"Love story,, italiana
"Love story,, italiana RISPONDE GIULIETTA MASINA "Love story,, italiana Una signora di Torino che già ebbe a scrivermi per altro problema, oggi mi pone una questione di tanta importanza da dubitare di essere in grado di risponderle; e non perché esiti nel giudizio, in quanto se si trattasse di un dolore mio saprei come comportarmi; ma per il buon motivo che la decisione da prendere investe la sorte di almeno due persone che non conosco, e delle quali ignoro la forza morale e la qualità del sentimento che le unisce. Comunque, risponderò come se parlassi a me stessa; pensando ad alta voce, come dicono gli avvocati. La storia è breve, ma veramente atroce: un giovane si fidanza, vincendo l'ostilità dei suoi, con una ragazza sul¬ la soglia della maggiore età; ma pochi giorni prima delle nozze (la futura sposa già attendeva un bambino) nel corso di una visita ostetrica il medico consiglia di interrompere legalmente la maternità. Ricoverata d'urgenza, il chirurgo si avvede di un tumore maligno, ed asporta quanto è possibile. Il successivo esame radioscopico riscontra metastasi diffuse ai polmoni, e pertanto la prognosi è letale. Tuttavia, la ragazza migliora, o sembra, e all'oscuro com'è della realtà, torna a riparlare di matrimonio, con il consenso di lui e la disperazione dei suoi. A mio avviso, riluttante come sono a prendere per buo na la « svolta » benigna dopo l'operazione di isterectomia, quanto c'è da eliminare dal contesto dei fatti è, fino a provatissima prova in contrario, proprio l'ottimismo. Un medico mio amico, illustre e a e a . per questo genere di interventi, pur non negando a priori la possibilità concreta dì un miglioramento, e quindi di una prognosi impensatamente diversa da quella naturale in casi consimili, ritiene che la cosiddetta « ripresa » possa addebitarsi ad altre misteriose concause, ahimè non definitive per la guarigione. La precisazione è crudele, ma non da ignorarsi. Chiarito questo punto, che mi auguro errato in tutti i sensi, rimane il problema di lui, per ora, secondo la signora che mi scrive, da limitarsi a decidere se è giusto un matrimonio con una donna che, praticamente, a seguito dell'operazione, donna più non è. Qui, io torno a pensare ad alta voce, parlo di ciò che io farei, senza la più lontana pretesa di essere ascoltata. Sì, io mi sposerei, se amassi e fossi riamata, se la sua presenza mi fosse indispensabile e vitale, e altrettanto per lui. Senza esitazione, sì, lo farei. Lo farei anche se fossi certa che la « ripresa » fosse effimera e momentanea. L'amore è fatto e compiuto di sentimenti, di riflessi, di illimitate segrete esigenze. E' fisico, certo, ma pure altri ordini emotivi vi sono coinvolti. Nel caso presente, la disperazione è un'altra irragionevole ragione per « fermare » un attimo che non avrebbe, nelle intenzioni di quei due ragazzi, mai dovuto e potuto esaurirsi. Sì, io mi sposerei. La mìa non è commozione, o preghiera, o tenerezza. Non è retorica, soprattutto. « Su ciò che avverrà domani dei sentimenti nutriti oggi, rifiuto perfino di riflettere ». L'uomo paga un prezzo di dolore per ogni sua conquista importante: prevederne l'entità, e comportarsi, prima del dovuto, in conseguenza, potrà essere scaltro, ma già avvelena il piacere di qualsiasi possesso. L'esperienza degli altri ci avverte che oggi non sarà sempre oggi, ma anche domani: ma chi di noi ha mai ascoltato quelle voci? Noi « sappiamo » che quanto di erroneo è accaduto agli altri a noi non avverrà. E' la forza dei giovani, perché disanimarla? Signora, questa è la risposta che darei a me stessa. Giulietta Masina
Persone citate: Giulietta Masina
Luoghi citati: Torino
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