. Ciascuno si rifa alla lontana, spazia, come in un'autobiografia recitata in pubblico, ben oltre gli eventi nei quali si è trovato coinvolto. Ascoltandoli, si ha la sensazione che ciascuno d'essi si consideri al centro di un'esperienza di immensa portata spirituale, che va trasmessa apostolicamente alle masse, attraverso il microfono offerto dal palazzo di giustizia. « Non è che V "Isolotto" sia l'ombelico del mondo — ha detto quest'oggi l'imputato Daniele Pr'otti — ma parliamo qui a nome della comunità, e non possiamo limitare la nostra esposizione soltanto ai due o tre episodi che figurano nel capo d'accusa ». Nel capo d'accusa si legge che il giovane Protti, oggi impiegato della Regione toscana, è incolpato per aver detto, nella pubblica assemblea, tenutasi in chiesa, la vigilia della famosa Messa che doveva celebrare monsignor Alba per incarico del cardinale: « Questa Messa è un sacrilegio e non mi sento di lasciarla celebrare; domani dobbiamo tutti stringerci intorno all'altare per impedirla ». Istigazione a delinquere? L'imputato dice: « E' una imputazione volgare, presuppone in chi ascolta la capacità di essere imbonito. La comunità dell' "Isolotto", invece, è una massa in grado di recepire e di valutare con molta maturità, con molta consapevolezza qualsiasi discorso. E' assurdo immaginare che V "Isolotto" si sia lasciato influenzare da noi, non è mica una massa di cretini! ». Il Protti viene dall'Università Cattolica di Milano, squassata, negli anni 1967-68, da un'agitazione studentesca, che investi l'istituzione: si parti con il contestare le tasse (più alte, il doppio, di quelle pagate nelle Università di Stato) e si arrivò, dice l'imputato, « a denunciare il tradimento della Chiesa nei confronti dei poveri e del Concilio ecumenico e del Vangelo ». Deluso e inquieto, il giovane Protti da Milano approdò all'« Isolotto », che, nelle sue itssemblee di preghiera (se ne tenevano anche due al giorno), riuniva studenti, operai, gente del popolo, per ragionare sul casi del mondo. «Ci chiedevamo che cosa vuol dire 'essere cristiani e concludevamo che Cristo non s'incarna nei cardinali, ma nei poveri, nei negri degli Stati Uniti, nei palestinesi ». Insomma, negli infelici di tutto il mondo. L'« Isolotto », modello ideale di questa « Chiesa dei poveri », aveva elaborato, con l'andar del tempo, certe sue originali costumanze liturgiche che. purtroppo, furono male interpretate dalle autorità religiose, e anche da quelle civili. Ed è di qui che parte l'accusa. Ecco come l'imputato Carlo Consigli, moderatore dell'assemblea dell'« Isolotto », spiega le difficoltà incontrate da monsignor Alba, incaricato del vescovo, in quella famosa Messa. « Nell'assemblea tenutasi il giorno prima, noi avevamo deciso di partecipare, sì, a quella Messa, anche se ci era imposta. Ma di parteciparvi a modo nostro; per noi, assistere ad una Messa significa stringersi intorno al celebrante, per essergli più vicino. Ancor prima della riforma lilurgicu, avevamo de ciso che i fedeli avrebbero dtasizclbzc11 dovuto accogliere il sacerdote all'uscita della sacrestia, accompagnarlo all'altare, e stargli intorno, stretti tutti insieme, durante la celebrazione del rito ». Tanta sollecitudine liturgica fu male intesa, secondo l'imputato, da monsignor Alba, che ci vide una provocazione, un'autentica e minacciosa sollevazione di popolo. intesa a sbarrargli il passo I nell'atto in cui si disponeva a raggiungere l'altare. Di qui la denuncia, di qui anche l'attuale processo. Quando, in un secondo momento (fine gennaio 1969), cominciarono a fioccare sull'« Isolotto » i mandati di comparizione, il delegato del vescovo, monsignor Panerai, I si presentò ai parrocchiani | penale intrapresa, mente. per riavere le chiavi della chiesa, secondo l'intimazione del cardinale Florit. « Monsignor Panerai — dice l'imputato Consigli — ci disse che, se noi avessimo dimostrato la nostra buona volontà, egli sarebbe stato disposto ad intercedere in nostro favore ». Per far sospendere l'azione evidente- A questo punto il pubblico ministero, dott. Vigna, è intervenuto seccamente: « Questo monsignore ha delle idee sbagliate sul ruolo della magistratura nel nostro Paese ». L'avv. Gentili gli ha fatto eco: « I difensori concordano pienamente con l'opinione esposta dal signor pubblico ministero ». Gigi Ghirotti Firenze. Carlo Consigli durante l'interrogatorio di ieri in tribunale (Telef. Associated Press)

Luoghi citati: Firenze, Milano, Stati Uniti