Attuiti vini piemontesi cominciano ad invadere i mercati in Germania di Alessio Altichieri

Attuiti vini piemontesi cominciano ad invadere i mercati in Germania I primi contratti firmati nei giorni scorsi ad Asti Attuiti vini piemontesi cominciano ad invadere i mercati in Germania Fino ad oggi l'Italia esportava vino in gran parte scadente - Ora i tedeschi ritengono che la produzione vinicola del Piemonte possa fare concorrenza a quella della Francia - Per la Barbera le maggiori probabilità di successo (Dal nostro inviato speciale) Asti, giugno. In un ristorante tra le colline dell'Astigiano, al primo sole veramente estivo, i vini piemontesi hanno iniziato la invasione della Germania. La tavola imbandita e i funghi davano più un'atmosfera da riunione conviviale che da contrattazione economica, ma i primi accordi sono stati raggiunti. Una trentina di compratori tedeschi (grandi magazzini, supermercati, catene di ristoranti) sono stati invitati in Piemonte per avere una conoscenza diretta dei vini della regione: viste le cantine e i metodi di produzione, assaggiato il Barolo, il Grignolino e la Barbera, si sono convinti ed hanno fatto i primi acquisti; per la «Buca d'Asti », che li ha invitati, c'è in vista un successo. Fino ad oggi, infatti, il vino italiano era poco conosciuto dai tedeschi. In Germania esportiamo i prodotti dell'Alto Adige, il Chianti (dove non si vende 11 Chianti?) ed i vini del Veronese, tutti coperti dalla garanzia della « denominazione d'origine controllata ». Ma la parte più cospicua del vino italiano bevuto dai tedeschi è di origine pugliese, destinato ai tagli. E quanto questo prodotto scadente influisca sul totale delle esportazioni lo dimostra il fatto che nostra concorrente in Germania non è la Francia (con i celeberrimi vini), ma l'Algeria (con prodotti che non hanno nemmeno il nome). I tedeschi assorbono il 60 per cento delle nostre esportazioni di vino, ma il prodotto ha cosi poco prestigio che, in valore, ci rende solo il 28 per cento sul reddito totale delle esportazioni vinicole. I motivi di questa situazione sarebbero due: 1 maggiori consumatori di vino italiano in Germania non sono i te deschi, bensì i nostri emigrati, che non possono permettersi l'acquisto di vino a denominazione d'origine controllata, in genere abbastanza costoso. Ma sarebbe anche vero che i tedeschi non hanno una grande conoscenza enologica e che quindi si ac¬ contentano dei vini scadenti (che hanno anche il vantaggio di costare meno). Un importatore tedesco non ha però creduto a quest'ultima tesi ed ha affermato che se in Germania vi è largo spazio per i vini francesi ve ne dev'essere altrettanto per i vini pregiati italiani. Quali? I piemontesi. Stringe un accordo con una casa vinicola d'Asti, che, entusiasta della iniziativa, prepara nuove bottiglie ed etichette. Intanto in Germania si prepara la campagna pubblicitaria. Tutto è pronto per il lancio. Ed il lancio lo faranno questi trenta compratori, con i loro supermercati e ristoranti. Abbiamo chiesto quali vini preferiscono nella vasta scelta piemontese: tutti, è stata la risposta. Ma, soprattutto, hanno apprezzato, e credono avrà successo, la Barbera, che definiscono schietta di sapore, ma non per questo poco delicata; un vino non paragonabile ad alcun altro. Mentre assaggiavano e facevano ordinazioni, i tedeschi si chiedevano come mai i vini piemontesi non avessero già un mercato in Germania; e, guardandosi in faccia un po' stupiti, ce lo chiedevamo anche noi italiani. Alessio Altichieri

Persone citate: Veronese