Gli imputati sostengono che un testimone non era presente: si trovava in questura

Gli imputati sostengono che un testimone non era presente: si trovava in questura Quattordicesima udienza del processo ai 56 giovani Gli imputati sostengono che un testimone non era presente: si trovava in questura E' un brigadiere della "politica" che dice di aver aiutato i colleghi ustionati nell'auto in fiamme Nel pomeriggio si è iniziato l'interrogatorio dei testi a difesa - Il dibattimento continua stamane Quattordicesima udienza al «processo dei 56». L'atmosfera è sempre tesa, gli scontri verbali tra difesa e tribunale non si contano più, stanchezza e nervosismo prendono un po' tutti. L'udienza ha inizio con la deposizione del brigadiere della « politica » Albavera II quale, sabato, ha dichiarato dì aver arrestato il minore Bohm in piazza Castello verso le 17,30. Ma l'imputato ha detto: « A quell'ora mi trovavo nella libreria Lattes e qui sono stato preso ». La circostanza è stata confermata da altri imputati, i quali hanno riferito: «Alle 17,30 il brigadiere era in questura ». Comincia la Belforte: « Questo signore era in questura, lo ricordo abbastanza bene. Era uno dei pochi giovani ». Brig. Albavera: « Non è vero niente, questa signora non l'ho mai vista ». Imputata Nadalin: « Il signore era in questura, lo ricordo perché fu gentile, fece alzare le tapparelle affinché prendessimo un po' d'aria ». Presidente: «Com'era vestito?». Nadalin: « Non ricordo, ero terrorizzata dal trattamento ricevuto dalla polizia: in quei momenti si guardano i volti, non gli abiti. Comunque, quello del brigadiere fu l'unico atto di gentilezza ». Imputata Rotta: « Notai subito il signore, in questura, perché era alto, giovane, vestito sportivamente, con maglietta e senza cravatta ». Imputata Franchin: « Ricordo il brigadiere perché è abbastanza appariscente, anzi è un bell'uomo. Era gentile, appoggiato alle tapparelle ». Presidente: « Per caso il brig. Albavera era addetto a tirar su e giù le tapparelle? (Risate trr. gli imputati e il pubblico). Franchin: « Preciso che il brigadiere era molto più abbronzato di adesso». Presidente (rivolto al sottufficiale): « Avevate fatto qualche bagno di sole? ». Pubblico 7ninis(ero: « O qualche lampada? » (risate). Brig. Albavera: « No. Queste ragazze mentono ». I sorrisi sfumano: nell'aula si avverte la delicatezza della situazione, il pericolo di una incriminazione per falso. Ma gli imputati insistono. Patrucco: «Vidi questo signore al secondo plano della questura. Ricordo pure che dissero che ci avrebbero fatto fare la fine di Pinelli ». Imputato Vienna: « Sono sicuro, ere in questura. Lo notai perché assomiglia molto a Sean Connery, l'attore dd 007 ». Brig. Albavera: «Mente. Ho preso servizio alle 15,30, in piazza Castello; di qui mi sono spostato in via Garibaldi dove stava bruciando la "Giulia" dei nostri colleghi, colpita dalle bottiglie "molotov". Ho caricato sulla mia auto gli agenti ustionati, sono passato in questura per riferire il fatto al dott. Romano e di qui mi sono subito diretto al Centro traumatologico Inali dove ho atteso di parlare con il chirurgo. Erano circa le 20 ». Un fotografo de La Stampa, in servizio quella sera all'ospedale, conferma davanti al tribunale la circostanza: « E' vero, ho scattato alcune fotografie al brig. Albavera e ai suoi colleghi feriti ». A questo punto, una nota « gialla» nell'udienza già tanto movimentata. Un usciere recapita al presidente dott. Pempinelli una busta chiusa. Il magistrato l'apre subito, pensando a qualche comunicazione urgente. Invece trova una fotografia di agenti feriti, con la didascalia: « Cosa aspettiamo a mettere in galera i violenti? ». La foto è ritagliata da un rotocalco; nessun biglietto di accompagnamento, iiaturalmente. Il dott. Pempinelli consegim la busta al p. m. Moschetta. L'avv. Guidetti Serra dice: « Anch'Io ricevo lettere e telefonate anonime di minaccia ». P. m.: « Faccia denuncia, e noi procederemo, mettendole sotto controllo il telefono ». Avv. Guidetti Serra: « Grazie, mi difendo da sola ». Depongono gli ultimi testi d'accusa. Il brig. Pasquali e l'appun- tato Lo Noce che arrestò il Boiardi. L'avv. Costanzo (con gli avv. Guidetti Serra e Zancan costituisce il trio più combattivo e vivace della difesa) chiede al tribunale di procedere a un «esperimento» sul giubbotto del Boiardi, perché secondo l'accusa sarebbe «corto e go», secondo l'imputato invece « lungo e attillato ». L'istan2a è respinta. Alle 13 comincia l'interrogatorio del primi testi a difesa. Daniela Bavassano. insegnante di geografia del minore Gemella: « Non ha mai manifestato Idee politiche, un giorno mi disse che preferiva dormire piuttosto che partecipare ai cortei e finire nei pasticci ». Irma Spinelli, madre di un imputato: « Mio figlio non fece resistenza, lo vidi io ». Maria Morando, fidanzata dell'attore Giuseppe Corrado, sorpreso dalla polizia con le fragole nella borsa: « Gli diedi io la lista della spesa. Doveva comperare le fragole, l'insalata e un salame ». Paolo Ferma, assistente universitario: «Tra le 16,30 e le 17, mi trovavo davanti al duomo. Vidi bandiere e uno striscione rosso, ma non bastoni ». Questa sottile distinzione fa scatenare un violento battibecco tra giudici e difensori. Presidente: « Abbiamo un film e decine di foto che ritraggono i dimostranti con i bastoni in mano ». Il teste, imperturbabile: « Io ho visto i bastoni delle bandiere, nient'altro. Anzi, il corteo era del tutto simile a quello di una normale manifestazione sindacale ». Su questa serafica testimonianza si chiude l'udienza. Il processo continua stamane. Sm ron- Due protagonisti dell'udienza di ieri: il brigadiere Albavera (paragonato a Sean Connery); l'imputata Belforte

Luoghi citati: Vienna