La stagione dei rimandati

La stagione dei rimandati La stagione dei rimandati Un problema che assilla soprattutto i giovani meno abbienti L'anno scolastico è terminato: doveva essere l'«anno ponte » ed è stato l'« anno fiume ». Certamente è stato il più lungo che si ricordi. Attese andate a vuoto senza le cortesi scuse del caso, promesse scioltesi ai primi tepori primaverili come neve al sole, progetti meticolosamente messi assieme, buttati improvvisamente all'aria, come le costruzioni Lego dei bambini. A metà anno, dal Ministero si profilava, come cosa certa, un anticipo della generale riforma delia scuola, la « legge ponte », che aveva come punti qualificanti alcune importanti imnovazioni: eliminazione degli esami di riparazione, istituzione di corsi integrativi a metà anno scolastico per gli alunni che presentavano lacune nella preparazione, passaggio di tutti gli allievi nei primi due anni della scuola media, senza bocciature quindi e, infine, inizio delle lezioni al primo settembre. Ora sui tabelloni, affìssi nell'atrio delle scuole, risaltano invece in matita rossa le condanne degli alunni, respinti e rimandati. Le incertezze che per mesi hanno gravato sull'anda¬ mento dell'anno scolastico, hanno probabilmente compromesso anche alcuni risultati di singoli alunni, oltre che aver turbato la serenità dell'andamento didattico per un periodo considerevolmente lungo. Come in altri settori della vita pubblica, anche la scuola ha bisogno di certezza e di punti fermi su cui poter contare. Ma non una certezza negativa, bensì progetti lungamente vagliati e chiaramente espressi. Tutto ciò non può comunque costituire un alibi per chi non è riuscito a superare in tutte le materie le proprie insufficienze di preparazione. Piuttosto è il momento di chiederci come ci si può preparare per affrontare senza troppe difficoltà l'anno successivo. Il problema di una carenza di profitto (i termini profitto e rendimento preferiremmo sentirli usare solo in campo commerciale), come può essere risolto dagli alunni e dalle rispettive famiglie, tenendo conto del costo notevole che una preparazione privata comporta? Una soluzione sarebbe quella di istituire, nella seconda quindicina di agosto, dei corsi gratuiti di lezioni presso le scuole, garantendo così agli alunni una preparazione seria e controllata. Per esperienza si sa invece che la maggioranza dei rimandati ricorre, nella migliore delle ipotesi, alle lezioni di altri studenti, pur di grado superiore, o di diplomati sforniti di strumenti didattici adeguati e di necessaria preparazione. Non sussistono certo problemi per gli alunni appartenenti a famiglie abbienti, si sa che per loro sono in serbatoio i professori addetti alle lezioni estive, ma è noto, anche statisticamente, che la percentuale più alta di rimandati proviene da famiglie economicamente depresse ed è a queste che la scuola deve venire incontro se vuole colmare il divario di partenza. Non sarebbe d'altronde neppure logico pretendere dalla classe insegnante di supplire con iniziative personali (un generale condono), alle responsabilità dei legislatori cui è demandata, per natura propria, la soluzione di un problema complesso, sì, ma non insolubile. Aida Ribero

Persone citate: Aida Ribero