Il sacerdozio della droga

Il sacerdozio della droga Esperimenti e profezie del professor Leary Il sacerdozio della droga e c , i i Timothy Leary: « Grande sacerdote », Ed. Sugar, pag. 496, L. 4000. Le ultime notizie su Leary lo danno misteriosamente scomparso, forse rapito, durante un viaggio da Algeri, sede del suo esilio, a Copenaghen, meta di una conferenza. Chi è Leary? Nelle cronache sugli hippies e i drogati, sul dissenso giovanile in America, il suo nome appare circonfuso d'una luce di scandalo rispettabile, come quello di un uomo perduto per troppo amore della scienza e della sperimentazione, dì un dantesco Ulisse impegnato a superare le soglie della comune percezione. Espulso dall'Università di Harvard per aver condotto esperimenti con droghe psichedeliche, ebbe varie condanne per detenzione di stupefacenti. Incarcerato, fuggì dalla prigione di San Luis Obispo nel '70 con l'aiuto delle « Pantere nere » e chiese asilo, con la moglie Rosemary, al governo algerino. Questo libro (Grande sacerdote^ è il resoconto dì alcuni « viaggi » con la droga, costruito in modo da risultare anche un'autobiografia « psichedelica » che si legge con straordinario interesse. Non distraggano gli espedienti formali (il libro è scandito in due parti, una documentaria o declamatoria confinata a piede di pagina), gli schemi esoterici, i simboli grafici: la narrazione è fruito di grande lucidità sperimentale e non nasconde la sua civetteria letteraria. Da una parte il ricercatore, dall'altra il profeta: il primo impone le sue cartelle cliniche, il secondo s'affanna a modulare un linguaggio rappresentativo di una condizione mistico-rivoluzionaria. Nel titolo del libro e nel sottotitolo (« La bibbia della rivoluzione psichedelica ») si dà credito soprattutto a quest'ultimo aspetto, che inquieta i non iniziati per il suo potenziale proselitismo («Poi dio mi parlò. Non in lingua inglese. Non a parole. Parlò in dialetto più antico. Parlò attraverso fiamme e fumo odoroso. Ma egli non era la fiamma né il fumo n). Le vie dell'ascesi per Leary passano oggi anche attraverso lo Lsd, come ieri passavano per la via dei funghi sacri. Quale è la differenza? Che Leary ipotizza l'uso della droga come uno strumento non privilegiato, fuori dei « misteri », una specie di euforica liberazione collettiva al ritmo della musica rock di « estatici complessi ». Questa predicazione non solo preoccupa i politici, ma sollecita interrogativi anche nello spettatore benevolo. Diffìcilmente la rivoluzione psichedelica potrà diventare fenomeno « di maggioranza »: gli ideologi le imputano di essere regressiva, gli adepti la praticano come alternativa mistica, come una « fuga » che ha singolarmente i contorni del magico e del primitivo. Ma dunque, si chiede il non praticante, che effetti ha la droga, sia fungo sacro messicano sia psilocibina, sia acido? I resoconti di Leary sono molto dettagliati e, anche sul piano della metafora, della mimesi stilistica, esaurienti. La droga ha per effetto di acuire in modo eccezionale le sensazioni, di dare corpo ai colori e agli odori, di ingrandire i particolari, di udire il « rumore » delle cellule e il « crepitare dei soli galattici ». Il bagaglio culturale del « viaggiatore » viene curiosamente sollecitato (ma Leary sostiene che l'intensità delle sensazioni è uguale anche per l'indotto: la descrizione è solo un grado minore dell'estasi). E', dunque, lo stato di imponderabilità psicologica, di distruzione fìsica, di evasione totale del « viaggiatore » che allarma i non drogati, cioè la società. Ma si viaggia appunto per evader-', per costruire il mondo sulla misura delle proprie sensazioni, per non integrarsi. E questo, sull'onda polemica della rivoluzione psichedelica, potrebbe essere un atto d'accusa contro una società avvelenata da altre, invisibili droghe. g, reg. Leary, profeta dell'Lsd, con la moglie Rosemary

Persone citate: Leary, Luis Obispo, Timothy Leary

Luoghi citati: Algeri, America, Copenaghen